Piano con gli spritz. Il fegato ha bisogno di disintossicarsi

19.11.2021
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A ciascuno il suo peso, anche quello in eccesso che si mette su durante l’inverno, quando un po’ si mollano i freni e soprattutto si concede al corpo di respirare dopo un anno di sali, barrette e gel. Però c’è un però. Esiste una soglia oltre la quale i chili d’inverno diventano un problema? E soprattutto, i chili d’inverno sono tutti uguali? Banalizzandola al massimo, tre chili messi su a forza di spritz (foto giallozafferano.it in apertura) sono uguali a tre chili messi su mangiando pasta alla carbonara? Quali conseguenze hanno sugli organi dell’atleta, ad esempio sul fegato?

Lo abbiamo chiesto a Laura Martinelli, che in questi giorni sta ultimando il suo… insediamento come nutrizionista del Team Bike Exchange.

Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, dal 2022 sarà alla Bike Exchange
Nel 2021 Laura Martinelli ha lavorato per il Team Novo Nordisk, dal 2022 sarà alla Bike Exchange

«I chili di troppo – dice andando subito al sodo – dipendono da dove arrivi e dove vuoi arrivare. Se ci si limita ad analizzare il periodo del riposo, si ha una visione incompleta. Si deve valutare il modo in cui è finita la stagione e quando e come si dovrà ripartire. Qualche chilo in più ci sta. Quando lascio i miei atleti dopo l’ultima corsa, dico loro che alla ripresa li voglio trovare con i valori sballati, in modo da avere il margine su cui lavorare».

Attenzione però, non si tratta di un invito alla sregolatezza: come ci spiegherà a breve, la vita di un atleta deve essere una continua progressione. Per cui quei valori sballati devono poggiare su una situazione di base che ogni anno deve essere migliore rispetto a quella dell’anno precedente.

Perché qualche chilo in più ci sta?

Perché devo riattivare il metabolismo. A stare tirati per sei mesi all’anno, il metabolismo rallenta e di conseguenza si tende a prendere peso più facilmente. Ci sono due fattori di cui tenere conto.

Quali?

Il primo è che se non ho continuità lavorativa, alla ripresa vado a confrontare le pliche rispetto all’anno precedente. Parlando di professionisti, mi aspetto che la composizione corporea sia comunque migliore. Durante la carriera deve esserci un miglioramento costante, se alla ripresa invece mi ritrovo con i valori dell’anno precedente, allora qualcosa non va.

Oltre alla plicometria la percentuale di grasso e la composizione corporea si possono misurare con l’impedenza bioelettrica
Oltre alla plicometria la percentuale di grasso e la composizione corporea si possono misurare con l’impedenza bioelettrica
Quindi puoi prendere peso, ma comunque in un quadro di progressione graduale?

Esattamente. Non si può certo tornare indietro. Mi prendono in giro, perché salutandoli dico loro: «Ci vediamo a dicembre, più forti e più felici!».

Si dice che un noto medico salutasse i suoi corridori dicendo di volerli ritrovare a dicembre con lo stesso peso di fine stagione.

Non so quanto ci sia di razionale dietro certi consigli. Chiaro che non devono lasciarsi andare, ma tenere lo stesso peso significa non permettere al corpo di ritrovare il suo equilibrio. Quando poi ci sarà da tirare il vero deficit calorico durante l’anno, potrebbe non rispondere come ci si aspetta.

C’è anche un secondo fattore?

Gli obiettivi di stagione. Chiaramente cambia se devi correre subito in Australia o se il primo obiettivo vero è il Giro d’Italia. Resta il fatto che la composizione corporea deve essere migliore dell’anno prima, ma possiamo gestire diversamente il rientro nel peso.

Staccare un po’ d’inverno è una necessità anche per il fegato dopo 11 mesi passando fra barrette, zuccheri e sali
Staccare un po’ d’inverno è una necessità anche per il fegato
Il metabolismo rallenta durante la stagione, ma anche con il passare degli anni. L’atleta più anziano faticherà più del giovane a perdere peso?

Con l’età non ci sono variazioni, perché di base siamo fatti di abitudini. E se fino a 36 anni ti sei attenuto alle stesse prassi e hai dei valori di un certo tipo, quindi se sei un corridore ben gestito, il corpo mantiene i suoi standard. Anzi, a volte ha dei vantaggi…

Su quale versante?

Con gli anni l’efficienza lipidica migliora (la quantità grassi consumati nell’unità di tempo per produrre energia, ndr). Tanto che se andate a guardare i risultati nelle gare di endurance, i tempi migliori li fanno i quarantenni. Ovviamente, tutto quello che si è detto finora è riferito ad atleti già formati e non ad atleti in via di sviluppo.

Quanto alla differenza fra chili da spritz e chili da carbonara?

Grazie alle analisi che facciamo, riusciamo a vedere in modo accurato da cosa sono composti quei tre chili di troppo. Di sicuro, se sono legati alla massa grassa, non vengono da un eccessivo consumo di verdure… (sorride, ndr). Se però parliamo di alcol e di consumo acuto, c’è da fare attenzione.

Attraverso l’analisi della composizione corporea, si può capire da dove provengano i chili di troppo
Attraverso l’analisi della composizione corporea, si può capire da dove provengano i chili di troppo
Perché?

Perché il fegato di un atleta non è abituato a gestirlo e può averne un impatto negativo. Il metabolismo dell’alcol è legato alla massa grassa e visto che sono mediamente soggetti magri, tengono meno. Perciò quando dico che possono “staccare” non contemplo il consumo di alcol, parlo di alimentazione. L’uso di alcol incide sul recupero del fegato, che invece durante il periodo di stacco ha bisogno di respirare dopo 11 mesi di supplementazione. E personalmente per disintossicarlo preferisco che stiano per un mese senza prendere niente.

Niente alcol?

ll bicchiere di vino ci sta, ma non troppo. Sono però abitudini che approfondisco con gli atleti nella fase del lavoro individuale, che richiedono tempo. Allo stesso modo, nel mese di stacco c’è bisogno di un ciclo di rigenerazione della flora batterica. Diciamolo chiaramente ai corridori e a chiunque faccia attività intensa: è un periodo prezioso, poi si ricomincerà con la supplementazione e bisogna essere pronti per sostenerla.