Il “riposo della mente”: lo spiega Elisabetta Borgia

02.08.2023
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«Ho fatto una settimana di riposo completo dopo il campionato italiano, più per la testa che per il fisico». Così ci ha detto Busatto (foto Instagram di apertura) al ritiro di Sestriere con la nazionale U23. Da questa affermazione è nata una domanda che ci è rimasta nella testa per un po’ di tempo: quanto è importante riposare la mente?

La risposta arriva da Elisabetta Borgia, psicologa dello sport della Lidl-Trek. Rientrata lunedì dalla Francia, dove ha seguito le atlete al Tour Femmes, mentre oggi riparte verso Glasgow, direzione mondiali. Nell’attesa dell’imbarco, trova il tempo per rispondere alle nostre domande.

Skjelmose è arrivato giovanissimo nell’orbita Lidl-Trek: la sua crescita è stata gestita tenendo conto anche dei periodi di recupero
Skjelmose è arrivato giovanissimo nell’orbita Lidl-Trek: la sua crescita è stata gestita tenendo conto anche dei periodi di recupero
Partiamo dall’affermazione di Busatto…

La fatica non è sempre e solo fisica, ma anche psicologica. Il livello delle competizioni si alza sempre di più e per rimanere al top serve tanta concentrazione e dedizione. Ogni dettaglio conta, e nel curare i particolari fin nei minimi termini si consumano tante energie. 

Da qui il riposo della mente?

Il nostro serbatoio non è illimitato, anzi. Il problema è che quando la spia si accende è già tardi, bisogna intervenire prima. 

E come si fa?

Si pianifica la stagione, non solo per i picchi di forma fisica, ma anche mentale. E’ difficile per gli atleti staccare nei momenti di riposo, ma bisogna accettare che anche il riposo è importante, anzi, fondamentale. Altrimenti si rischia il “burnout”.

Un riposo fruttuoso, il corridore della Circus-ReUz era uno dei più attivi nel ritiro della nazionale al Sestriere
Un riposo fruttuoso, il corridore della Circus-ReUz era uno dei più attivi nel ritiro della nazionale al Sestriere
Cos’è?

Si tratta di una sindrome psicofisica che ci porta a ritrovarci senza energie, svuotati. Ed una volta arrivati al burnout è già troppo tardi.

Parlaci di questi picchi di forma mentale.

Un corridore, insieme alla squadra, ad inizio anno decide il calendario delle gare e da lì pianifica la stagione e gli allenamenti. Preparare un grande appuntamento stressa, l’atleta è super concentrato e focalizzato sull’obiettivo. Ma questo deve essere un crescendo, non si può pensare di andare a manetta da dicembre a ottobre. 

Quindi come si lavora?

Per obiettivi: pian piano vai a “stringere” mentalmente. Un esempio: se punti a far bene al Giro, che si corre a maggio, a dicembre potrai essere più tranquillo. Magari ti fai un’uscita con gli amici, una passeggiata con il cane, leggi un libro, passi un giorno in più con la fidanzata. Questo perché quando sarai chiamato a concentrarti al 100% sarai fresco e pronto per farlo. Se parti a fare la vita da atleta al massimo fin da inizio stagione rischi di essere finito ad aprile.

I grandi appuntamenti sfiniscono gli atleti, il riposo diventa fondamentale per ritornare competitivi
I grandi appuntamenti sfiniscono gli atleti, il riposo diventa fondamentale per ritornare competitivi
Così all’avvicinarsi dell’appuntamento sarai pronto a fare il necessario per andare al top della condizione?

Esatto, quando il corridore si troverà in altura, sarà pronto ad essere focalizzato sull’obiettivo, avrà la volontà di fare quel qualcosa in più per arrivare al top all’appuntamento. 

Come si crea questo programma?

Personalmente faccio così: calendario alla mano, dividiamo i periodi in verde, giallo e rosso. Dove il verde è il recupero, il giallo è l’inizio della preparazione e il rosso è la gara ed i giorni precedenti. Quello che a volte non si capisce è che il periodo “verde” è importante tanto quello “rosso”. Se voglio essere al massimo devo fare in modo di riposare, perché solo in quel caso sarò pronto a fare i sacrifici necessari. 

Tornando a Busatto, lui dopo il campionato italiano si è fermato, per preparare il mondiale e Tour de l’Avenir, suoi principali obiettivi della stagione.

Probabilmente chi lavora con lui, o Busatto stesso, hanno capito che se avesse tirato dritto probabilmente sarebbe arrivato stanco a questi appuntamenti. 

Un corridore esperto è in grado di riconoscere quando ha bisogno dei periodi di riposo (foto Instagram Geraint Thomas)
Un corridore esperto è in grado di riconoscere quando ha bisogno dei periodi di riposo (foto Instagram Geraint Thomas)
Per i giovani i periodi e la programmazione dei picchi mentali sono ugualmente importanti?

Forse anche di più. L’età è un fattore fondamentale, quanto costa ad un ragazzo giovane questo tipo di vita? Tanto, se non ha modo di svagare con la mente e di pensare anche ad altro. Per questo dico spesso che non bisogna investire il proprio tempo solo su una cosa, ma cercare altro: passioni sane che una volta finito l’allenamento o il periodo di gare, li aiutino a riposare la mente. Sono professionisti ed il loro lavoro è questo, ma non sono macchine. Però c’è una fregatura…

Quale?

Che i giovani sono molto sul “fare”, è una cultura molto pericolosa che le passate generazioni non avevano. Ora i ragazzi crescono e diventano professionisti con tanti numeri da controllare e con i quali sono controllati. Un conto è un adulto che negli anni si è visto arrivare queste nuove informazioni, ma con la consapevolezza e la capacità di saperle leggere. Un altro è lo stimolo continuo, con il rischio di pensare solo alla bici.