Il bellissimo Hotel Hilton di Anversa va popolandosi di direttori sportivi. E’ al secondo piano di questo scrigno del lusso, nel cuore della Città dei Diamanti, che va in scena la consueta riunione dei direttori sportivi. Si chiacchiera, si sistemano i numeri nelle buste delle squadre e si aspetta la lista di partenza definitiva. Tra questi diesse c’è anche Ken Vanmarcke, della EF Education Easypost, la squadra di Alberto Bettiol, che in fin dei conti solo tre anni fa alzava le braccia al cielo ad Oudenaarde.


Bettiol per la squadra
«Come sta Alberto? Penso – dice il diesse fiammingo – che stia progredendo regolarmente. Migliora di gara in gara. Ha avuto un inverno difficile e sta lavorando per tornare al livello che gli compete».
«E’ un vincitore del Fiandre e credo che nella sua testa sia sempre motivato, per questa corsa. Ma sapendo di non essere al meglio è motivato principalmente a supportare la squadra fin dove potrà. L’idea è che possa portare il nostro leader (Valgren, ndr) più avanti possibile nel finale, perché Alberto ha molta esperienza. Sa esattamente come va la gara. La sente. Sarà un’arma in più per i ragazzi. E qui l’esperienza conta.
«E poi Alberto è sempre Alberto. Potrebbe anche farci una sorpresa. Presto potremmo vederlo ai suoi massimi livelli».


Corsa alla Alpecin
Vanmarcke, tra l’altro fratello maggiore di Sep che non è al via in quanto la Israel- Premier Tech non partecipa, continua a sistemare i numeri. Conosce ogni metro del percorso visto che è di Coutrai e ci è praticamente nato sui muri. Non a caso è lui a guidare l’ammiraglia. E il discorso con lui non verte solo su Bettiol.
Ci si chiede infatti come sarà la corsa senza Van Aert, che non solo era il favorito, ma era il favorito con la squadra più forte. Tanto più che, sembra (il condizionale è d’obbligo), la Quick step – Alpha Vinyl non sia al massimo.
«Sono convinto – riprende Vanmarcke – che tutti guarderanno Van der Poel e la Alpecin-Fenix avrà l’onere della corsa. E’ lui il grande favorito. E poi c’è da vedere cosa farà Pogacar. Anche lui sarà un osservato speciale e sanno che non ha paura di attaccare da lontano.
«Per me la gara vera e propria inizierà molto presto. Molte squadre vorranno andare avanti presto proprio per questa paura. E se si muove Pogacar il 95% del gruppo lo seguirà. Devi anticiparlo, perché se scatta poi è dura seguirlo da dietro. La speranza è che perda un po’ più di energie perché non è esperto».
L’ipotesi che lo sloveno possa scattare da lontano, per non sprecare energie a risalire o per stare in gruppo, è emersa più volte in questi giorni, parlando con diesse e corridori.
E sulla Quick Step? «Non penso – riprende Vanmarcke – che quest’anno abbiano un vero leader. Asgreen dà abbastanza certezze? Possono fare la corsa tutto il giorno davanti senza essere sicuri di vincere? Se fossi il loro diesse lascerei tutta la corsa in mano alla Alpecin-Fenix.
«Per controllarla servono molti corridori, quindi semmai proverei ad aprire la corsa presto, anticipando il finale e facendo lavorare gli altri».


Sorprese sì o no?
Prima di congedarci, con Van Aert fermo ai box, con meno favoriti del previsto e con il favorito numero uno (VdP) che forse non ha la squadra migliore, potrebbe essere il Fiandre delle sorprese. Regna incertezza.
«Mathieu – conclude Vanmarcke – è il favorito, ma sono molto curioso di vedere come andrà Mads Pedersen. Finora non ha mostrato qualcosa di eccezionale (ha comunque vinto due corse ad inizio stagione, ndr), ma è qui, è dato in crescita e col freddo lui va molto forte. Senza contare che questo percorso è adatto a lui».
Poco dopo incontriamo Stefano Zanini. Il diesse dell’Astana Qazaqstan però non vede una corsa particolarmente adatta alle sorprese. «Qui serve esperienza – ha sentenziato Zazà – altro che sorprese». Per lui il favorito è Van der Poel.