Porcellato 2022

La Porcellato racconta il nuovo corso paralimpico

17.05.2022
4 min
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Per capire chi sia Francesca Porcellato servirebbe un libro, per raccogliere tutti i suoi trofei. Basti pensare che ai Giochi Paralimpici in 7 edizioni ha conquistato 15 medaglie di cui 3 d’oro, oltre a 11 medaglie mondiali (6 d’oro). Il bello è che lo ha fatto in ben 3 discipline diverse: atletica, dove ha gareggiato dai 100 metri fino alla maratona conquistando quelle più prestigiose, New York e Boston comprese. Sci di fondo, arrivando all’oro olimpico nella sprint a Sochi 2014. Ciclismo, nella categoria handbike H3 con due titoli mondiali all’attivo. Se si pensa che ha iniziato a gareggiare alle Olimpiadi a Seul 1988 e ancora lo scorso anno a Tokyo era sul podio, si ha un’idea della sua immensità sportiva.

Con un curriculum del genere, la Porcellato è una sorta di guru nel paraciclismo italiano, che dopo Tokyo ha vissuto una profonda trasformazione con il passaggio della responsabilità tecnica da Mario Valentini a Rino De Candido. Un passaggio non indolore, considerando che è arrivato dopo una lettera firmata da molti dei campioni del movimento azzurro per chiedere un cambiamento.

Porcellato Ostenda 2022
Il gruppo azzurro a Ostenda, dove sono arrivate 16 medaglie, 18 poi a Elzach sempre in Coppa del Mondo (foto FCI)
Porcellato Ostenda 2022
Il gruppo azzurro a Ostenda, dove sono arrivate 16 medaglie, 18 poi a Elzach sempre in Coppa del Mondo (foto FCI)

Un cambio necessario

L’argomento è spinoso e lo affronta subito senza nascondersi, per chiarire una volta per tutte la vicenda.

«Si sono scritte tante cose sbagliate – spiega Francesca – ci tengo a chiarire innanzitutto che il nostro gesto non era rivolto alla persona, per la quale la stima è rimasta intatta, ma all’operato negli ultimi tempi. C’è un tempo per tutto, era arrivato il momento di cambiare. L’Italia è sempre stata un riferimento assoluto nel paraciclismo, alla quale tutti guardano con rispetto e invidia per i titoli raccolti. A Tokyo è andata bene, ma non all’altezza del nostro passato, c’erano delle carenze. Lo sport ad alto livello è come un’azienda, che si misura in base ai risultati».

Il cambiamento c’è stato e a Ostenda, nella prima di Coppa del mondo, avete vissuto l’esordio sotto la nuova gestione. Com’è stato?

Non poteva essere migliore: 16 medaglie in tutto è un gran risultato. Ma vorrei sottolineare che queste sono venute da atleti già a Tokyo e anche da nuove leve, perché il cambiamento era necessario anche in questo senso. Io ho superato da tempo in 50 anni e sono la prima a dire che c’è bisogno di nuova linfa, oltretutto in un quadriennio olimpico molto corto come quello verso Parigi 2024.

Come avete vissuto l’approccio con il nuovo staff?

Posso riassumerlo in una frase: siamo stati coccolatissimi. Abbiamo trovato gente attentissima a ogni nostra esigenza, sensibile alle necessità di ognuno, perfettamente inserita in un ambiente che ha sempre fatto dell’unione la propria forza. Miglior inizio anche da questo punto di vista non ci poteva essere. Per descrivere qual è l’ambiente del paraciclismo credo possa servire un aneddoto.

De Candido Ostenda 2022
De Candido con Pierpaolo Addesi, suo braccio destro, Martino Pini e Federico Mestroni, argento e bronzo a Elzach, categoria MH3
De Candido Ostenda 2022
De Candido con Pierpaolo Addesi, suo braccio destro, Martino Pini e Federico Mestroni, sul podio a Elzach
Sentiamo…

Uno dei nuovi ragazzi arrivati in nazionale aveva vinto l’oro, solo che i giudici inizialmente lo avevano assegnato a un altro concorrente, rivedendo la classifica solo a premiazioni avvenute. Quando è arrivato a cena, appena entrato in sala tutti noi abbiamo intonato l’inno italiano, per provare a fargli sentire quelle emozioni che non aveva potuto vivere sul podio.

C’è quindi una buona commistione tra i “vecchi” e le new entry…

Non potrebbe essere altrimenti, noi siamo i primi a sapere che servono forze nuove. In questo senso la nuova gestione è molto incoraggiante. So che De Candido si sta guardando intorno per portare nel nostro mondo tanti ragazzi, ho letto con interesse l’idea riguardante Samuele Manfredi. Noi da parte nostra possiamo dire che faremo di tutto per rendere ogni ingresso nel gruppo il più semplice possibile e credo che questo ambiente rinnovato potrà portare nuove grandi soddisfazioni.

Porcellato Ruffato 2022
La veneta iridata insieme a Giulia Ruffato, entrambe a podio sia a cronometro che in linea
Porcellato Ruffato 2022
La veneta iridata insieme a Giulia Ruffato, entrambe a podio sia a cronometro che in linea
Che livello di gare hai trovato a Ostenda?

Molto buono, anche se è chiaro che non era un’Olimpiade e molti di quelli che hanno vinto a Tokyo hanno tirato un po’ i remi in barca, cosa normale nell’anno postolimpico. Oltretutto il cammino verso gli ultimi Giochi era stato durissimo, allenarsi nelle “bolle”, stare attenti al minimo contatto che poteva costare la partecipazione… E’ stata pesante a livello psicologico, ci siamo sentiti tutti un po’ scarichi dopo. Anch’io dopo Ostenda prenderò un po’ di riposo, infatti nella seconda tappa a Embach (AUT) sono arrivare forze fresche e il fatto che i risultati siano stati ancora molto lusinghieri conferma il nostro livello generale.

De Candido accennava al fatto che al suo primo approccio è rimasto stupito del livello di professionalità degli atleti…

Il paralimpismo ormai sta diventando professionistico a tutti gli effetti, anche alcune squadre WorldTour hanno la loro sezione paralimpica. Per questo non c’era la possibilità di rimanere fermi, di non cambiare. E’ un treno che non si ferma, dovevamo prenderlo al volo. Di noi si parla molto poco, Paralimpiadi a parte, ma sappiamo di avere gli occhi puntati addosso. Abbiamo sempre avuto una grande squadra, dobbiamo continuare ad averla.