A Cogne c’è voglia di Giro, di estate, vacanze e ciclismo. La tappa di domenica 22 maggio suonerà come una sorta di immensa campana a festa, dando il via alla bella stagione.
«Una tappa da gestire bene» spiega Paolo Mei, speaker del Giro e orgogliosamente “cognein” come si chiamano gli abitanti del paese che costituisce la porta al Parco del Gran Paradiso.
Preparata da lontano
Per prepararsi al meglio, il Comitato di tappa ha cominciato da lontano, esponendo il Trofeo Senza Fine già durante le vacanze natalizie, di fronte al Municipio illuminato di rosa (foto di apertura).
Da gennaio, sui canali Instagram e Facebook del Comune sono state pubblicate le Pillole Rosa, post che hanno scandito il conto alla rovescia con aneddoti e curiosità relativi al ciclismo e alla Valle d’Aosta. Il clou però andrà in scena nel weekend.
A fare da contorno all’arrivo della tappa ci saranno una pista di pump track e un muro di arrampicata sportiva, allestito dal Corpo degli Alpini nella piazza del paese. Banchetti enogastronomici e stand di vari sponsor locali.
Sabato pomeriggio si svolgerà il raduno ciclistico Pedala Aspettando il Giro 2022, con partenza da Pont Suaz e arrivo a Cogne con rilevamento dei tempi nel tratto di salita da Aymavilles a Cogne. A seguire, Notte Rosa con la presenza delle Birre del Gran San Bernardo che per l’occasione hanno realizzato una speciale lattina commemorativa.
Il weekend rosa di Cogne si estenderà poi per tutta la settimana successiva con attività che si protrarranno sino al 29 maggio attraverso accompagnamenti in Mtb o E-Mtb su più suggestivi percorsi della Valle, inaugurazione della nuova pista di Mtb di Lillaz, proiezione del film Wonderful Loosers e infine la ventiduesima edizione della storica Granfondo Granparadiso Bike e la sua pedalata enogastronomica.
Tre salite vere
La tappa, dunque. «La prima salita dopo la partenza da Rivarolo – spiega Paolo Mei – sarà Pila dal versante più duro di Charvensod. Non si arriva in cima, si scollina all’Antenna, come la chiamiamo in Valle, poi si scende su Gressan e sarà una discesa tecnica e piena di curve.
«La salita successiva di Verrogne ha pendenze molto impegnative. E’ la Strada dei Salassi, tutta esposta al sole, che il Giro ha già affrontato ed è molto frequentata anche dagli amatori. Dopo un primo tratto impegnativo, va su per gradoni e anticipa una discesa stretta e tecnica che potrebbe ispirare qualche attacco».
Il Parco del Gran Paradiso è una perfetta destinazione a misura di bici (foto F_Walter) La stagione della Mtb di Cogne si apre in primavera quando la neve è sciolta e arriva fino all’autunno (foto Paolo Rey) L’estate di Cogne è fatta di sentieri impervi, ma anche di itinerari comodi (foto Paolo Rey) Giro di Val d’Aosta 2021, Georg Steinhauser vince la tappa di Valnontey (foto Giro Vda)
«E poi c’è la salita finale – prosegue Mei – che inizia un chilometro prima del Castello di Aymaville e si può dividere in due parti. La prima, più impegnativa, che ha pendenze fino al 12 per cento. Poi dal bivio di Ozein diventa più dolce. Si cambia lato della valle, salendo 600 metri in 15 chilometri. Si andrà su a più di 30 all’ora. L’ultimo tratto in cui provare ad andarsene è dentro Moline, ai meno 3 dall’arrivo, su una rampa al 5-6 per cento. L’arrivo è 4 chilometri dopo il centro di Cogne, a Lillaz, meta estiva e invernale per le sue cascate. D’inverno per arrampicare, d’estate per rinfrescarsi. Per il vincitore, come sfondo d’eccezione ci sarà il Monte Bianco».
Campioni e sapori
Cogne significa più mountain bike che strada, ma in entrambi i casi propone colori e sapori eccezionali. Da queste parti arrivò il Giro d’Italia del 1985, che applaudì Andy Hampsten a Valnontey, in Val di Cogne. Poi per due volte il Giro delle Regioni. Nel 1998 vinse Ruggero Marzoli in maglia Colpack, sull’arrivo di Cogne centro che sabato assegnerà il traguardo volante. L’anno successivo toccò al francese Fedrigo, che all’arrivo di Gimillan precedette Ivan Basso in maglia iridata U23. Poi nel 2008, vittoria dell’ucraino Anatoliy Pakhtusov e lo scorso anno il tedesco Georg Steinhauser a Valnontey: entrambe tappe del Giro della Valle d’Aosta.
Il pane di segale faceva parte dell’alimentazione quotidiana, il pane bianco era una rarità (foto C_Perratone) Si mangiava da solo o inzuppato nel vino, nel latte o nel brodo o come companatico (foto C_Perratone) I bambini ne cospargevano le fette con zucchero e miele (foto C_Perratone) La Crema di Cogne è un dolce al cucchiaio, servita con i biscotti tipici alle nocciole e mandorle: le tegole La seuppetta è un pasticcio di pane fritto nel burro, riso cotto con brodo e fontina, poi passato al forno
Il pane di segale faceva parte dell’alimentazione quotidiana, il pane bianco era una rarità (foto C_Perratone) Si mangiava da solo o inzuppato nel vino, nel latte o nel brodo o come companatico (foto C_Perratone) I bambini ne cospargevano le fette con zucchero e miele (foto C_Perratone) La Crema di Cogne è un dolce al cucchiaio, servita con i biscotti tipici alle nocciole e mandorle: le tegole La seuppetta è un pasticcio di pane fritto nel burro, riso cotto con brodo e fontina, poi passato al forno
«Oltre al ciclismo – prosegue Mei, ambassador appassionato del suo paese – ci sono altri sport come l’ultra-trail, visto che a Cogne passa il Tor de Geants, e lo sci di fondo che a febbraio 2019 vide un’edizione memorabile della Coppa del mondo, con Chicco Pellegrino e De Fabiani, entrambi valdostani, primo e secondo. Ma tra i grandi eventi si ricorda anche la messa del 21 agosto 1994, celebrata da Papa GIovanni Paolo II, che era solito andare in vacanza a Le Comb, sul prato di Sant’Orso».
L’eredità delle miniere
A conferma del fatto che Cogne sia un paradiso per biker, il Consorzio degli Operatori Turistici Valle di Cogne ha mappato sette itinerari, scaricabili all’apposito link.
Si tratta di percorsi che si snodano nel Parco del Gran Paradiso (unico 4.000 totalmente in suolo italiano): da quelli più blandi ad altri più impegnativi. Fra questi, spiccano i due legati alle Miniere.
Il primo sale da Cogne, costeggia il Museo della Miniera presso il villaggio dei Minatori, arriva fino a Gimillan e da qui fino all’alpe Tsavanis a 1.870 metri. Il secondo va alla riscoperta delle origini di Cogne fino all’Alpe Taveronna e poi fino al complesso di Colonna, a quota 2.400 metri, dove ammirare le costruzioni dell’antica miniera di magnetite.
«Le Miniere di Colonna – spiega ancora Paolo Mei – sono state chiuse nel 1979 e hanno regolato l’economia del Paese».
Le miniere di Colonna, a quota 2.400 metri, furono chiuse nel 1979. Oggi sono visitabili All’interno, tutto è come l’ultimo giorno. Cunicoli e mille scalini Tutto in miniera funzionava ad aria compressa. La sala dei compressori ne era il cuore pulsante Oggi i cunicoli sono ben più luminosi di un tempo. Qualche passo, poi si sale sul trenino
Le miniere di Colonna, a quota 2.400 metri, furono chiuse nel 1979. Oggi sono visitabili All’interno, tutto è come l’ultimo giorno. Cunicoli e mille scalini Tutto in miniera funzionava ad aria compressa. La sala dei compressori ne era il cuore pulsante Oggi i cunicoli sono ben più luminosi di un tempo. Qualche passo, poi si sale sul trenino
La storia dell’estrazione di magnetite parrebbe risalire già ai tempi dei Salassi e dei Romani. Le miniere rappresentano una bella testimonianza di quella che è stata per diversi anni una delle maggiori fonti di reddito per gli abitanti. Tutt’oggi sono ben visibili i resti delle teleferiche per il trasporto del materiale, la funivia per i passeggeri che da Cogne arrivava a Colonna e numerosi fabbricati. Gli addetti alla miniera potevano infatti usufruire dello spaccio, della biblioteca e persino di un cinematografo.
Capito tutto? Appuntamento a Cogne il 22 maggio. Il Giro vivrà uno dei suoi giorni cruciali, non potete perderlo. Poi sarà tempo di estate e vacanze in bicicletta.