Anche il Tour sullo sterrato, alla ricerca del ciclismo eroico

05.11.2023
5 min
Salva

In Spagna si chiamano “caminos de tierra”, in Francia “chemins de vigne”, in Italia “strade bianche”. Una volta erano il terreno su cui si misuravano gli eroi del ciclismo, oggi sono diventate lingue di sterrato preziose e temute. La nona tappa del Tour de France 2024 avrà ben 14 settori di sterrato spalmati sui 199 chilometri da Troyes a Troyes

Una frazione che sulla carta è già spettacolare, così come il contesto che la ospiterà. Immersi nelle vigne dello Champagne e del Pinot Nero, questo tipo di strade approderanno per la prima volta al Tour de France. Se si parla si strade bianche e ciclismo eroico, il primo nome che salta alla mente è quello del suo creatore Giancarlo Brocci, che ha reso queste strade dimenticate da tutti un valore aggiunto. 

Qui Vincenzo Nibali durante l’iconica tappa da Carrara a Montalcino nel 2010
Qui Vincenzo Nibali durante l’iconica tappa da Carrara a Montalcino nel 2010

Spettacolo da vedere

E’ impresso negli occhi di tutti l’immagine di Vincenzo Nibali in maglia rosa, imbiancato dalla polvere bagnata della frazione che da Carrara andava a Montalcino. Neanche a dirlo ma in Italia questo spettacolo in un Grande Giro lo abbiamo già visto. Ed è stato uno show incredibile. 

«Ho impresse – dice Giancarlo Brocci – le parole che mi disse Gianni Mura nel 2010 in occasione di quella tappa. “Il ciclismo disegnerà il suo futuro guardando al passato.” Da Repubblica gli raddoppiarono le righe che avrebbe dovuto scrivere perché in redazione tutti avevano guardato la tappa. Il segreto è tutto qui. Quel ciclismo che torna all’antico, recupera improvvisamente l’innocenza perduta e una dimensione umana che unisce tutto il gruppo. Il Tour tutto questo lo sa e ha rispetto per chi guarda la corsa».

Qui Pidcock alle Strade Bianche 2023 in mezzo a due ali di folla esaltate
Qui Pidcock alle Strade Bianche 2023 in mezzo a due ali di folla esaltate

Ciclismo eroico

Remco Evenepoel in merito a questa tappa ha detto: «Ci sono già gare e campionati separati per lo sterrato, non c’è bisogno di inserirle nei grandi Giri». Il pensiero di ASO per il 2024 è esattamente l’opposto e, inutile dirlo, Brocci approva. 

«Sulla strada bianca non si può stare a ruota – dice – e fare grande lavoro di squadra come sull’asfalto. Le differenze le noti e poi introduci altri elementi che sono la destrezza, la capacità di guida di una bicicletta e il coraggio, insomma, ci vogliono delle abilità supplementari per poter andare forte anche su strada bianca. Il Tour ha visto questi valori ed è andato anch’esso alla ricerca di quel ciclismo eroico che esce dalle dinamiche di oggi.

«Nel 2008 con l’Eroica io cercai proprio questo e da lì è partito un movimento che cresce sempre di più, nonostante la continua evoluzione dei materiali e della preparazione. Chi vince una Strade Bianche o una Roubaix rimane nella storia. Il volto infangato e l’impresa è un qualcosa che va a colpire lo spettatore e gli scolpisce un ricordo indelebile».

Qui alcuni dei tratti che verranno affrontati nella nona tappa del Tour (foto E.Garnier-L’Equipe)
Qui alcuni dei tratti che verranno affrontati nella nona tappa del Tour (foto E.Garnier-L’Equipe)

Patrimoni da conservare

Per la nona tappa il luogo individuato dagli organizzatori di ASO è quello delle colline dello Champagne. Strade sterrate che vanno su e giù in mezzo alle vigne. Luoghi magici e affascinanti come il villaggio di Essoyes, dove Pierre-Auguste Renoir visse e dipinse per trenta estati, trasponendo sulle sue tele la straordinaria gamma di colori della vite locale. Le strade non vedranno la carovana passare su di esse proprio per tutelare questi tratti oggi diventati preziosi.

«L’idea di riportare la bici da strada fuori dall’asfalto – prosegue Brocci – è quella che ha caratterizzato l’Eroica. E’ nata anche per la salvaguardia delle ultime strade bianche che a suo tempo erano fondamentalmente un disvalore, cioè erano un parametro di zona depressa. Oggi il ciclista deve avere coraggio per prendere la bici e pedalare in mezzo alle macchine e al traffico. Questo è un modo per avvicinare anche i giovani e portare il cicloturista a godersi una pedalata come lo era un tempo».

Giancarlo Brocci, ideatore e fondatore di Eroica e della Strade Bianche per i pro’ (foto Facebook/Eroica)
Giancarlo Brocci, ideatore e fondatore di Eroica e della Strade Bianche per i pro’ (foto Facebook/Eroica)

Un passo avanti

Un Grande Giro ogni anno disegna il suo percorso per mostrarlo al mondo intero. Per il 2024 il Tour ha deciso di misurarsi con le strade sterrate, mettendo un possibile primo appuntamento che potrebbe diventare un elemento caratteristico della corsa gialla. In Italia la classica di inizio anno e gli eventi di Eroica, ogni anno portano migliaia di appassionati in terra Toscana. L’abbiamo visto nel 2010 e in qualche altra timida occasione. 

«Sono stato contattato varie volte da Prudhomme – continua Brocci – per parlare anche di questo. Sono contento che abbiano deciso di puntarci e di mettersi in gioco, so che ci stavano lavorando da tempo. Negli anni ho provato anche io a proporre l’appuntamento “fisso” nella corsa rosa, ma l’idea non ha mai trovato una risposta positiva».

In un articolo realizzato da Gaétan Scherrer per L’Equipe, Thierry Gouvenou, direttore tecnico dell’evento e responsabile del percorso ha detto: «Ci siamo ripromessi di non disputare mai più di due tappe sprint di fila nel Tour. Tuttavia, con la configurazione del percorso nel 2024, ci troveremo in pianura all’uscita delle Alpi (4a tappa)  a Cantal (11a tappa). Quindi abbiamo dovuto trovare un trucco e togliere i sentieri bianchi rimasti un’ipotesi per cinque anni».