Sobrero all’università della crono con Malori e Pinotti

25.01.2022
9 min
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«Io Malori non l’ho mai conosciuto – dice Sobrero sorridendo – l’ho sempre visto in televisione. Però mi ricordo che ai mondiali del 2015 di Richmond, che io feci con gli juniores, una volta andai dai meccanici e vidi per la prima volta una corona da 58 montata sulla sua bici».

Adriano sorride e rilancia dicendo che adesso usano il 60, ma Sobrero alza le mani: lui il 60 non sa ancora cosa sia.

Tre tricolori

Il pomeriggio inizia a scurire e allo stesso tavolo, sia pure virtuale, siedono tre campioni italiani della crono e uno che quelle vittorie le ha raccontate. Matteo Sobrero, campione italiano in carica. Marco Pinotti, il suo preparatore al Team BikeExchange, sei volte tricolore fra i pro’. Il nostro Adriano Malori, campione italiano per tre volte da professionista, del mondo ed europeo fra gli U23. L’idea è di lasciare loro la parola, facendo a Sobrero appena la domanda che romperà il ghiaccio. Quando si cambia squadra e si è specialisti della crono, si chiede anche qualche garanzia sui materiali?

«A dire il vero – risponde – il materiale è stato una delle prime cose che ho valutato. La possibilità di avere il manubrio stampato 3D e lo studio dei materiali è stata detta dall’inizio. Siamo anche andati a Silverstone in galleria del vento a fare un nuovo bike-fit, al momento sono molto soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto».

La possibilità di investire sui materiali ha portato Sobrero al cambio di squadra (foto BEX Media)
La possibilità di investire sui materiali ha portato Sobrero al cambio di squadra (foto BEX Media)

PINOTTI: «Tra l’altro, non so se quando ha firmato Matteo sapesse già che stavamo passando da Bianchi a Giant. E questo noi lo vediamo come un’evoluzione. La Bianchi era già competitiva, però pensiamo che con Giant avremo un piccolo vantaggio dal punto di vista della bici e del pacchetto completo bici e ruote. Avevamo ruote Vision e Pirelli come tubolari, quest’anno avremo ruote della Giant, quelle che aveva già la CCC e poi i tubolari saranno Vittoria».

Le mani sopra

MALORI: «Matteo, colgo l’occasione, così senza riscaldamento, per farti una domanda che volevo farti da una vita. Ho visto che tieni le mani una sopra l’altra sulle protesi. E’ una questione di comfort o è un discorso aerodinamico?».

SOBRERO: «C’è stata una lunga discussione su questa posizione quando siamo andati a Silverstone. E’ stata una cosa che si è creata negli anni, anche confrontandomi con Filippo (Ganna, ndr), cosa che ho modo di fare molto spesso. Rispetto alla media sono molto corto sul davanti. Si tende ad andare molto lunghi, ma essendo leggero, poi mi muovo tanto e non mi trovo. Se invece rimango più corto, tendo a tirare, non sono solo appoggiato. E tirando rimango più fermo e più incassato. Poi ho scoperto che mi permette di avvicinare la testa con le mani, per essere più aerodinamico. E’ una cosa che mi sono messo in testa e mi trovo molto bene».

MALORI: «La trovo molto strana perché le protesi sono dritte e una persona che nello sforzo massimo si aggrappa a quel modo, anche a livello posturale ha una spalla più sollevata dell’altra…».

Sobrero è grande amico di Ganna e si confrontano spesso anche su temi tecnici
E’ grande amico di Ganna e si confrontano spesso anche su temi tecnici

PINOTTI: «Questa cosa qua è di quelle che creano il mal di testa a chi deve fargli il manubrio custom, perché non puoi fare le estensioni asimmetriche. Però abbiamo visto in galleria del vento che è una posizione vantaggiosa per lui. E’ entrato e aveva un certo valore, quando è uscito non è che avesse numeri tanto migliori, però abbiamo validato delle cose. Come ho sempre detto, un cronoman naturale in due o tre anni alla posizione migliore ci arriva da solo sentendo l’aria nel casco. A lui questa posizione porta dei vantaggi, anche se intuitivamente non è veloce, ma per lui è vantaggiosa e ci è arrivato naturalmente».

SOBRERO: «Io ero partito con le osservazioni fatte in pista a Valencia con l’Astana, quando si diceva di chiudere l’angolo delle braccia. Solo che per farlo, avrei dovuto prendere le protesi nella parte più alta con appena due dita e io non mi sentivo sicuro…».

La posizione scomoda

MALORI: «Abbiamo fatto questo discorso su bici.PRO tempo fa. Tanti impongono al cronoman le posizioni più redditizie che però sono anche scomode, mentre il miglior cronoman è quello che ha la posizione cucita su di lui, che grazie ad essa riesce a sviluppare più watt…».

PINOTTI: «Il tuo discorso è il più corretto. Infatti prima di entrare in galleria del vento, siamo stati parecchio con il fisioterapista a fare bike fitting. Abbiamo visto su quali distretti si possa agire, così quando siamo entrati nel tunnel, sapevamo su quali posizioni potevamo lavorare. Ad esempio con Yates, che non deve fare delle crono secche, ma inserite nei Giri, abbiamo scelto una posizione che non era la più veloce».

MALORI: «Senti Matteo, come ti gestisci per fronteggiare i cronomen di stazza superiore alla tua, i vari Ganna, Kung, Van Aert?».

SOBRERO: «Devo giocare sull’aerodinamica, perché in pianura da uno come Ganna perdo comunque tantissimo. In pianura, il watt è watt, non c’è niente da fare».

Nella crono tricolore di Faenza ha controllato in avvio e dato tutto nel finale
Nella crono tricolore di Faenza ha controllato in avvio e dato tutto nel finale

Il tricolore di Faenza

MALORI: «Il campionato italiano non l’ho visto, ero al lavoro. Come avete gestito le tre parti, fra andata, salita e ritorno? Display coperto oppure ti sei gestito?».

SOBRERO: «Mi sono gestito parecchio nella prima parte. Sapevo che avrei perso. Però se quei 10-20 watt li avessi risparmiati in avvio, in salita e nel tratto finale mi sarebbero tornati utili. E poi faceva caldo, un semplice fuori giri si poteva pagare caro. Invece al ritorno, che era anche a scendere, io ho fatto i miei watt, anche se ero a tutta, mentre Pippo che aveva dato troppo nella prima parte ha pagato».

PINOTTI: «Ganna è arrivato al primo intermedio con il miglior tempo, quindi è andato fortissimo in salita e lo ha pagato dopo. Matteo si è gestito bene, mentre Ganna ha perso tanto negli ultimi chilometri».

MALORI: «Ganna ha fatto come alle Olimpiadi: fortissimo all’inizio, poi in difficoltà. Domanda a bruciapelo: Matteo, ai grandi Giri ci pensi? Pesi 63 chili, sei fatto per le salite, ci pensi?».

SOBRERO: «Dopo lo Slovenia (chiuso al 3° posto, ndr) e l’italiano e l’ultima crono del Giro, ho preso più consapevolezza. Sì, ci penso, magari corse di una settimana in cui c’è la crono posso dire la mia. Ci vuole tempo. Ho visto che nello sforzo di mezz’ora riesco a fare qualche risultato. Nella corsa di cinque giorni, potrei dire la mia».

Classifica alla Tirreno

MALORI: «Ci provi già alla Tirreno quest’anno? Io scommetto 50 euro che fai podio».

SOBRERO: «Addirittura?».

PINOTTI: «Sembra che tu abbia letto i programmi della squadra. Alla Tirreno gli daremo la possibilità di fare classifica, perché non lo ha mai fatto. La Parigi-Nizza per la crono forse sarebbe più adatta, ma la Tirreno gli viene bene. Dovremo lottare ogni giorno, capire quello che significa, anche fosse per arrivare nei 15. E poi quest’anno è più adatta di altre Tirreno. Non avrà il supporto di uno scalatore, ma a Capodarco può difendersi e anche sul Carpegna può provarci».

MALORI: «Allora facciamo così: se vinco mi prendo 50 euro da ognuno di voi. Se perdo (e giù tutti a ridere, ndr), Enzo dà 50 euro agli altri tre!».

Sobrero ha il fisico da passista scalatore, la crono può essere funzionale per altri obiettivi
Sobrero ha il fisico da passista scalatore, la crono può essere funzionale per altro

MALORI: «Pino, una domanda per te adesso. Come si prepara un cronoman così che non ha la struttura dei più forti? In qualche modo mi ricorda te, che quando andavi forte davi legnate a tutti. Anche a me… (ridono tutti, ndr)». 

PINOTTI: «Non è tanto diverso da allenare un cronoman grande. Abbiamo fatto più palestra degli altri anni, ma non una cosa esagerata. Non per renderlo più potente, ma per renderlo più stabile. Ha ottimo recupero, quindi la crono può essere funzionale al resto della sua carriera. Può diventare un corridore da grandi Giri, dipende dai percorsi. E’ andato forte per due anni di fila nella crono finale del Giro, vuol dire che recupera bene».

Misuratore di potenza: sì o no?

MALORI: «Un’altra domanda per te, Pino. Preferisci la galleria del vento oppure i test in pista?».

PINOTTI: «Ho cambiato idea da poco, devo essere onesto. L’anno scorso portammo 15 corridori in pista a Valencia e pensavo che ci saremmo resi conto vedendoli pedalare e anche loro avrebbero capito se una posizione fosse più adatta delle altre. Quest’anno invece siamo andati in galleria del vento, ne abbiamo portati meno ma abbiamo potuto fare molte più cose, soprattutto avendo un atleta che dia dei buoni feedback. E poi ora i costi si sono ridotti, per cui adesso voterei per la galleria».

MALORI: «Ancora per te. Il misuratore di potenza ha cancellato un po’ l’arte del cronoman, la capacitò di gestirsi, evitando il fuori giri. Cosa ne pensi?».

PINOTTI: «Hai ragione, ma si può fare ancora senza. Pogacar ha vinto il Tour con quell’ultima crono senza avere alcuno strumento. Il fuoriclasse in gara può farne a meno. Quando ti alleni tanto, hai la sensibilità per capire se stai facendo 350 oppure 400 watt. Il vantaggio del potenziometro c’è con i meno specialisti, cui devi dare un’impostazione. Lo scalatore ha il senso del ritmo e si gestisce. Quelli più veloci, che sono abituati a dare tutto subito invece, partono troppo forte e poi si spengono. Con loro è decisivo. Ma se dovessi scegliere per me, lo vorrei. Però se senti di poter spingere e lui ti dà un valore più basso, devi poter spingere. Guai essere schiavi del numero. Lo vedo come il corridore davanti, un riferimento per andare più forte».

Sobrero si è rivelato al Giro del 2020, con il settimo posto nella crono di Palermo
Sobrero si è rivelato al Giro del 2020, con il settimo posto nella crono di Palermo

Le crono lunghe

BICI.PRO: «Si è parlato di crono di mezz’ora, quale differenza c’è con quella da un’ora?».

SOBRERO: «La prima crono lunga che ho fatto è stata all’italiano. E’ andata bene, mi sono trovato meglio di altre volte. Faccio 10 minuti che sto bene e altri 10 che maledico il mondo. Mi deprimo e mi motivo da solo, aspettando di arrivare agli intermedi».

MALORI: «Entra in gioco il fatto mentale. Fai mezz’ora e quando pensi che sei appena a metà gara, il fattore mentale è decisivo. I velocisti una volta mi chiedevano a cosa pensassi. Gli rispondevo che pensavo alle cose che mi avevano fatto girare le scatole e che mi davano il nervoso, in modo da avere la grinta».

PINOTTI: «Non le fanno più così lunghe, ma è un fatto di condizione. Se normalmente fra due atleti a crono c’è poca differenza, in un’ora questa si amplifica. Fai presto a perdere 2’30”. Anche perché la differenza la fai negli ultimi chilometri. Matteo al campionato italiano aveva una condizione eccezionale. Io non pensavo a cose lontane. Ero concentrato sul momento e semmai sull’avversario davanti. Se vedevo la macchina davanti era fatta».

MALORI: «Ti è capitato mai di vedere la macchina, riprenderla e renderti conto che non è di quello che è partito prima, ma del velocista di turno che sta facendo la crono al pascolo (ride, ridono tutti, ndr)?».

Si va avanti a parlare della cronosquadre ai mondiali e del Mixed Team Relay. Di chi dovrà pagare se Sobrero andrà sul podio della Tirreno e della possibile rimpatriata nei giorni del Giro. Si parla e si ride tanto. Quasi un’ora di appunti e battute fra amici, ma il tempo è volato. Se sarete arrivati sino in fondo, andate a lasciare un commento su Facebook, sarà anche per voi come aver vinto la crono di un’ora…