Germani, raccontaci: dopo Liegi, il battesimo del Giro

28.04.2024
6 min
Salva

Questo articolo merita un preambolo. Avevamo indetto un contest social legato alle prime quattro Classiche Monumento, chiedendo di indovinare il podio. Fra i tanti voti arrivati, un solo lettore ne ha indovinato uno in pieno: quello della Sanremo. Il suo nome è Silvano Parodi. Il suo premio: la scrittura di un articolo, con la relativa intervista da fare. Il personaggio prescelto è stato Lorenzo Germani. Il tema: la sua prima Liegi e il debutto al Giro. Silvano Parodi è un genovese classe 1980 che ha corso fino agli under 23. Ecco il suo primo articolo su bici.PRO.

Sulle strade delle Ardenne abbiamo seguito Lorenzo Germani alla sua prima esperienza in queste classiche. Tante le curiosità, impossibili da sintetizzare in un solo pezzo. La sua capacità di limare, ma con cautela: «Perché è facile che il gruppo se la prenda con un giovane un po’ troppo irruento, piuttosto che con il trentenne che in una sola curva recupera 20 posizioni». Le attenzioni per la bicicletta: «Non sono un maniaco di gomme e pressioni, ma ci sono giorni che mi fermo anche più di una volta per controllare le tacchette. I miei compagni mi prendono in giro per questo». E poi la lingua ufficiale del team, che cambia in base alla presenza dei corridori: «Alla Liegi ero l’unico italiano in mezzo ai francesi, ma a volte capita anche che si usi l’inglese». Siamo andati da lui prima della partenza per il Giro per sentire le sue impressioni (in apertura, foto Getty/Instagram).

La Strade Bianche è stata la prima gara WorldTour del 2024 per Germani (foto Getty/Instagram)
La Strade Bianche è stata la prima gara WorldTour del 2024 per Germani (foto Getty/Instagram)
Ciao Lorenzo, raccontaci com’è andato questo avvicinamento alla tua prima Liegi tra i grandi.

Ho fatto un calendario di alto livello, praticamente tutte gare WorldTour: Strade Bianche-Tirreno-Sanremo-Baschi. Inizialmente le Ardenne non erano nemmeno previste, ma causa alcune variazioni di programma, mi sono ritrovato nella squadra selezionata. La stagione non era iniziata nel migliore dei modi, a causa di un virus preso al Tour de Provence, che mi ha tolto qualche giorno di allenamento.

La Liegi che corsa è?

E’ la corsa più dura che abbia fatto sino ad ora. Alla durezza del percorso, quest’anno si sono sommate delle condizioni atmosferiche pessime: nella prima parte le temperature erano molto basse, abbiamo preso anche del nevischio.

Qual è la parte più dura del percorso?

Ancora più della Redoute, la parte cruciale del percorso è il trittico Wanne-Stockeu-Haute Levée. Oltre alle salite in sé, è fastidioso il tratto di pavé che segue la discesa dello Stockeu e precede la Haute Levée.

Alla partenza della Liegi con Madouas, scongiurando il gelo della Freccia (foto Getty/Instagram)
Alla partenza della Liegi con Madouas, scongiurando il gelo della Freccia (foto Getty/Instagram)
Come si è svolta la tua corsa?

Sono rimasto imbottigliato nella maxi caduta che ha coinvolto tra gli altri Pidcock e Van der Poel. Questo ha fatto sì che la gara diventasse ancora più dura. Dietro ho dato una mano a ricucire, visto che la Alpecin aveva solo un uomo e i ritmi erano altissimi, perché davanti la corsa era ormai scoppiata.

A quel punto corsa chiusa?

Dopo ho pensato solo a finirla e ad accumulare esperienza per i prossimi anni, visto che in questo tipo di corse è importante farne tanta e conoscere bene i percorsi

Come squadra con che piani eravate partiti?

Avevamo come leader Grégoire e Gaudu. Gaudu era davanti ma ha subito una foratura nella discesa della Redoute. Grégoire è rimasto coinvolto nella caduta e ha speso una bella cartuccia per rientrare, che ha poi pagato nel finale. Come collettivo eravamo una bella squadra, lo dimostra il fatto che nonostante questi intoppi abbiamo ottenuto una top 10 con Madouas

Dopo la caduta prima della Cote de Wanne, la Doyenne per Germani è stata un lungo inseguire a favore del team (foto Getty/Instagram)
Dopo la caduta prima, la Doyenne per Germani è stata un lungo inseguire (foto Getty/Instagram)
Sei riuscito ad alimentarti correttamente?

In corsa ognuno ha il suo piano alimentare stampato sul manubrio, con i carboidrati da assumere ora per ora. Rispettarlo al 100 per cento non è semplice, soprattutto in fasi concitate, anche questo è un punto su cui con l’esperienza si riesce a essere più rigorosi.

Vista anche l’ottima esperienza avuta con la Liegi under 23, hai la conferma che è una corsa che ti si addice?

La gara professionisti e quella under 23 sono su due piani diversi, però è una corsa che mi piace. Il primo obiettivo per il prossimo anno sarà arrivare competitivo alla Redoute, magari in appoggio ai compagni, e poi vedremo. Sognare non costa nulla.

Sei stato anche uno dei tre soli italiani a terminare la Freccia Vallone…

La Freccia è stata ancora peggiore come clima: in partenza non erano previste condizioni così avverse. Anzi il fatto che le prime due ore siano state abbastanza calde e le ultime tre freddissime  (con anche neve e grandine) ci ha sottoposto ad uno sbalzo termico che ha messo fuori causa gran parte del gruppo.

Germani ha capito che la Liegi potrebbe fare al caso suo, ma con i giusti tempi (foto Getty/Instagram)
Germani ha capito che la Liegi potrebbe fare al caso suo, ma con i giusti tempi (foto Getty/Instagram)
Ora ti aspetta il Giro, come stai trascorrendo questi giorni?

Mi sto allenando (e recuperando) sulle strade di casa. Un po’ mi spiace non aver potuto fare un periodo di altura come l’anno scorso prima della Vuelta, ma visto il fitto calendario e la partecipazione alle classiche delle Ardenne non c’è stato spazio per organizzarlo. 

Tempo fa ci avevi raccontato di aver chiesto di incrementare i carichi di lavoro al tuo preparatore, è stato dato seguito a questa richiesta?

Nella fase invernale sì. Quando sono iniziate le corse, come dicevo prima, il virus preso al Provenza ha scombussolato un po’ i piani facendomi perdere qualche giorno di allenamento. Poi, visto il fitto calendario, il grosso del lavoro è stato fatto in corsa.

Con quali aspettative personali e di squadra vai al Giro?

Come squadra andremo con l’idea di essere più orientati sulle volate. Abbiamo Pithie che ha fatto un ottimo inizio stagione e potrebbe puntare ad una buona classifica per la maglia ciclamino. Nelle tappe non da volata invece godremo di più libertà. Spero si crei anche qualche buona occasione a livello personale.

Lo scorso anno, la Vueta è stata il primo grand Giro di Germani, che sta per debuttare al Giro
Lo scorso anno, la Vueta è stata il primo grand Giro di Germani, che sta per debuttare al Giro
Una tappa, la Avezzano-Napoli, toccherà anche le tue zone di allenamento: volata o fuga?

I primi 150 chilometri sono in pratica una superstrada, l’ultima parte invece è molto tecnica con salitelle e percorso nervoso. Potrebbe spezzarsi il gruppo e arrivare un 60-70 corridori. Sulla carta è molto adatta al nostro Pithie.

Buon viaggio Lorenzo, ci vediamo sulle strade del Giro!