Thomas non ha dubbi, Brailsford ne ha anche meno. Nessun caso per l’esclusione del gallese e quella di Froome dalla squadra del Tour. Semplicemente, dopo il Delfinato, il Team Ineos-Grenadier si è riunito attorno allo stesso tavolo e la decisione è stata presa.
«Dopo la pandemia – spiega il grande capo del team – gli atleti sono arrivati alle prime corse in condizioni totalmente diverse. Il mondo certe cose non le sa e può aver travisato alcuni passaggi. Ma noi ci conosciamo da tanto tempo. Ci siano seduti e ci siamo chiesti: a che punto siamo? Non si trattava di promuovere o bocciare qualcuno, semplicemente di valorizzare al meglio le nostre risorse. Se facciamo il punto sulla carriera di Thomas, il fatto che sia venuto al lottare per il Giro d’Italia lo trovo estremamente eccitante».
Non è facile essere il baronetto di Sky e dover masticare il fiele di una brutta sconfitta al Tour e insieme spiegare come e perché hai scelto di rimescolare tutto. Ma questa volta Brailsford parte da una base condivisibile, che getta una luce quasi umana sul team.
«Abbiamo corridori esperti che hanno vinto molto – spiega – come Thomas e altri più giovani ma di grande talento. Lo sport continua, non si ferma a guardare le sconfitte. Sta a noi osservare e trovare la chiave di lettura di un risultato. Lo stiamo facendo. Ci siamo rimboccati le maniche per far sì che i due gruppi si integrino, arrivando ad avere corridori giovani e di talento con la giusta esperienza per gestire ogni tipo di situazione.
«Dopo il Tour abbiamo pensato di cambiare strategia, ma occorre un punto di vista più ampio e non semplicemente la fretta di cambiare gli uomini per ottenere il primo risultato unico. Come team abbiamo vinto tanto negli ultimi anni, ma ora sono arrivate squadre che si sono molto rinforzate. E noi dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per migliorare».
L’analisi della sconfitta
L’analisi del Tour è lontana da venire. Forse il cedimento è stato così evidente e inatteso, che questa volta servirà più di una chiacchierata. Dave lo sa e forse per questo evita di affrontare l’argomento. L’analisi passa per la lettura dei numeri e il necessario approfondimento.
«Se guardi il Tour – dice – c’è rammarico che potrebbe bloccarti. Per questo dopo una grande sconfitta si deve guardare la corsa successiva. Il nuovo impegno e tutte le attenzioni che richiede ti porta via dal malumore, ma ciò non toglie che dovremo raccogliere informazioni e andare avanti».
La firma di Pidcock ha portato aria nuova nel team britannico. Bernal ha bisogno di tempo per rigenerarsi analizzando magari le troppe attese. Carapaz ha confermato le sue qualità. Thomas tirerà una riga dopo il Giro. L’anno del covid ha scosso profondamente il team, portando tutti fuori dalla loro comfort zone. Vedremo se il ritorno alla normalità sarà nuovo olio sui soliti meccanismi.