Ricordate Rubino? Per lui c’è la Viris Vigevano

08.02.2022
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Ricordate Samuele Rubino? Il lombardo aveva vestito la maglia azzurra da juniores e sempre in questa categoria aveva vinto il titolo nazionale nel 2018 e il Trofeo Buffoni. La sua carriera sembrava lanciatissima. Il passaggio tra gli under 23 con la Kometa Cycling, poi la NTT… Ma ecco anche il Covid. E qualcosa s’inceppa. Il novarese sparisce un po’ dai radar. Non rende come suo solito.

Samuele però da come racconta sembra molto tranquillo, consapevole sì, ma al tempo stesso non ha il tono di chi si sente il fiato sul collo, visto che questo sarà il suo ultimo anno tra gli U23. E sappiamo quanto sia difficile poi passare superata questa soglia anagrafica.

La divisa, griffata Rosti, per i 75 anni di attività della Viris Vigevano (foto Facebook)
La divisa, griffata Rosti, per i 75 anni di attività della Viris Vigevano (foto Facebook)

C’è la Viris…

Rubino è approdato in un grande team. Un team che giusto questa stagione taglia l’onorevole traguardo dei 75 anni. Da qui ne sono passati di campioni, non ultimo Filippo Ganna.

«Quest’anno – dice Rubino – sono passato alla Viris Vigevano. Lo scorso anno ero stato alla Lan Service Granmonferrato, una squadra piemontese. La mia è stata una stagione di alti e bassi. A maggio per esempio, dopo aver faticato un bel po’ a prendere la condizione, andavo bene, poi ancora un “basso”. Ho avuto il Covid… Tutta la stagione è stata un su e giù».

Rubino evidentemente è stato uno di quei ragazzi che più di altri hanno pagato il passaggio di categoria e ancora di più l’avvento del Covid. Nella stagione più indicativa, di solito il secondo anno, c’è stato il Covid. E tutto si è complicato.

«Adesso alla Viris Vigevano voglio rilanciarmi. E’ una squadra importante e forte e qui già posso dire che mi trovo meglio. Li vedevo allenarsi tutti insieme con l’ammiraglia al seguito. E questa cosa, per me che ero quasi sempre solo, mi piaceva. Così tramite amici sono arrivato a parlare con il direttore sportivo, Stefano Martolini… ed eccomi qui. Lui crede in me».

«Cosa si è inceppato? Non lo so. So solo che ho sempre avuto dei problemi. Il primo anno, all’estero, ho corso poco. Al secondo anno con Daniele Nieri andavo anche forte all’inizio, ma stando molto in Toscana mi mancava casa e poi c’è stato anche il lockdown».

Samuele è stato azzurro juniores ai mondiali di Innsbruck 2018 (foto Facebook)
Samuele è stato azzurro juniores ai mondiali di Innsbruck 2018 (foto Facebook)

Niente intoppi

Samuele sa bene che essendo un quarto anno è “a rischio”. Se quest’anno non dovesse andare forte, le cose si complicherebbero terribilmente per lui. 

«Ci proviamo, vediamo come va – dice il lombardo – Il mio obiettivo principale è quello di poter disputare una stagione normale, senza intoppi. Una stagione in cui non ci saranno più dei bassi, cosa che mi è mancata negli ultimi tre anni. Voglio divertirmi, ecco… E se poi ci saranno dei risultati tanto meglio».

E Samuele inizia a divertirsi già in allenamento. Quest’anno racconta che esce spesso con il team e che con gli altri ragazzi la battaglia non manca quasi mai. Un qualcosa che fa bene al gruppo e alle gambe.

«Uscire da solo mi piace, ma anche stare in gruppo. Io mi alleno nella zona del Lago Maggiore. Il Mottarone è una delle mie palestre e spesso vedo Alessandro Covi in allenamento, ma non lo conosco».

Sempre nel 2018, il novarese (classe 2000) vinse il campionato italiano juniores
Sempre nel 2018, il novarese (classe 2000) vinse il campionato italiano juniores

Scalatore ma non troppo

«Non sono un velocista, sicuro. Diciamo che sono uno scalatore esplosivo. E questo va bene per la categoria under 23. Puntare ad una Bassano-Monte Grappa? Non così tanto scalatore! Mi piacciono le corse dure e non troppo nervose, ma forse un arrivo come quello è troppo per me. Lo scorso anno per esempio, nei pressi di Camaiore a Corsanico c’è stata una bella corsa: ecco quelle così mi piacciono».

Essendo un quarto anno è ancora più importante l’aspetto della preparazione. E allora meglio lavorare in ottica generale oppure meglio esaltare al massimo le proprie caratteristiche? 

«E’ un punto di vista al quale sinceramente non ho pensato. Diciamo che ho lavorato sia sulle mie caratteristiche che in generale. Penso che essere esplosivi sia importante per la categoria in cui sono».