Nel mondo di Francesca, accompagnati dalla mamma

04.02.2021
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«Ieri c’è stata la Rai – dice Alessandra, mamma di Francesca Baroni – hanno fatto anche delle belle riprese sul percorso che di solito usa per fare scarico. Francesca era emozionata. E’ venuto proprio Andrea De Luca, il servizio si dovrebbe vedere stasera».

Sul traguardo di Lecce, dopo la vittoria tricolore della figlia, nei suoi occhi c’era tanto orgoglio, anche se con grande discrezione se ne stava sempre un passo indietro. Chissà se ai mondiali, dopo il quinto posto di Francesca, sua mamma sarebbe riuscita a restare così composta. 

Il risultato di Ostenda ha portato la ragazza toscana all’attenzione degli italiani e la sua storia, con il massimo garbo, merita un approfondimento che renda merito a lei e alla sua famiglia. E diventi ispirazione per chi sta vivendo una situazione analoga e non sa che cosa si possa e cosa non si possa fare.

Il monociclo è il suo passatempo: se ci sono ruote, Francesca c’è. E’ il 2015
Sul monociclo: se ci sono ruote, Francesca c’è. E’ il 2015
Serve più coraggio a uscire in bici per una ragazza non udente o per la mamma a lasciarla andare?

Penso per la mamma (sorride, ndr), quantomeno su strada. Nel cross è difficile che ti fai male, puoi avere un infortunio, ma dipende da te. La strada è pericolosa e qui da noi poi c’è tanto traffico.

Quando è cominciata questa passione?

A sei anni e mezzo. La storia che vide Basso al Giro e si innamorò del ciclismo ormai s’è raccontata svariate volte. Aveva sei anni e mezzo e prima non si era mai avvicinata allo sport. Mi chiese: «Mamma, anche le femmine possono fare ciclismo? Mi piacerebbe provare…». Io le dissi che si poteva, ma allora non è che il ciclismo femminile fosse così popolare. Lei disse che in alternativa avrebbe voluto giocare a calcio e allora si optò subito per la bici.

Il ciclismo nella vostra famiglia c’era mai… passato?

Come tifosi, soprattutto di Marco Pantani. Andavamo a vedere le corse quando erano qua intorno, però mai fatta una trasferta. Quelle si sono cominciate a fare con lei. Abbiamo finito due macchine, per seguirla alle corse.

Il fatto di non sentire l’ha mai limitata?

E’ sempre stata indipendente. Solo ora, con le mascherine, la situazione è più complicata. Ieri per la prima volta da tanto tempo mi ha chiesto se potevo accompagnarla alla Posta, dove normalmente va da sola. E’ difficile per noi capire uno che parla con la mascherina, per lei è un problema. Ma per il resto, mia figlia non si è mai fermata davanti a nulla.

Nel 2019 ai campionati europei, è 6ª nel giorno del successo di Ceylin Del Carmen Alvarado
Nel 2019 ai campionati europei, è 6ª nel giorno del successo di Ceylin Del Carmen Alvarado
Non ha mai avuto problemi di equilibrio in bici?

Mai. Va anche con il monociclo, lo volle in regalo per la promozione. Qua intorno la conoscono anche per questo. Tutto ciò che è sport le è sempre riuscito bene. Visto che da piccola gareggiava soltanto in estate, d’inverno la portavo in piscina. E dopo un po’ pure quelli del nuoto le proposero di fare gare. Sarebbe stato troppo, per cui dicemmo di no.

Le protesi aiutano? 

Il problema di Francesca è che la sua sordità è molto profonda. Per capire. Immaginate di accendere il televisore e di andare nella stanza accanto. Percepite dei suoni, ma non distinguete le parole. Se però poteste vedere le immagini, riuscireste a collegare quei suoni a delle parole. Per Francesca è lo stesso. Solo con la protesi e senza il labiale non riesce a sentire. Con la protesi e il labiale, capisce bene anche me che parlo velocissima. Solo con il labiale, bisogna scandire bene, ma capisce tutto.

Crede che tanta grinta derivi in qualche modo anche da questo?

Chi può dirlo? Chi può dire come sarebbe se sentisse normalmente? Il fatto di essere agonista ce l’ha sempre avuto dentro. Da piccolina, quando faceva le corse con gli amici in spiaggia, voleva sempre vincere.

Consiglierebbe lo sport a un ragazzo con lo stesso problema?

Al non udente non è precluso nulla, ma tanto dipende da come la famiglia si approccia all’handicap. Quando scopri il problema, non è che sei contento, ma puoi reagire. Noi siamo stati al CRO di Firenze, con il professor Gitti, cui siamo davvero tanto grati, perché Francesca ha una meravigliosa capacità lessicale. Ma lì c’era una bambina, cui la mamma non legava i capelli, per paura che si vedesse la protesi. Se non sei sereno, hai difficoltà a conviverci.

Tornando alle paure iniziali della strada, la segue sempre quando si allena?

Sempre, se va da sola. Oggi ad esempio è uscita con un amico ed è andata da sé. L’unica accortezza è che ci mandi dei messaggi per avvisarci nel momento in cui è da sola. La seguiamo con la moto, il modo per starle vicino senza ostacolare il traffico.

Francesca Baroni
E’ una vera dura: quest’anno ha vinto a Nalles nonostante il meteo a dir poco proibitivo
Francesca Baroni
E’ una dura: quest’anno ha vinto nella bufera di Nalles
Francesca sembra decisissima, ha scelto lei in quale squadra andare oppure ne avete parlato?

In casa ci consultiamo su tutto, ma prima di prendere una decisione deve essere convinta lei. Come con il preparatore. Prima ne aveva uno che secondo noi non andava bene, ma è passata con Pino Toni soltanto quando si è resa conto che effettivamente le mancava qualcosa

Il quinto posto di Ostenda è un bel risultato o un’occasione persa?

Un ottimo risultato. Se me lo avessero detto alla partenza, non ci avrei creduto. E poi oggi le U23 vanno fortissimo, in Coppa del mondo arrivano con le elite e su quel percorso con tanti tratti da fare a piedi, davvero non avremmo mai pensato così bene.

Secondo lei, per il futuro sua figlia valuta qualcosa oltre alla bici?

Purtroppo no, punta tutto su quello. E il purtroppo è legato al fatto che ad esempio per ora non può entrare in un corpo militare, perché nel bando è richiesto anche l’esame audiometrico.

Scusi la domanda forse fuori luogo, siete mai stati contattati dallo sport paralimpico?

Chieda pure, non è un problema. Un anno andammo in televisione dalla De Stefano, in una tappa del Giro, a perorare la causa dei sottotitoli nelle cronache sportive. Per cui tutti ascoltarono la storia di Francesca e ci chiamarono proponendo di portarla al mondiale o alle Olimpiadi, non ricordo. Il fatto è che i non udenti non rientrano nelle categorie ammesse, per loro ci sono le Olimpiadi Silenziose. Sono figlie di un retaggio antico e superato, per cui il non udente quasi appartiene a un’etnia diversa anche da quella dei genitori, senza considerare che si può nascere non udenti anche da genitori che invece sentono.

Francesca Baroni, campionato italiano juniores 2016, Monte Prat
Nel 2016, ha vinto il campionato italiano juniores a Monte Prat
Francesca Baroni, campionato italiano juniores 2016, Monte Prat
Nel 2016 ha vinto il tricolore juniores
Non trovate scandalosa questa distinzione?

Infatti Francesca vuole correre come sta facendo, semplicemente perché può farlo. In ogni caso però, benvenga lo sport paralimpico. Sono tutti atleti fantastici

Forse, a pensarci, l’unico problema potrebbe averlo con le radioline in corsa…

Esatto, ma si faceva ciclismo anche prima che le inventassero. Basta che qualche compagna la avverta se c’è qualcosa da sapere e che si parli chiaramente nella riunione pre gara. Un problema nella crono? Con tutti gli strumenti che puoi mettere sul manubrio, se si tratta di spingere, lei spingerà.

Lo sa, vero, che sua figlia è fortissima e anche determinata?

Non dico che non abbia potenzialità, ma deve ancora dimostrare tanto. La cosa più importante è che faccia esperienza. La nuova squadra l’ha presa perché crede in lei e spero che la si giudichi per come andrà. Apprezzo che nelle interviste non venga suonato sempre lo stesso tasto. Questa s’è fatta soprattutto perché sia di stimolo per gli altri.