Le sfaccettature del ciclismo sono infinite e una di quelle in termini di coinvolgimento sportivo è riposta nella valorizzazione del territorio. E’ un concetto bilaterale, perché sport come quello delle due ruote sono in grado di regalare al territorio valore e interesse proprio come lo stesso fa ricambiando quanto ricevuto. Non è un’equazione esatta, ma rappresenta la giusta direzione da percorrere. Ad accorgersene e a farne un impegno della propria attività sono Filippo Pozzato e la sua PP Sport Events.
Da questa visione è nato il progetto Ride the Dreamland, un nome che dice tutto: pedalare nella terra dei sogni, siano essi sportivi, sociali o culturali. La terra prescelta è il Veneto con tutte le sue peculiarità.
Pianificazione sul territorio
Il tutto si è svolto nell’arco di otto giorni, prima col Mondiale Gravel (8-9 ottobre) e poi le corse di Ride the Dreamland (12-16 ottobre), con un unico comune denominatore: la Regione Veneto. PP Sport Events si è infatti posta l’obiettivo di esaltare quanto più possibile il territorio regionale nella sua totalità. Non è un caso che gli eventi abbiano toccato ben cinque province: Venezia, Padova, Vicenza, Treviso e Rovigo. Il 2022 organizzativo è stato caratterizzato dall’edizione numero uno del Mondiale UCI Gravel, a seguire Giro del Veneto, Serenissima Gravel, Social Ride VENEtoGO e Veneto Classic, ormai riconosciuti come appuntamenti di chiusura della stagione professionistica.
«I numeri ci confermano – spiega Filippo Pozzato – che la strada intrapresa è quella giusta. Abbiamo dimostrato che il ciclismo è veicolo straordinario per la promozione del territorio, ma questo è solo un punto di partenza, abbiamo ancora tante idee e progetti da portare avanti. Ci piacerebbe confermare sempre di più le nostre corse come appuntamenti chiave del finale di stagione, continuando allo stesso tempo ad investire sul gravel, del quale organizzeremo un nuovo Mondiale UCI nel 2023.
«Inoltre, ci tengo a ribadire che noi non abbiamo il semplice obiettivo di organizzare gare di ciclismo, bensì quello di organizzare eventi ciclistici che, a contorno della gara, offrano al pubblico divertimento, cibo e musica, in un territorio unico come quello veneto».
Attrarre persone
Uno dei fattori che servono all’equazione per funzionare e creare eventi appetibili e che apportino un beneficio al territorio sta proprio nel coinvolgere il maggior numero di persone.
«La nostra qualità – dice Pozzato – dev’essere quella di fare qualcosa di diverso dagli altri se vogliamo distinguerci ed emergere. Con la Serenissima e con la Veneto Classic non abbiamo la storicità che si può avere magari con altre corse più blasonate dei nostri competitor. Uno dei nostri obiettivi è appunto quello di rendere il ciclismo più attrattivo per la gente. Questa è una cosa in cui credo molto.
«Secondo me – prosegue – abbiamo un problema grave. L’utente medio che guarda il ciclismo ha un’età troppo alta. Per avvicinare i giovani dobbiamo fare qualcosa che sia divertente. Non solamente per farli venire a vedere le corse, ma anche per invogliarli a praticare ciclismo. Secondo me bisognerebbe fare squadra tutti quanti insieme su questo, cosa che non si è ancora capita in Italia. Anzi si fa la lotta l’uno con l’altro per fare del male agli altri. E’ una cosa stupida, che lede a tutti i settori. A guadagnarci sarebbe sempre il ciclismo».
Investire sui giovani
Ciò che è il ciclismo oggi può essere stravolto nel giro di pochi anni. La nascita di una disciplina come il gravel ha rappresentato un’opportunità nuova che la PP Sports Events ha saputo cogliere e valorizzare. Avvicinare e abbracciare mondi al di fuori del professionismo è un’altra chiave di lettura che contiene risvolti interessanti. Come la gara degli amatori affiancata a quella dei pro’ durante la corsa iridata gravel.
«Quello è un regolamento UCI – spiega Pozzato – secondo me è molto buono, perché avvicina gente e dà la possibilità all’appassionato praticante di confrontarsi con i professionisti partendo insieme. Una formula vincente copiata dalle maratone. Questo sicuramente è un vantaggio per chi organizza.
«Per quanto riguarda i giovani – dice – noi cerchiamo sempre di fare qualcosa con le scuole. Molti competitor ci stanno copiando ed è una cosa di cui andiamo fieri e spingiamo, perché si continui in questa direzione. E’ giusto che ci sia concorrenza, noi abbiamo iniziato nel 2020 mettendo i bambini sulle bici e portandoli sulla pump truck, insegnando loro a giocare e divertirsi sulle due ruote. Il tutto coronato da un’ospitality dedicata alle nostre corse per i più piccoli che avevano partecipato alle attività. Crediamo molto nei giovani. E’ vero che organizziamo corse per professionisti e amatori ma se non si investe subito sui giovani tra 10 o 15 anni i numeri saranno sempre minori».
Non sempre si è compresi
L’apporto economico totale sul territorio negli otto giorni di ciclismo è stato di circa 9 milioni di euro, con 110 mila spettatori complessivi accorsi lungo le strade per incitare i corridori e 4,2 milioni che invece si sono goduti lo spettacolo da casa. Non sempre però l’opinione pubblica ha supportato quanto fatto da Pippo e la sua organizzazione.
«Sono molto arrabbiato – afferma Pozzato – con alcuni giornali e Tv che si focalizzano sulla polemica generica. Invece di concentrarsi sulla gara in sé e sull’apporto che portiamo al territorio, si preferisce far notare gli eventuali disservizi dovuti alla chiusura della strada per il passaggio di una gara. Gli eventi secondo me devono diventare patrimonio della città, non di Pozzato e la PP Sports Events.
«Se noi facciamo un evento su Vicenza, dev’essere la città stessa che ne trae beneficio e a sua volta avere riscontri in termini di attrattività. Alcune televisioni locali si focalizzano invece sul creare polemiche sui disagi creati dall’arrivo del Giro del Veneto, senza coglierne le potenzialità. Nonostante ci sia un apporto economico evidente, spesso il ciclismo non viene valorizzato come meriterebbe. Noi però sappiamo che stiamo facendo la cosa giusta e la direzione è vincente. Abbiamo la Regione alle spalle, le istituzioni ci credono e i numeri in crescita stanno avvalorando la nostra visione. Rispetto al 2021 abbiamo migliorato sotto più aspetti e il ritorno è stato significativo in termini di soddisfazioni della gente e partecipazione. Creiamo interesse e sempre più contatti, per questo sono ottimista per il 2023 e il futuro».
Veneto in poppa
Una certezza ha sempre accompagnato Pozzato e la sua PP Sport Events fin dal suo primo giorno, la Regione Veneto. «Le amministrazioni ci credono molto – puntualizza Pippo – Vicenza che ho citato prima, ha ospitato la partenza del Mondiale Gravel e l’arrivo del Giro del Veneto. La mia critica non è assolutamente rivolta a loro, che sono le prime a mettere a disposizione quanto possono.
«Poi c’è la Regione Veneto, che è sempre stata al nostro fianco. Luca Zaia è da sempre un sostenitore del ciclismo. Con il Giro d’Italia e tutto quello che c’è intorno conosce il potenziale che questo sport ha nei confronti del territorio. Non abbiamo inventato un modo di fare ciclismo. Semplicemente questa è la formula cui tutti aspirano e che provano ad applicare ovunque.
«Non vogliamo fare una corsa di bici per gli appassionati e basta. Il nostro scopo – conclude – rimane fare un evento che porti dell’attività sul territorio e un apporto economico a macchia d’olio. Un altro obiettivo è quello di creare un interesse che invogli a tornare. Un esempio semplice è il tifoso straniero che arriva per seguire il proprio beniamino e decide di tornare, venendo accolto da tutte quelle attività socio-culturali che il Veneto e le sue realtà sono in grado di offrire. Questa è un occasione che non dobbiamo sprecare».