Van der Poel ai mondiali per vincere. In barba agli assenti

08.09.2022
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«Non andrei in Australia, se non pensassi di poter diventare campione del mondo». Punto e a capo. Se ti serve il titolo, Van der Poel te lo dà. E così l’altra sera, ospite di un podcast alla vigilia del GP di Zandvoort di Formula Uno, l’olandese ha tirato fuori dal cilindro la sua ambizione iridata.

«Non so esattamente a che punto sono – ha precisato – perché ultimamente non ho preso parte a gare di alto livello. Ma il mondiale ha un percorso un po’ tipo l’Amstel. Per vincere dovrei essere al 100 per cento, ma finora abbiamo visto il percorso solo in uno schermo. Solo quando ci avremo pedalato davvero, potremo stimare quanto sia davvero difficile».

Al Tour, Van der Poel era sfinito. Nella tappa del pavé ha deluso
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Senza pressione

E così, in mezzo a corridori che scelgono di non andare e squadre che lo impediscono ad altri, la voglia di Mathieu di esserci fa bene al morale e al ciclismo stesso. L’ultima volta che si è visto andar forte l’olandese, eravamo al Giro d’Italia del debutto, quando quel suo correre sconclusionato produsse spettacolo per noi e tossine per i suoi muscoli. Al punto che ha dovuto ritirarsi dal Tour e da quel 13 luglio lo si è rivisto in bici alla fine di agosto in due gare fiamminghe (in apertura al Druivenkoers di Overijse), la seconda delle quali a Geraardsbergen, conclusa con la vittoria davanti a suo fratello David. Mathieu ha fatto di tutto per essere a posto per l’Australia.

«In realtà – ha detto – ora si tratta principalmente di allenarsi e di fare alcune gare più piccole per prepararsi. E dopo si vedrà. Il focus è sul mondiale. Non sento più alcuna pressione. L’avevo ancora nei primi anni del ciclocross, ma ora non ho più stress prima di una competizione. Era tutto nella mia testa, ma una gara su strada è diversa da una di ciclocross in cui bisogna essere concentrati fin dall’inizio».

Il Tour ha consegnato Van Aert a una dimensione superiore: in Australia ci sarà la vendetta di Mathieu?
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Di nuovo nel cross

E tanto lo sai che alla fine il discorso finisce nuovamente lì, al ciclocross. Forse perché Mathieu pensa di aver riposato abbastanza. O forse perché la passata stagione è andata quasi tutta in malora a causa dei problemi alla schiena e al ginocchio.

«L’anno scorso – conferma – sono riuscito a fare solo un cross e mezzo, poi mi sono fermato a Zolder e non sono più riuscito a ripartire. Voglio tornare, anche se non so quando o quali cross correrò. Voglio fare da dieci a quindici gare. I fastidi alla schiena sono sempre lì, continuo a lavorare per tenerli lontani. Devo passare qualche ora in palestra e, se non lo facessi, potrebbero tornare. Ci ho sempre convissuto, ma il problema è che ho fatto tre discipline per tre anni, quindi ho avuto pochissimo tempo e spazio per fare quegli esercizi. Credo ci sia stato un piccolo problema, aggravato dall’accumulo di impegni. Per questo ora ci devo lavorare un po’, ma posso pedalare di nuovo in modo completamente indolore. E questa è la cosa più importante»