Avviato con grande emozione verso la paternità e con la magia iridata attorno al busto, Julian Alaphilippe ieri ha condotto la Deceunuinck Quick Step sul tracciato della Strade Bianche, percorrendo gli ultimi 50 chilometri, anche con l’intento di provare le gomme per sabato. E dato che le previsioni danno pioggia, i ragazzi della Deceuninck-Quick Step si sono soffermati su valutazioni supplementari in questo senso.
«Non ho mai corso questa gara col bagnato – dice – ma mi dicono che lo sterrato tenga bene. La condizione è buona, non ho ancora vinto ma sono contento delle sensazioni che ho. Sono motivato. Spero di vincere il prima possibile».
Quell’Alaphilippe del 2019
Il viaggio indietro nella memoria ci porta alla trasferta argentina e colombiana del 2019. Julian tornò in Europa carico come una molla. Vinse la Strade Bianche, due tappe alla Tirreno e poi dominò la Sanremo. Ci riprovò anche l’anno scorso, ma tutti sappiamo come finì la storia.
Meglio pensare al 2019?
Ho grandi ricordi. Era il primo obiettivo della stagione, c’ero arrivato benissimo con la convinzione che la corsa mi si addicesse molto. Ricordo l’attacco di Fuglsang e la facilità con cui riuscii a prenderlo. Provò più volte a staccarmi, ma non ci riuscì. E quando attaccai per arrivare a Piazza del Campo, bè… ho ancora i brividi. Quando vinci in quella specie di anfiteatro pieno di gente, dopo una corsa così dura, è impossibile non emozionarsi.
Metteresti la Strade Bianche fra le gare monumento?
Per me è una delle corse più belle. Prima di venire a farla di persona, la guardavo in televisione. L’anno scorso sono stato sfortunato, ma dopo il lockdown non so neanche se sia giusto parlare di sfortuna. Ieri durante la ricognizione sul percorso mi sono goduto queste strade, E’ una corsa importante come un monumento. Non lo è, ma lo meriterebbe.
Come si fa a tenere a bada Van der Poel e Van Aert?
Sono i grandi favoriti, non c’è dubbio. Negli ultimi giorni abbiamo visto le prestazioni di Van der Poel, che troverà un percorso adattissimo. E Van Aert sarà alla prima corsa, ma può fare molto bene. Può vincere anche lui. Io ho una squadra forte e dovremo essere furbi ad approfittare della situazione giusta.
La squadra conta molto in una corsa così dura?
La squadra è molto importante. Dipenderà dallo scenario della corsa. Bisognerà partire bene e controllare la fuga. E’ una gara dura, dipende dalle gambe. Se hai gambe buone e un compagno in fuga, è importante. Bisogna stare svegli.
Come si onora la maglia che hai addosso?
Correndo come ho sempre fatto, con il mio stile di corsa. Attaccando, mostrandola in giro. Sono contento di come l’ho indossata finora.
Il tuo primo periodo arriverà alla Liegi?
Spero di continuare a crescere fino alle classiche. Ci sono tante corse cui posso puntare. Voglio restare concentrato e fare bene le corse, poi recuperare. Il primo blocco arriva fino alla Sanremo e costituirà la base per arrivare alle altre classiche.
TI sentirai tutti gli occhi addosso?
Questa volta non credo che sarò l’unico, ma sfrutteremo la situazione. All’Het Nieuwsblad ha funzionato. Se si fermeranno attorno a me, saremo capaci di vincere con altri uomini. Potrei correre più da calcolatore. In Belgio sapevo che Ballerini stava benissimo, per cui nel suo interesse ho provato da lontano. Se guardiamo al mio risultato, si può dire che potevo ottenere di più, ma per la squadra è andata bene. Potrei anche cambiare il mio modo di correre, ma dipende da come si svilupperà la corsa. Non resta che partire, giusto?