C’è un punto di domanda nel calendario della GB Junior Women che al momento lascia un alone di preoccupazione a dirigenti e atlete. La formazione piemontese ha già stilato una buona parte del programma agonistico di questa sua stagione di debutto nel circuito UCI, però manca una gara per completare il mosaico.
L’attesa di conoscere il destino del Giro Donne di quest’anno – percorso e squadre partecipanti su tutti – ha alimentato qualche pensiero da parte di Massimo Ruffilli, team manager della GB Junior Women. Proprio con lui abbiamo voluto capire com’è cambiata la vita della sua squadra e che cosa potrebbe rappresentare correre o meno la maggiore gara a tappe italiana.
Dall’ultima volta che ci eravamo sentiti che differenze hai notato nella gestione della squadra?
Ce ne sono tantissime. Rispetto all’anno scorso, adesso abbiamo una enorme mole di lavoro. Arrivano molte più email, come ad esempio le richieste di materiale da parte di fotografi o giornalisti stranieri che vogliono avere maggiori informazioni su di noi. Vogliono sapere chi siamo, chi sono le nostre atlete e pure il nostro calendario. Anche per le stesse ragazze, le giornate sono più impegnative. Non ci eravamo abituati, dobbiamo adeguarci alla categoria in cui siamo entrati.
Il cambiamento maggiore quale è stato?
Non saprei quale scegliere. Forse la prima cosa che mi viene in mente sono gli allenamenti per le crono. Prima di quest’anno era una specialità che non preparavamo perché in pratica non le facevamo quasi mai. Abbiamo acquistato bici da crono ed iniziato a fare subito tante sedute di allenamento. Poi ci stiamo preparando sugli sterrati in vista della Strade Bianche. A inizio gennaio invece abbiamo fatto un ritiro di quindici giorni poi abbiamo avuto Giuliani a Calpe con la nazionale. Insomma, adesso per noi è diventato un lavoro vero e proprio, considerando che molti di noi hanno anche un’altra attività.
Avete dovuto allargare lo staff?
Sì, era necessario ed anche noi ci siamo messi alla prova. Ci siamo mossi per avere altre figure. Ci sarà un nuovo team manager che si occuperà delle gare, tra inviti, richieste e logistica. Ci sta già aiutando ma lo annunceremo solo fra un mese quando saranno più sistemate alcune sue questioni lavorative. Siamo ben coperti con i meccanici e posso farne il nome con orgoglio. Mattia Oppici (figlio di Fausto, meccanico della Soudal-Quick Step, ndr) e Flaviano Frugeri sono bravissimi, esperti e saranno un valore aggiunto al nostro team.
In pratica è come se aveste iniziato quasi da zero?
Più o meno è così, perché ci sono tanti aspetti che impari a considerare col passare del tempo. Ad esempio abbiamo dovuto dare quasi il triplo del vestiario alle ragazze, compresi body da crono e da gara. Abbiamo raddoppiato le bici, i gruppi, le ruote. Abbiamo dovuto prendere anche altri mezzi, arrivando a tre ammiraglie e due furgoni. Sono stati investimenti importanti. Sappiamo a cosa stiamo andando incontro.
Cosa intendi?
Noi quest’anno dobbiamo essere pronti a livello mentale, ma soprattutto organizzativo. Ho preso spunto guardando qua e là, chiedendo consigli, anche alle stesse ragazze. Ci stiamo affidando a chi ha vissuto certe situazioni prima di noi. Una filosofia che abbiamo avuto proprio come quando abbiamo iniziato la nostra avventura con Bortolami. Il ciclismo femminile è in un momento in cui se ti fai vedere organizzato e preparato, magari puoi essere assorbito da qualche formazione più grande e forte.
In questi mesi come hai visto la tua squadra?
Quando prima parlavo di aspetto mentale mi riferivo al fatto che le nostre ragazze devono correre con grinta e coraggio. A loro porto sempre alcuni esempi. Carbonari si è fatta vedere con una lunga fuga ed è arrivata nell’orbita UAE. Oppure, ancora più lampante, Realini che è stata presa dalla Trek-Segafredo dimostrando già di valere il WorldTour. Complessivamente abbiamo un roster che non è competitivo come altre formazioni simili a noi, a parte Giuliani che è nel giro azzurro e che speriamo di far approdare in team più importanti. Tuttavia vogliamo far vedere la GB Junior Women in ogni corsa.
Il vostro calendario cosa prevede?
Stiamo lavorando sodo per un marzo intenso. Eravamo a rischio, ma abbiamo avuto la conferma di partecipare a Strade Bianche e Cittiglio. Per noi è soddisfazione enorme poter disputare due gare WT come queste. Nel mezzo faremo altre due internazionali. Il Trofeo Oro in Euro a Montignoso il giorno dopo Siena e poi il Ponente in Rosa dal 7 all’11 marzo. Faremo anche una settimana in Belgio. Ci sta dando una mano Simone Masciarelli che è rimasto lassù anche dopo che suo figlio Lorenzo è venuto alla Colpack. Stiamo aspettando l’ok su quali gare fare.
E dopo le corse in Belgio?
Progetteremo la seconda parte di stagione, però l’attenzione più alta è legata al Giro Donne. Siamo vigili e sul pezzo. In teoria avevano dato per certa la partecipazione di tutte le formazioni continental italiane, ma questo clima di incertezza ci preoccupa. Siamo nel limbo e non è un bene.
Per la GB Junior Women il Giro Donne sarebbe l’obiettivo primario, giusto?
Di più, è linfa per noi. Se non dovessimo farlo, sarebbe un colpo sotto la cintola che metterebbe a repentaglio tutte le altre nostre gare. Abbiamo preso la licenza UCI solo per quello. Anzi, sarebbe quasi un fallimento tenendo conto degli investimenti di cui parlavo prima. Se Cavalli e le altre grandi nostre cicliste vogliono avere notizie del Giro Donne, figuratevi noi che abbiamo un budget limitato. Tuttavia restiamo fiduciosi. Alla luce di questo però faremo le corse di marzo col coltello fra i denti, onorandole tutte. Sperando poi che arrivino buone conferme per noi.