Villa e una Nations Cup vissuta in emergenza

22.03.2023
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Dopo le prime due tappe di Nations Cup su pista è il momento di fare un primo punto della situazione con Marco Villa. Siamo nel pieno delle qualificazioni olimpiche ed ogni trasferta assume un significato particolare in base alla corsa ai posti per Parigi 2024, ma il tecnico azzurro più che alla classifica guarda alle contingenze, legate al calendario dei suoi ragazzi intriso di impegni su strada. Bisogna fare di necessità virtù e non è facile.

Le due trasferte, a Jakarta e Il Cairo, non hanno portato grandi risultati, soprattutto con i quartetti ma Villa questo lo sapeva già: «Abbiamo dovuto affrontare queste trasferte in emergenza, facendo la conta degli elementi a disposizione, ma sinceramente speravo meglio. Per due volte in campo maschile siamo finiti fuori in qualificazione, ma abbiamo pagato problemi superiori a quelli che mi aspettavo e in una situazione già difficile, ci siamo trovati in ulteriori difficoltà anche se naturalmente non sono rimasto contento».

Tanti problemi per Villa nella gestione della Nations Cup. Anche in Canada ci sarà un team rimaneggiato
Tanti problemi per Villa nella gestione della Nations Cup. Anche in Canada ci sarà un team rimaneggiato
Che cosa è successo?

A Jakarta doveva venire con noi Pinazzi, ma la sera prima si è accorto di avere un problema con il passaporto e quindi non è potuto partire. Al Cairo Mattia sapeva di non poter venire essendo già stato precettato da Amadori per alcune trasferte azzurre su strada, è venuto con noi Boscaro, ma il giorno prima della gara ha avuto una crisi di asma da sforzo, non avendo preso le medicine prescritte e il medico ha sconsigliato il suo impiego. Non posso negare che siamo andati male, il vento freddo e la pista all’aperto non ci hanno aiutato. Ora resta la terza prova, speriamo di far meglio, avremo finalmente Pinazzi, ma non avremo un quartetto per i primi 4 posti.

In campo femminile le cose sono andate meglio…

Il quinto posto del Cairo è un bel risultato, considerando che mancavano quasi tutte le titolari e abbiamo inserito giovani come Crestanello e Vitillo che si sono ben disimpegnate. A Milton a differenza dei maschi avremo quasi tutte le più forti e quindi andremo per far bene.

Uno dei due podi azzurri in Egitto, grazie a Michele Scartezzini terzo nell’eliminazione
Uno dei due podi azzurri in Egitto, grazie a Michele Scartezzini terzo nell’eliminazione
Sui social molti si sono allarmati pensando al ranking olimpico e alla qualificazione per Parigi 2024: la situazione ti preoccupa?

La vittoria all’europeo ci pone in una situazione di tranquillità, oltretutto saranno 10 i quartetti qualificati, noi abbiamo una vittoria e due noni posti. Il problema non è la qualificazione, ma la posizione nel ranking. A me non piace andare nelle gare che contano davvero e partire per primi, secondi o terzi, voglio potermi regolare sulla base di quanto hanno fatto gli altri, quindi dovremo risalire la china. C’è un mondiale a punteggio doppio, nel 2024 ci saranno europei e altre due prove di Nations Cup. Io guardo all’aspetto complessivo, lì non dovremo sbagliare.

Il quartetto femminile francese in trionfo a Il Cairo. Per le azzurre un quinto posto non disprezzabile
Il quartetto femminile francese in trionfo a Il Cairo. Per le azzurre un quinto posto non disprezzabile
Chi non è avvezzo alle dinamiche del quartetto può pensare che sia troppo dipendente dal valore dei singoli: se Ganna e Milan non ci sono, si perde troppa qualità…

E’ vero solo in parte. Se non ci sono i titolari bisogna reinventare il quartetto e non è facile. Trovare chi fa la partenza, chi è secondo a tirare che è un ruolo molto delicato. Quando Ganna e Milan sono in gara, le loro trenate consentono agli altri di recuperare, Lamon ad esempio senza di loro è chiamato a un lavoro molto diverso. Cambiano tutti i meccanismi ma questo lo sappiamo. Io però mi aspetto che i giovani si mettano in gioco, mostrino entusiasmo per trovare spazio e non si sentano messi da parte perché ci sono quei due e altrettanto mi aspetto che i meno giovani si facciano vedere per guadagnarsi il posto. Vorrei che prendessero esempio da Viviani…

Il suo secondo posto nell’omnium lo mette al sicuro per i punti necessari per essere ai mondiali…

E’ stato bravissimo, ma io guardo oltre il risultato. Mi è piaciuta la sua continua ricerca di competitività per acquisire più sicurezza che gli sarà utile anche su strada. Alla Ineos sei sempre sotto esame, c’è una competizione interna incredibile. Inoltre mi piace che si stia impegnando anche per il quartetto, sa che se vuole essere a Parigi dovrà essere disponibile e competitivo anche per quello e superare la concorrenza di altri.

Per Viviani piazza d’onore nell’omnium dietro il transalpino Bourdat, ma ottimi segnali complessivi
Per Viviani piazza d’onore nell’omnium dietro il transalpino Bourdat, ma ottimi segnali complessivi
Queste prove di Coppa, relativamente alle altre squadre, che ti hanno detto?

La competitività è altissima, le altre Nazioni hanno perso al massimo un elemento, sapevamo già che non c’era partita. Alla Francia ad esempio mancava solo Thomas. Noi eravamo con il quartetto a mezzo servizio. Quando agli europei eravamo al completo la situazione è stata ben diversa.

Tornando a giovani e meno giovani, fra le donne questo sta avvenendo?

Io noto un grande entusiasmo, il mio lavoro è iniziato da poco. Mi sono accorto però che dietro una generazione di campionesse, da Balsamo a Paternoster, da Guazzini a Barbieri e le altre, c’è un buco. Ci manca quasi completamente il settore under 23, il che significa che dobbiamo lavorare sulle più giovani e farle maturare in fretta. Per questo le prestazioni di Crestanello e Vitillo mi hanno confortato. Il gruppo è nutrito, ma non dobbiamo dimenticare i ricambi.

Miriam Vece, qui in semifinale, ha chiuso quarta nella velocità, suo miglior piazzamento di sempre
Vece, qui in semifinale, ha chiuso quarta nella velocità, suo miglior piazzamento di sempre
Miriam Vece quarta nella velocità significa che la qualificazione olimpica è più vicina?

Sì, ha fatto un grande passo avanti, ma non deve fermarsi. Deve dare continuità alle sue prestazioni. Lei sa che la sua specialità, i 500 metri da fermo, non è olimpica, prima sottovalutava il keirin perché ne aveva un po’ paura, ma ora la vedo più convinta e in Egitto è andata a livelli altissimi, ma io credo siano quelli i suoi. Deve solo crederci, d’altronde nella velocità non abbiamo una squadra al femminile e al maschile forse è ancora presto per staccare il biglietto olimpico, quindi bisogna puntare sulle specialità singole.

Che ti aspetti dalla prossima prova di Milton?

Saremo ancora in emergenza, lo so già, ma almeno al maschile recupererò Pinazzi e fra le ragazze rientreranno un po’ di titolari. Spero comunque che le prestazioni siano superiori a quelle finora registrate, da parte di tutti.