Sulle strade del Valle d’Aosta. Andiamo in Val Veny

25.07.2023
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COURMAYEUR – Pedalare è sempre bello, farlo in luoghi particolarmente suggestivi lo è ancora di più. Specie se poi su quelle strade ci sono passati i corridori. E quest’anno il Giro della Valle d’Aosta ne ha toccati di luoghi affascinanti. Tra questi c’è Pré de Pascal, in Val Veny.

La Val Veny è alla testa dell’intera Valle d’Aosta. Si trova a Courmayeur, alle pendici del Monte Bianco. Da una parte c’è la Val Ferret, dall’altra appunto la Val Veny e di fronte il Gigante a chiudere la Valle e a separare l’Italia dalla Francia.

Ma la Val Veny, ancor più della Val Ferret (forse per via delle sue pendenze più impegnative), è ancora più selvaggia: una valle “vecchio stile”.

Sotto lo sguardo del Bianco

Salendo in bici e mettendoci “sulle ruote” dei ragazzi, ripercorriamo dunque la seconda frazione (qui anche la traccia e l’altimetria) dell’ultimo Giro della Valle d’Aosta, che appunto andava da Courmayeur a Pré de Pascal.

Dapprima si scendeva verso Aosta, poi un volta raggiunto il capoluogo si faceva l’inversione di rotta. In particolare ripercorriamo gli ultimi 60 chilometri o poco più. Il nostro viaggio parte quindi da Verrogne.

Verrogne è un borgo situato sulla sinistra orografica della Valle d’Aosta a circa 1.500 metri di quota. E’ un punto particolarmente panoramico. Dalle sue stradine a mezza costa si vedono ora la città, ora le altre vette della Valle. E’ da qui che si ha una particolare visuale del Bianco e della sua vetta.

Queste stradine sono relativamente più dolci di molti scalate della zona. Sono meno trafficate e consentono di vivere un ciclismo anche slow… se vogliamo.

Campanili, tetti di ardesia, prati da sfalcio e, nelle zone più basse anche i vigneti, si alternano senza sosta. Tra questi paesini, dopo un po’ di saliscendi si arriva a La Salle. E’ questo un borgo dove fermarsi per fare una sosta, degustare una bevanda fresca e magari potersi imbattere nella stella di casa, Federica Brignone, regina delle nevi e vincitrice della Coppa del mondo di sci alpino qualche inverno fa. 

Qui i più temerari che vogliono seguire alla lettera le strade del Giro della Valle d’Aosta possono arrampicarsi fino ai 1.416 metri di Les Places, altrimenti si può seguire dritti sulla strada principale per Courmayeur. 

In Val Veny

Giunti a Courmayeur, il cui centro storico merita senza dubbio una visita, in borgata Entrelevie si attacca la Val Veny. A segnarne l’ingresso “ufficiale” è l’innesto della Dora di Veny in quella Baltea. Basta seguire il torrente dunque.

Lo scenario cambia dopo poche centinaia di metri. All’inizio se vogliamo è anche un po’ “tetra”, questa valle ma si ha sin da subito l’idea della grande montagna. A sinistra i boschi ripidi del Mont Chetif, la nostra meta in un certo senso, e a destra i bastioni poderosi del Monte Bianco. 

E’ qui che il Gigante d’Europa propone due dei suoi ghiacciai più importanti: la Brenva e il Miage. In particolare si pedala proprio sotto la Brenva.

Prima di attaccare la vera scalata finale, poco dopo essere entrati in valle c’è subito una perla da scoprire: Notre Dame de la Guérison. Si tratta di un santuario mariano vero e proprio riferimento per pellegrini, turisti e soprattutto alpinisti. Sono davvero tanti i voti degli amanti della montagna d’alta quota. Una volta, il ghiacciaio della Brenva arriva a quasi al Santuario.

Polenta con salsiccia al sugo: una delle prelibatezze locali
Polenta con salsiccia al sugo: una delle prelibatezze locali

Come Golliker… quasi

Poco dopo, ma già nel cuore della Val Veny a Plan Ponquet, tra abeti, tavoli in legno per un pic nic e il suono spumeggiante della Dora di Veny, con una svolta a sinistra si attacca la salita che porta a Pré de Pascal.

La catena ci mette un attimo a salire sui rapporti più corti. Le pendenze aumentano rapidamente. Si va quasi sempre oltre il 10 per cento con punte che sfiorano il 20. Per fortuna non dobbiamo avere la stessa fretta che aveva Joshua Golliker in occasione della sua prima vittoria qualche settimana fa.

Bisogna pensare che questa non è più una strada ad “alto scorrimento”, ma una strada di alpeggio. Si sale tra i boschi, la carreggiata è più stretta ed ecco perché ci sono tali pendenze… Sostanzialmente è una strada forestale, tanto è vero che una volta giunti alla meta diventa sterrata.

La scalata è relativamente chiusa dagli alberi. A circa 300 metri da Pré de Pascal però si esce dal bosco. Sembra di toccare con un dito il Monte Bianco, tanto la prospettiva inganna. La meta finale è una radura. Qualche gioco per i bambini, un prato verdissimo, delle mucche e delle case in pietra, una delle quali è il ristorante Pré de Pascal. La seconda frazione del Giro della Valle d’Aosta si concludeva proprio lì. Disponendo di una bici gravel, si potrebbe anche continuare a salire.

Il Lago di Combal segna la testa della Val Veny. Anche questa meta merita una visita
Il Lago di Combal segna la testa della Val Veny. Anche questa meta merita una visita

L’alternativa

Tornando invece a Plan Ponquet, procedendo sulla strada principale, solitamente chiusa al traffico veicolare, ci si può inerpicare fino al magnifico la Lago Combal. Per arrivarci le pendenze, lo diciamo, non sono proprio gentili, ma il panorama una volta in cima giustifica la fatica!

In pratica, si arriva alla stessa quota di Pré de Pascal (poco più di 1.900 metri), ma la valle all’improvviso diventa pianeggiante. E’ qui che si possono vedere dei laghetti glaciali, come quello del Miage e quello più ampio e acquitrinoso del Combal dove si specchia il Monte Bianco. E’ un vero paradiso.

Volendo, in val Veny proprio a Pré de Pascal, presso l’omonimo hotel-ristorante che si nota nella foto di apertura, si può anche dormire. La cucina è quella tipica di montagna che da decenni la famiglia Scalvino-Borettaz porta avanti con passione.