Il press kit di Specialized dice: «Quando un secondo fa la differenza». Questo slogan dice molto delle nuove scarpe S-Works Ares: ricerca del limite, prestazione massima, nessun compromesso. Ma queste parole sono confermate anche dai campioni e dal nostro test…
Comfort e prestazione
Okay, è molto leggera, 220 grammi nella misura 42, ed anche rigida grazie alla suola full carbon con fibra FACT Powerlin ma davvero sarebbe sin troppo riduttivo per la Ares. Le prestazioni di questa scarpa sono strettamente legate anche alla sua calzata, al suo comfort che fa rima con Body Geometry: caviglia, ginocchio e anca sono allineate per fornire più potenza (ridurre gli infortuni). Si guadagnano 7 watt, cioè 14 secondi più veloce su 10 chilometri. Questo allineamento è possibile grazie al Varus Wedge, uno spessore di 1, 5 millimetri nella suola che stabilizza l’avampiede.
Calzata e chiusura poi vanno a braccetto. Il nuovo sistema di chiusura è una “triangolazione” grazie ai due Boa Li2 Fit che dipana la pressione in modo omogeneo su tutta la scarpa.
Ma se questa scarpa è tanto veloce nella trasmissione della potenza il merito è anche della calza interna senza linguetta. Una calza, una sorta di “guanto” rinforzato in Dyneema (una fibra sintetica molto resistente tanto da essere usata nel kitesurf). Il piede è avvolto in modo omogeneo.
Bagioli se le gode
Sam Bennett ha usato le Ares già durante il Tour. «Avevo paura che altri velocisti potessero avere queste scarpe tanto veloci», ha detto l’irlandese. E durante l’inverno sono state distribuite anche agli altri corridori di Deceuninck-Quick Step e Bora-Hansgrohe. Tra di loro quindi anche Andrea Bagioli.
«Uso queste scarpe da dicembre – dice Andrea il valtellinese – ce le hanno date durante il primo ritiro. Sono sincero, all’inizio ero un po’ scettico vista la loro forma. Sono un po’ alte, arrivano fin quasi alla caviglia. E ho sfruttato le prime uscite per abituarmi, ma dopo un paio di settimane ho trovato il giusto feeling e adesso mi ci trovo… da Dio. Il piede resta fermo in ogni condizione, seduti e in piedi. E soprattutto in volata resta lì, fisso. Meglio rispetto alle altre. La scarpa si chiude da sopra e non dai lati e quindi senti il piede più avvolto. Non c’è più la linguetta, ma una calza e già solo con questa il piede è più “franco”».
A quanto pare ne guadagna anche la circolazione. Spesso con il freddo se il piede è costretto e il sangue non circola bene si “ghiaccia” facilmente. Ma non è il caso della Ares.
«Io le ho usate anche a casa con 5-6 gradi sotto zero e non ho avvertito problemi di freddo. In squadra ne parliamo quando arrivano nuovi materiali e anche per queste scarpe è stato così. Morkov le aveva già alla Vuelta e di tanto in tanto gli chiedevo come si trovasse. Lui è rimasto subito soddisfatto, tanto che le ha messe all’inizio e non le ha più tolte.
«Ormai in Deceuninck le portano tutti, tranne due o tre che preferiscono le Vent, la scarpa estiva. Sì, quella è un po’ più leggera, ma queste sono più rigide e in volata ti danno qualcosa in più.
Dettagli sopraffini
Ma non solo pro’. Un dettaglio che abbiamo apprezzato non poco è stata la scaletta millimetrata orizzontale sull’ ingaggio della vite più alta. E’ davvero utile per trovare la posizione esatta della tacchetta.
Un netto passo avanti è stato fatto sul resto della scarpa. La talloniera PadLoc stabilizza moltissimo il tallone e nonostante ciò non si ha quel fastidioso senso di sfregamento. Il risultato è una scarpa davvero pronta.
I colori disponibili sono quattro: bianco (quello da noi testato), nero, bianco con scritta nera (Team Edition) e rosso. Quest’ultimo colore sarà prodotta solo adesso in fase di lancio, successivamente, al termine di questo primo lotto di disponibilità, non sarà più disponibile.