Caldo, freddo, classiche, Giri: il punto sull’integrazione UAE

28.04.2024
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BILZEN (Belgio) – Incontriamo Gorka Prieto prima che lasci il Belgio per raggiungere il Romandia. Il nutrizionista del UAE Team Emirates si muove con disinvoltura fra lo spagnolo e l’italiano, con le necessarie puntate in inglese. La squadra è un’autentica multinazionale e fra le sue mani passano i piani alimentari di tutti gli atleti, compreso lo sviluppo dei prodotti di integrazione in base alle loro esigenze. Le parole di Pino Toni sulla possibilità per Van der Poel di restare all’attacco per decine di chilometri grazie al giusto quantitativo di carboidrati hanno acceso la curiosità. Dato che anche Pogacar è solito attaccare da lontano (l’imminente Liegi lo dimostrerà), ci è parso interessante fare il punto con chi si occupa della sua nutrizione e di tutto il team.

Ogni corridore al via ha il suo piano alimentare, dettato dal nutrizionista
Ogni corridore al via ha il suo piano alimentare, dettato dal nutrizionista
Quanto è cambiato il modo di mangiare in gara in questi ultimi anni?

Quello che è cambiato è che adesso si mangia di più. E più in generale, è tutto più preciso. La colazione, la gara, il dopo gara. Tutto viene pesato e misurato per non sbagliare in nessuna fase, compreso il recupero. In più, mentre qualche anno fa i prodotti erano quelli sul mercato, oggi si collabora con chi li produce. Noi abbiamo Enervit e i prodotti che usiamo li abbiamo messi a punto insieme. Alla fine dell’anno, parliamo con i corridori, poi prendiamo quello che voglio io come nutrizionista della squadra e si fa un incontro. E con le nostre indicazioni, loro possono produrre quel che ci serve. Alcune cose poi vanno in produzione, altre restano riservate a noi, ma dopo un po’ finiscono comunque sul mercato.

Durante le corse adesso è più la componente liquida o la solida?

Non posso rispondere al 100 per cento perché dipende dalla gara, dal corridore e anche dalla temperatura. Quando è caldo assumono più liquidi, ma in una giornata fredda come la Freccia Vallone, magari prendono una borraccia in tutta la corsa perché dal freddo non riescono a bere. Quello che cambia è la quantità di carboidrati, ma è difficile dire se arrivano più da cibi solidi o liquidi perché ci sono delle variabili da considerare.

Ciascuna borraccia ha un suo senso, che contenga carbpidrati oppure elettroliti
Ciascuna borraccia ha un suo senso, che contenga carbpidrati oppure elettroliti
Quindi la famosa soglia dei 120 grammi di carboidrati la raggiungono ogni volta con diverse composizioni?

Con solidi, liquidi e tutto quello che abbiamo a disposizione. Puoi fare una borraccia con Isocarbo di Enervit, che contiene 60 grammi di “carbo“, più due pezzi – barretta o gel – che ne hanno 30 ciascuno, e sei a 120. 

Ogni corsa ha il suo piano alimentare?

Sì, ogni corridore ha il suo piano in base al tipo di tappa e al ruolo che avrà nella corsa. Gli dico io la quantità che deve mangiare ogni ora. Chi deve lavorare fino a 50 chilometri dall’arrivo mangia di più prima di un altro che sta in gruppo e magari mangerà di più in un secondo momento perché per scattare avrà bisogno di produrre più watt. Ognuno ha il suo ruolo e il suo metabolismo. Più o meno i piani dei corridori nella stessa corsa si assomigliano, cambiano in base al peso. Con la squadra abbiamo registrato tutto. Ad esempio per colazione sappiamo quanto porridge mangia ciascuno, perché nei training camp abbiamo valutato le variazioni di peso e abbiamo stabilito le quantità giuste. Facciamo tutto su un’app, dove ogni corridore ha il suo piano nutrizionale. Si fa un calcolo del metabolismo basale, si stima quello che andranno a spendere nella corsa e si stabilisce il piano.

Sull’attacco manubrio, oltre alle indicazioni delle salite, anche quelle dei punti in cui bere (foto UAE Team Emirates)
Sull’attacco manubrio, oltre alle indicazioni delle salite, anche quelle dei punti in cui bere (foto UAE Team Emirates)
A parità di condizioni meteo, le grandi classiche si somigliano sul piano della nutrizione?

Sì, alla fine quello che cambia, è quanto dura la gara. Ciò che conta è che alla fine riescano a mangiare ogni ora più o meno la stessa quantità. Cambia forse quello che mangiano a colazione o prima di partire, può cambiare il recovery, ma se una corsa dura un’ora e mezza più di un’altra, mangeranno di più in gara.

Una gara come la Liegi viene divisa in settori anche per quanto riguarda la tua gestione?

Il direttore sportivo mette i punti dove ci sono le persone dello staff e a quel punto valuto la temperatura, il percorso e quello che vuole il corridore. Poi organizzo i punti del rifornimento, nel senso che questa persona dà carboidrati, l’altro dà l’acqua, un altro ancora gli elettroliti. Non è a caso che nei vari punti siamo sempre in due, perché se un corridore non riesce a prendere da me, sa che dopo ha un altro con la stessa dotazione. E se il capitano non lo prende e il gregario sì, gli toccherà cederlo. Come quando il capitano buca e il gregario gli dà la ruota e poi aspetta che gliene portino una buona.

UAE Team Emirates alla Liegi: in base al ruolo che i corridori hanno in gara, varia anche la loro alimentazione
In base al ruolo che i corridori hanno in gara, varia anche la loro alimentazione
Una delle scene più frequenti è il corridore che riceve la borraccia con il gel nastrato e ogni volta lo butta: come mai?

Alla fine mettiamo sempre qualcosa di più. Meglio così piuttosto che dare di meno e scoprire che il corridore ha fame. Se poi ne ha già uno in tasca o sente di non averne bisogno, allora lo butta. Alle corse c’è una persona ogni 10-15 chilometri e molto spesso con la borraccia danno un gel. Invece ad esempio l’altro giorno alla Freccia Vallone era difficile aprire il gel e mangiare cibi solidi, per cui abbiamo fatto le borracce con più carboidrati. Almeno se uno prende una borraccia con più “carbo” e riesce a berla, siamo certi che non è completamente vuoto.

In condizioni normali, sanno da soli quando e cosa mangiare?

Si parla un po’ con loro, ma è una cosa che devono capire da soli. Non devo dirgli io quando mangiare, perché io non so come va la gara. Quindi si definisce il target di mangiare ogni ora e sta ai corridori, che sono professionisti, capire quando e dove farlo. Ogni 15 minuti mandano giù qualcosa e se lo devono ricordare, anche se non hanno fame. Se qualcuno lo dimentica, finisce in crisi di fame, ma in questo ciclismo moderno, come lo chiamano, non succede quasi più. Se uno arriva vuoto, vuol dire che non ha mangiato nell’ultima ora

Hai parlato di cibi solidi, sono barrette o anche altro?

Lo chef della squadra prepara la rice cake, oppure parliamo di panino con la marmellata o la nutella. Per il resto, all’80-90 per cento mangiano barrette, gel, una gelatina e anche le caramelle. Abbiamo di tutto. Sono prodotti anche nuovi che abbiamo perché li abbiamo chiesti.

Dopo l’arrivo, si beve subito il recovery Cherry, color ciliegia (foto UAE Team Emirates)
Dopo l’arrivo, si beve subito il recovery Cherry, color ciliegia (foto UAE Team Emirates)
Avete davvero di tutto?

Abbiamo diverse barrette. Una con il sodio: avete visto che quando fa caldo tutti i corridori diventano bianchi di sale? Succede perché perdono sodio, quindi si deve rimetterlo in corpo. Poi tre barrette fatte solo per noi: brownie, no flavor e peanut butter. Abbiamo il gel, anche di sapori diversi. Un gel con sodio, esclusivo per noi, come pure quello con caffeina. Poi abbiamo un integratore di elettroliti, fra cui anche il sodio, sviluppato su nostra richiesta. E altri prodotti come il Cherry, quella bevanda rossa che prendono dopo l’arrivo.

Quindi il sodio non si integra soltanto con le borracce?

Nelle borracce c’è sempre, ma se ne perde tanto. Per questo hanno fatto una barretta che è un po’ salata, quella al peanut butter, il burro di arachidi, che è veramente buona.

Sono cose richieste dai corridori?

No, le ho chieste io, perché vedevo che tanti dopo un po’ avevano i crampi o diventavano bianchi dal tanto sodio che perdevano. E in quel caso caso anche la performance cala un po’, per cui tutti i prodotti che stiamo sviluppando hanno una notevole base scientifica. Anche il recovery che fanno per noi nasce dalle indicazioni che gli abbiamo dato e contiene carboidrati e proteine.

Sul camion del UAE Team Emirates, scatole di prodotti Enervit sviluppati su richiesta di Gorka
Sul camion del UAE Team Emirates, scatole di prodotti Enervit sviluppati su richiesta di Gorka
Però di solito il recovery dopo corsa non è solo polvere o altro. Insomma, dopo la Freccia Vallone, Formolo mangiava gli gnocchi…

Infatti di solito a quello pensa lo chef. Dieci anni fa mangiavano riso e patate, adesso ognuno ha la vaschetta con qualcosa che incontra il suo gusto, sennò si stufano a mangiare sempre lo stesso.  Di fatto nel ciclismo di oggi si mangia molto: prima, durante e dopo la corsa. Sono tutti magri, ma mangiano la quantità giusta. Forse prima si mangiava meno, non lo so, adesso si mangia perché ne hanno bisogno per sostenere certe prestazioni e mangiano di tutto e nelle giuste quantità. 

Dove tenete tutto questo ben di Dio?

E’ tutto sul camion. E’ importante avere tutto con noi, perché le condizioni meteo nelle corse possono cambiare rapidamente e bisogna avere tutto quello che serve.