«Neanche dovevo farlo il Giro. Faresin mi ha chiamato martedì mattina.Mi ha detto se me la sentissi. E io non ho esitato». Non ci crede Alberto Bruttomesso. Il corridore della Zalf Desiree Fior è la prima maglia rosa del 45° Giro d’Italia U23.
Il veneto è un primo anno. Fisico massiccio. Gambe muscolose che sono ancora da scolpire, tipiche di chi non ha ancora 20 anni, anzi 19, visto che è di ottobre. Un velocista puro? Chissà… La cosa certa è che ad Argenta ci si aspettava una volata e una volata è stata.
La Dsm è stata in testa per oltre 120 chilometri. Tappa piatta, ma in partenza c’era un Gpm (foto Isola Press) E il più lesto a passarci è stato Valter Ghigino (Hopplà-Petroli Firenze-Don Camillo) che ha così preso la maglia blu
La Dsm è stata in testa per oltre 120 chilometri. Tappa piatta, ma in partenza c’era un Gpm (foto Isola Press) E il più lesto a passarci è stato Valter Ghigino (Hopplà-Petroli Firenze-Don Camillo) che ha così preso la maglia blu
Vittoria a sorpresa
Mette le mani nel capo Bruttomesso quando taglia il traguardo. Non ci crede. Non ci crede lui e neanche sua mamma Katia, che corre dietro all’arrivo alla ricerca del figlio per abbracciarlo.
«Siamo venuti qui per questa tappa e abbiamo fatto bene – spiega la mamma – perché era il suo debutto e sapevamo che poteva fare bene. Ma non così tanto. E poi era anche il più piccolo della squadra».
La corsa si è conclusa sotto un caldo sole. Non rovente come quello che hanno trovato qualche giorno fa i corridori all’Adriatica Ionica Race, ma quasi.
La DSM ha controllato gran parte della corsa e il ritmo è stato un po’ più blando del previsto, tanto che è saltata anche l’ultima tabella oraria, quella più lenta. Hanno corso da professionisti. Molto nervosismo all’inizio, ma dopo che è andata via la fuga, le acque si sono calmate.
Lo spettacolo però non è mancato. Come ci aveva detto anche Lorenzo Germani qualche giorno fa: occhio al vento. E infatti in un punto in piena pianura a ridosso della costa adriatica il gruppo si è spezzato. E questa accelerazione ha sancito la fine della fuga.
Argenta abbraccia i ragazzi con un certo calore. Nella piazza dell’arrivo c’è davvero parecchia gente. Un bel colpo d’occhio. E se il buon giorno si vede dal mattino… va bene così!


Zalf compatta
I compagni della Zalf si radunano prima di ripartire in direzione delle ammiraglie che li porteranno a Rossano Veneto. Si radunano e si danno il cinque.
«Sicuramente – dice Federico Guzzo, che si fa portavoce – era un arrivo adatto alle nostre caratteristiche. Qui al Giro abbiamo più che altro una squadra per percorsi mossi, però avevamo anche questa opzione di Bruttomesso, che è veramente forte. Alberto è uno dei più bravi in volata al momento. Uno dei più forti dell’intera stagione».
«Ci siamo mossi bene per la volata. Direi che “siamo usciti giusti”, nel finale. Poi lui è forte e se l’è giocata davvero alla grande. Sa sfruttare le scie giuste. E’ nella posizione giusta al momento giusto. Io per esempio ho tirato, ma alla mia ruota c’era un ragazzo della Lotto, mi sembra. Poi però Alberto si è arrangiato. Comunque lo abbiamo portato fino ai 300 metri. Per tutta la tappa abbiamo corso compatti e nel finale eravamo tutti per lui».
In Zalf sono contenti. Come dicono i ragazzi stessi, una vittoria di tappa e la maglia rosa sono già tanto.
Il vicentino, classe 2003, è al primo anno tra gli U23 e alla 6ª vittoria stagionale L’emozione dell’abbraccio con la mamma… Poi ecco Alberto tra i genitori
Il vicentino, classe 2003, è al primo anno tra gli U23 e alla 6ª vittoria stagionale L’emozione dell’abbraccio con la mamma… Poi ecco Alberto tra i genitori
Bruttomesso in rosa
Nel frattempo mamma Katia è stata raggiunta da papà Massimo. I genitori abbracciano il loro ragazzo. Saranno presenti anche domani al via, poi tutti a casa a Valdagno.
Provando ad immedesimarci in lui alla sua età, colpisce il suo self control. Si vede che è contento e ci mancherebbe, ma Alberto fa sua questa vittoria come fosse un veterano. Il che denota sicurezza.
«Ripeto, inizialmente neanche dovevo esserci – dice Bruttomesso mentre è seduto su una sedia prima di vestire la maglia rosa – ho la maturità che mi aspetta tra pochi giorni. Però da quando mi hanno detto che sarei venuto al Giro, ho studiato questa tappa, che sapevo mi si addiceva.
«Sapevo anche che il livello dei partecipanti era altissimo. Che c’erano tutti i più forti sprinter d’Europa. Speravo in un piazzamento: un buon posto, magari per prendere la maglia bianca. Arrivare a vincere e alla rosa… proprio no! Sono super contento».


Velocista dentro
I suoi compagni lo hanno aiutato. Hanno tirato per il più piccolo. Il più piccolo che però ha le idee chiare. Molto chiare. Guzzo, aveva ragione: “Alberto se la sa cavare da solo…”.
«Il fatto che abbiano tirato per me è un onore. Ci siamo trovati in due all’ultimo chilometro, Guzzo ed io. Federico ha fatto un lavoro impeccabile.
«Ai 400 metri ero un po’ indietro, credo intorno alla decima posizione, però sono riuscito a portarmi avanti, ma sempre restando coperto. Poi ai 200 metri sono riuscito ad uscire. Mi sono riportato avanti, sapendo che il rettilineo tirava verso destra e così mi sono spostato un po’ all’esterno per non rischiare di restare chiuso. Tutto è andato in modo perfetto».


Palloncini in camera
A questo punto la prima persona che ci viene in mente è Luciano “Ciano” Rui. Il vecchio pilastro della Zalf ci aveva parlato in tempi non sospetti di Bruttomesso e sempre in tempi non sospetti ci aveva detto della sua paura che i procuratori glielo portassero via subito. Adesso chissà come andranno le cose.
Lui però con la sua saggezza si gode il momento: «Se me lo aspettavo? Sapevo che Bruttomesso era forte, ma non credevo che fosse già maturo per queste gare. Oggi c’era un parterre mica indifferente. Chapeau, come si dice in questi casi. Io già lo seguivo quando era alla Borgo Molino (team juniores, ndr) ma adesso è ancora più maturo».
«Intanto ci gustiamo la maglia rosa. Quando si parte bene si è a metà dell’opera – dice Rui, mentre aspetta i suoi corridori in hotel – i ragazzi già erano motivati e la maglia nuova (griffata MS Tina, ndr) ha portato bene. Ma soprattutto hanno fatto una gran bella volata».
«Ho messo dei palloncini rosa in camera di Alberto e dei ragazzi, perché la forza è il gruppo. Come detto, ci godiamo il momento, ma da domani si riparte da zero: un po’ più maturi e con un po’ meno di pressione».









