I sensori Core per la temperatura corporea, cerchiamo di capire

26.03.2025
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MASSA MARITTIMA – In occasione del lancio del nuovo sensore Core 2, ovvero la seconda generazione del sensore che rileva la temperatura corporea, abbiamo avuto l’opportunità di intervistare Gavin Harte, responsabile commerciale di Core.

Cerchiamo di capire meglio cosa significa utilizzare un sensore capace di valutare la termoregolazione, come usarlo e cosa comporta tenere sotto controllo un valore del genere.

Gavin Harte (foto Rupert Fowler-BCA)
Gavin Harte (foto Rupert Fowler-BCA)

Il nuovo Core 2

Prima di tutto cerchiamo di contestualizzare lo strumento. Core 2 è una sorta di clip, si applica alla fascia elastica del cardio. Ha uno spessore inferiore al centimetro, alto poco più di 4 centimetri e largo meno di 3, con un peso inferiore ai 9 grammi. Ha una batteria interna ricaricabile e rispetto alla generazione precedente è stato modificato, migliorato internamente e all’esterno, reso più completo e pratico. Core, azienda che ha sede a Zurigo, è sponsor e partner tecnico di ben 8 team World Tour (uomini e donne), ma è molto utile sottolineare, come ci ha confermato Harte, che diverse squadre e corridori acquistano il prodotto, in quanto non sponsorizzati in modo diretto.

Il sensore Core 2 si interfaccia direttamente con la propria app (su smartphone) e da questi giorni è configurabile direttamente sui device Garmin. Il processo di ampliamento di Core è in grande espansione, grazie anche alla connessione con diversi portali di esplosione dei dati, come ad esempio TrainingPeaks.

A chi si rivolge Core?

Il ciclismo per Core rappresenta il 50%, poi c’è il triathlon e in grande crescita abbiamo il mondo running e trail running, dove in realtà il calore e la termoregolazione sono un problema ancora più grande, rispetto al ciclismo. Il motivo è molto semplice, il runner è più lento rispetto ad un ciclista ed il processo di raffreddamento derivante dall’aria è minore. Comunque il mondo Core è dedicato in generale a chi si allena in modo costante e tiene sotto controllo i vari aspetti della performance.

Ormai siamo in un mondo di numeri?

Esattamente e le possibilità, gli strumenti per monitorare, analizzare e tenere sotto controllo le prestazioni, sono sempre maggiori. Chi si allena con degli obiettivi è sempre più interessato ai numeri ed a capire cosa significano. Inoltre, se facciamo un confronto con il passato, anche recente, è sempre più facile tradurre questi stessi numeri.

Entrando nello specifico, perché è utile usare il sensore della temperatura?

Monitorare la termoregolazione corporea e la varie zone di calore che si affrontano quando ci si allena, o si gareggia è importante ai fini del Vo2Max e per aumentare l’emoglobina, solo per citare i due aspetti tra i più importanti. Capire quale è il range ottimale di allenamento, mi riferisco alla temperatura del corpo, previene la stanchezza ed il sovrallenamento.

Allenarsi per zone anche per quanto concerne la temperatura del corpo, un po’ come succede con il power meter?

Non è la stessa cosa, ma in un certo senso è così. Man mano che si entra in contatto con il sistema si riesce a far coincidere anche la zona di lavoro utile in base alla temperatura corporea, ovvero quel range di temperatura dove la fase è allenante.

Quando non ci si allena?

Abbiamo implementato, di recente, tramite app una sorta di lettura passiva dell’andamento della termoregolazione, nell’ottica di avere una panoramica sempre più completa della temperatura del corpo anche quando non si è sulla bici.

Si può capire come ci si adatta al calore in modo soggettivo?

Le fasi di adattamento sono soggettive, ma il corpo umano si adatta al calore step by step. Abbiamo un’idea piuttosto precisa di quale può essere il beneficio della corretta gestione della termoregolazione, ma non abbiamo ancora accesso ai dettagli di un miglioramento tradotto in numeri.

Sempre di più le collaborazioni
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Siete riusciti a quantificare il miglioramento derivante dalla gestione del calore del corpo?

Non ancora. Stiamo lavorando proprio in quella direzione, grazie ad una banca dati che inizia ad avere numeri importanti. Le diverse ed impegnative sponsorizzazioni che abbiamo attivato hanno anche quale fine.

Semplificando, Core è una sorta di strumento di valutazione del motore dell’atleta?

Sì e si aggiunge, completa la rilevazione della frequenza cardiaca, mentre il power meter valuta il carico esterno.

Pidcock è utilizzatore assiduo, il Team Q36.5 è tra quelli sponsorizzati
Pidcock è utilizzatore assiduo, il Team Q36.5 è tra quelli sponsorizzati
Gli atleti lo chiedono?

Ci sono diversi atleti professionisti che hanno cambiato squadra e sono approdati in team che non hanno Core come sponsor, ma hanno acquistato il sensore di tasca propria. Abbiamo applicato dei prezzi di favore, ma comunque hanno comprato il sensore con il quale erano abituati a lavorare. Anche un’importante azienda del settore abbigliamento usa i nostri sensori per valutare l’impatto dei capi sulla termoregolazione.