Da qualche mese a questa parte, i clienti dell’Hotel Lungomare di Cesenatico hanno un’attrattiva in più: lunghe pedalate nell’entroterra romagnolo, escursioni fino alle Marche, viaggi su due ruote lungo la Riviera romagnola, il tutto con una guida d’eccezione. Manuel Senni fino allo scorso anno era ancora in carovana, ora invece racconta ai turisti le bellezze di quei luoghi che per anni hanno ospitato le sue tantissime ore di allenamento.
Le strade dell’entroterra romagnolo sono sempre pervase di ciclisti Tra lavoro di meccanico, guida cicloturistica e granfondo, la sua vita è sempre in bici
Una carriera conclusa anzitempo
Una metamorfosi quasi obbligata. Non si può parlare di quei luoghi incantevoli senza prima spiegare come Senni sia arrivato a interpretare il ruolo di novello Virgilio: «Io avrei continuato a fare il professionista, ma le sfortune sono state troppe: ho avuto una serie infinita di infortuni, nel febbraio del 2020 mi hanno aperto l’aorta per un problema all’arteria iliaca e ci ho messo un anno per recuperare. Il 7 aprile 2021 mi hanno investito, il 31 maggio ho avuto un granuloma al soprasella, a quel punto ho detto basta. Al Memorial Pantani, nella mia Cesenatico, ho salutato tutti».
Il suo nuovo lavoro gli consente però di rimanere… in sella e anzi di prendere tutto il bello di questo sport: «Mi piace moltissimo raccontare i miei luoghi. Porto i cicloturisti nelle località più belle, ad esempio la rocca di San Leo, la lunga e lenta scalata sul masso con il castello lassù in cima. E’ qualcosa di favoloso, un balcone con vista sull’intera Valmarecchia. Oppure San Marino: quando ci porto i turisti stranieri rimangono sempre affascinati, vedendo quel castello con le strutture antiche, sembra di entrare in un’altra epoca affrontando oltretutto un percorso molto vario».
Tragitti a scelta in base alle capacità
Salite? Non solo, anzi questa parte di Romagna è famosa anche per i paesini di pianura: «Longiano, Montiano, Sant’Arcangelo sono piccoli borghi che piacciono molto, non si fatica tantissimo nel raggiungerli e il divertimento è assicurato».
Proprio a questo proposito Senni tiene ad essere molto preciso nel segnalare ai suoi “clienti” quel che si troveranno di fronte: «Bisogna sempre conoscere il proprio grado di preparazione. Alcuni tragitti non sono molto impegnativi anche se ci sono colline da valicare, ma non si va in quota. Sono ideali per calibrarsi, ma anche per vedere che quegli sforzi ti danno un premio, visuali da sogno lontani dal tran tran quotidiano. Diverso il discorso quando si affrontano escursioni come quella di San Marino, allora devi riuscire ad affrontare 8 chilometri di salita continua e non è per tutti».
Il fascino della panoramica
Cesenatico ma non solo, Riccione (che dal 2 al 5 giugno sarà una vera capitale della bici con il ritorno della Ride Riccione Week) offre tragitti tutti da scoprire: «Spesso porto il gruppo da quelle parti: affrontare la panoramica con vista mare è qualcosa di sensazionale, sento i commenti di chi pedala con me ed è estasiato. Il connubio collina-mare colpisce sempre. Poi da queste parti c’è il percorso che reputo più bello».
Qui interviene fortemente la sua esperienza di ciclista pro’: «Io facevo allenamento di 180 chilometri, salivo sul Monte Fumaiolo e poi andavo a “sfidare” il Cippo Pantani. Quella è una strada particolare, ci puoi salire solo a piedi o in bici dopo aver passato la barriera di accesso. Chiaramente ne propongo una parte, ma chi ce la fa arriva in cima al Cippo e si sente dentro qualcosa di particolare, magari sentendosi più vicino a Marco».
La sua esperienza non passa inosservata. Molti, pedalando al suo fianco, sfruttano quelle occasioni per chiedergli tutto del suo passato: «Sì, molti sono curiosi, mi chiedono di questo o quel campione, questa o quella gara. Un giorno ho portato con me un gruppo di cicloturisti canadesi. Dopo qualche chilometro, ho sentito: “Ma tu sei quello che ha vinto il Giro del Colorado 2017, c’era un nostro amico che era diesse della BMC al tempo (probabilmente l’americano Jackson Stewart, ndr)” e da lì è stata una pedalata tutta fatta di racconti e di flashback».
Ora si diletta con le Granfondo
Senni, da quando ha deciso di chiudere la sua carriera, si divide fra il lavoro come meccanico al negozio Sport Bike di Cesenatico e gli impegni da guida turistica. Proprio questa sua conoscenza tecnica della bici spesso è molto utile: «Quando partiamo porto con me l’attrezzatura per piccoli interventi: raggi, tubolari… I cicloturisti partono con un po’ di rifornimento messo a punto in hotel, poi comunque una sosta al bar ci scappa sempre…».
Pensate che sia tutto? No, la passionaccia di “Barracuda” Senni per le gare non è finita al Memorial Pantani: “Mi posso allenare solo martedì e giovedì nella pausa pranzo, poi il fine settimana, sfruttando magari qualche granfondo, ma poi quando sono in gara esce fuori il mio animo da agonista». Si è visto domenica scorsa alla Granfondo Laigueglia, quando è finito secondo spalla a spalla con il francese Thibaut, col quale aveva dato vita alla fuga decisiva. «Ne farò altre – avverte il quasi trentenne cesenate – quelle della nostra zona: Nove Colli, Via del Sale, Pantani, ma intanto domenica prossima sarò alla Strade Bianche: non ho mai potuto farla da pro’, almeno così vedrò quel che hanno provato i campioni il giorno prima…».