Intergiro, Zazà l’ultimo eroe: «Non è sfida solo per velocisti»

02.05.2024
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Fabrizio Guidi, Mariano Piccoli, Dimitri Konyshev, Stefano Zanini… I più esperti o quelli dotati di miglior memoria, chiudendo gli occhi ricorderanno questi atleti al Giro d’Italia vestiti di blu. Quello era il blu della maglia dell’Intergiro, una speciale classifica della corsa rosa. 

Nato nel 1989 per volontà di Carmine Castellano, l’allora direttore del Giro, l’Intergiro aveva lo scopo di movimentare ulteriormente la corsa.

Il primo a vincerlo fu lo sloveno Jure Pavlic, Guidi ne vinse bene tre edizioni, mentre l’ultimo a conquistarlo fu Stefano “Zazà” Zanini, nel 2005. E qui va fatta una precisazione. Una classifica denominata Intergiro risulta anche nel 2006 e a vincerla fu Paolo Savoldelli, ma era già diversa. Si trattava di una classifica mista che non ebbe molto successo e infatti non fu più riproposta.

All’epoca Zanini era un atleta della Quick Step-Innergetic, oggi è uno dei direttori sportivi dell’Astana Qazaqstan. E proprio lui ci racconterà qualcosa di più in merito a questo premio speciale.

Zanini con Bettini, uno in maglia ciclamino e uno in maglia blu al Giro del 2005 (foto Getty Images)
Zanini con Bettini, uno in maglia ciclamino e uno in maglia blu al Giro del 2005 (foto Getty Images)

Rispetto ad un semplice traguardo volante che assegna punti, l’Intergiro assegnava punti e soprattutto fermava i cronometri. Era infatti una classifica a tempo. C’erano gli abbuoni per gli sprint e il leader portava una maglia, quella blu appunto. Era come un piccolo Giro nel Giro. 

Stavolta l’Intergiro sarà un po’ diverso. Non prevederà una maglia, ma un premio in denaro e un corso di guida sicura. E’ sostenuto da Sara Assicurazioni e Polizia di Stato, come abbiamo scritto anche qualche giorno fa.

“Ogni traguardo Intergiro – si legge nel regolamento – uno per tappa ad esclusione delle tappe a cronometro, assegna ai primi tre classificati abbuoni di 3″ – 2″ – 1″ validi per la classifica generale individuale e ai primi otto classificati punti 12 – 8 – 6 – 5 – 4 – 3 – 2 – 1” . Da qui si stila una classifica di tappa e una generale dell’Intergiro stesso.

La maglia Intergiro di Zanini. Zazà la vinse davanti proprio a Bettini
La maglia Intergiro di Zanini. Zazà la vinse davanti proprio a Bettini
Stefano, torna una classifica e tu sei l’ultimo dell’albo d’oro…

Un bel ricordo. Fu bello indossare quella maglia e portarla a casa. Festeggiai con una grigliata e autografai, a dire il vero anche un po’ inaspettatamente, tante maglie. Me le chiesero amici, parenti…

Come si conquista un primato simile? Ci si parte o viene strada facendo?

Per me venne strada facendo, in partenza non ci avevamo pensato. Però intuimmo presto il potenziale. Se ben ricordo era già alla seconda tappa. Eravamo in fuga col “Betto” (Paolo Bettini, suo compagno di squadra, ndr) verso Tropea e feci la volata per prendere degli abbuoni… In quel momento entrai in classifica e iniziai a tenerla d’occhio. Mentre Paolo andava a caccia della maglia rosa. Poi strada facendo, appunto, è divenuto un obiettivo a cui badare con più concretezza.

Ma non la prendesti subito…

No, però col discorso della classifica a punti di Bettini, nei traguardi parziali eravamo spesso davanti e in lotta. Alla fine presi la maglia blu alla 17ª tappa, quella verso Limone Piemonte… una tappa di montagna!

Cosa dà una classifica così?

Dà visibilità. Consente di distinguerti ogni giorno in una corsa tanto importante come il Giro d’Italia. Sei tutti i giorni sul palco, ti riconoscono. Non ti cambia la carriera, è chiaro, ma è senza dubbio una soddisfazione personale.

Non solo velocisti. Chi vorrà conquistare l’Intergiro dovrà sudarselo. Guardate dov’è posto il traguardo nella penultima tappa
Non solo velocisti. Chi vorrà conquistare l’Intergiro dovrà sudarselo. Guardate dov’è posto il traguardo nella penultima tappa
Secondo te oggi con i grandi team che fagocitano tutto e si fa lo sprint per l’ennesimo piazzamento, assume più valore? Ci sarà più lotta magari tra i team più piccoli?

Ci può stare. Ritorniamo al discorso della visibilità, anche sui media, i giornali e non solo per la tv. Penso ad un team piccolo e qui immagino che nel finale del Giro quando la classifica è più assestata ci sia anche una lotta per l’attacco o per la difesa del primato tra i contendenti. Ma penso anche ad un giovane. Per questo profilo l’Intergiro potrebbe essere un buon banco di prova. 

Cioè?

Cioè provare a tenere duro. Può vedere come ci si gestisce nel rientrare in hotel più tardi in quanto hai le premiazioni e forse i controlli. Può imparare a difendersi… Sono tutte cose che un giorno ti serviranno per una maglia rosa o una maglia ciclamino.

Ecco, Stefano, hai tirato in ballo la maglia ciclamino. L’Intergiro è a tempo e spesso i suoi traguardi sono posizionati dopo una lunga salita. Pensiamo a quello di Semonzo tra una scalata e l’altra del Monte Grappa…

Non è detto infatti che vada ad un velocista, in passato l’ha vinto anche Indurain. E’ un bell’impegno. Bisogna studiare bene il posizionamento dei traguardi intermedi appunto. Mentre la maglia ciclamino, con gli arrivi in volata è più probabile finisca sulle spalle di uno sprinter… A meno che Pogacar non vinca dieci tappe!