I prossimi campionati del mondo si terranno a Glasgow, dal 3 al 13 agosto. E stavolta sarà come una piccola olimpiade del ciclismo con tutte, ma proprio tutte, le discipline di questo sport. Ci saranno, tanto per intenderci, anche il ciclismo indoor (acrobazie) e i cicloamatori.
Ma venendo a discorsi più concreti, dal punto di vista della preparazione quello iridato è davvero un bell’intrigo. La stessa Martina Alzini recentemente ha sollevato la questione. E sarà un bel problema soprattutto per i pistard e gli stradisti, che si ritroveranno eventi nello stesso giorno. In questi casi l’interlocutore più indicato è Diego Bragato, che guida lo staff performance della nazionale.


Diego, dicevamo che addirittura ci dovrebbero essere delle sovrapposizioni…
Sì, in un giorno ci saranno delle gare su pista e il team relay su strada.
A livello di preparazione è un bell’incastro. Come ti stai muovendo?
In realtà prima ancora è un discorso più di organizzazione fra i cittì delle varie nazionali e il team manager Roberto Amadio sulla gestione delle forze, perché fra un anno ci saranno le Olimpiadi e andranno fatte delle scelte. Di conseguenza bisogna capire su cosa andare a lavorare e su cosa puntare. E in effetti proprio in questo periodo sto aspettando le direttive da Villa e Sangalli per sapere chi farà cosa… Per ora siamo in attesa degli europei su pista.
Adiamo per passi…
Sì, dopo questo appuntamento sarà davvero importante sapere in tempo i piani per capire, organizzarsi e prepararsi. L’UCI ha fatto questa scelta di fare tutto insieme, una scelta che da una parte è carina per il ciclismo, ma dall’altra, per quanto riguarda organizzazione e programmazione, non ti permette di lavorare al meglio.


Quanto è stata importante o indicativa l’esperienza di questa estate di Viviani agli Europei, che la mattina-pomeriggio ha corso su strada e la sera era in pista?
Quella di Elia è stata un’esperienza per un atleta di un certo livello, che non va bene per tutti. E non è così facilmente replicabile. E poi un conto è farlo per un atleta e un conto per il quartetto. Bisognerà fare delle scelte e anche io, ripeto, aspetto le linee guida.
E’ chiaro…
Il nostro grande obiettivo sono le Olimpiadi di Parigi 2024 e quest’anno iniziano le qualificazioni. Siamo disposti anche a fare un passo indietro su strada per ottenere questo risultato: la prima cosa è la qualifica olimpica. Ed anche per questo agli Europei ci faremo trovare già pronti.
Avete già una stima degli atleti e delle atlete che a Glasgow saranno coinvolti nei calendari serrati tra le due discipline (strada e pista)?
Più o meno sono i soliti: Ganna, quantomeno per la crono, poi Viviani, Consonni. Forse Viviani ancora di più perché il percorso iridato non dovrebbe essere impossibile. E più o meno vale la stessa cosa per Consonni. Ma il vero problema è con le donne, perché tutte le migliori su strada, specie per quel tipo di percorso, sono le stesse della pista e non sarà affatto facile.
In questo caso pensi ad una preparazione ad hoc che miri soprattuto a smaltire acido lattico e tossine in breve tempo?
Diciamo che in tal senso abbiamo la nostra esperienza, comunque sì: ci sarà da fare un lavoro di avvicinamento per abituare il corpo a passare dallo sforzo della strada a quello della pista. E lo abbiamo visto un po’ con Viviani. Pertanto servirà un grosso volume per la strada con continui richiami su pista ad alte intensità. Fare questi richiami anche se non si è al 100%. Servirà molta flessibilità da parte di tutti ed è quello che già ad inizio anno abbiamo chiesto… soprattutto alle ragazze.


La Alzini parlava del grosso rischio di arrivare stanche già in estate…
E il rischio è proprio quello. E per questo riguarda soprattutto le ragazze: perché anche se hanno calendari simili (ormai quasi uguali, ndr) a quelli degli uomini, non hanno rose dei team così ampie. Possono fare meno rotazione. Si prospettano per loro delle stagioni pesantissime. Dovremo essere bravi noi tecnici a farle arrivare bene ad agosto. E da lì ad un anno dopo, cioè alle Olimpiadi. Quindi dobbiamo dosare le forze, pensando già a ciò che avverrà l’anno successivo.
Insomma, Diego, la questione non è affatto banale…
Per nulla. Quel che stiamo facendo è mettere insieme le richieste dei ragazzi, quelle delle squadre e quelle della nazionale. E su questo tema Amadio e i cittì si dovranno muovere, e si stanno muovendo, con i “fili di piombo”. Servirà molta attenzione.