Come abituarsi al grande caldo? Ce lo spiega “doc” Pollastri

02.08.2023
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OPOLE – Quando si va al di sopra dei 30 gradi le cose cambiano di netto per i corridori. E’ quel che abbiamo visto al Tour de France (il caso Pogacar è forse il più emblematico) e in molte gare di questo scorcio di stagione. Abituarsi al caldo pertanto è fondamentale per evitare il temuto calo di prestazioni.

Nell’era del ciclismo che nulla lascia al caso, i corridori curano anche questo aspetto. Il dottor Luca Pollastri, della Jayco-AlUla, ci spiega quali metodi applicano gli atleti della sua squadra per ovviare a questa problematica.

Luca Pollastri, medico della Jayco-AlUla
Luca Pollastri, medico della Jayco-AlUla
Dottor Pollastri, qui in Polonia non fa caldo, però veniamo da corse in cui il solleone si è fatto sentire. Lo abbiamo visto al Tour de France, dove c’è stato soprattutto un elevato tasso di umidità: ebbene come si abituano i corridori al caldo? Si fanno degli allenamenti specifici? 

C’è gente che in passato si è anche allenata in sauna, ma noi non l’abbiamo fatto. Tuttavia abbiamo impostato delle strategie che prevedono una sorta di acclimatazione, o comunque di adeguamento al caldo, utilizzando ad esempio la sauna nell’arco della giornata (ma senza bici, ndr) oppure utilizzando le ore più calde per uscire proprio per simulare le condizioni che si troveranno in gara. Si creano degli adattamenti i cui benefici poi si sentono durante la competizione.

L’abbigliamento gioca un ruolo sempre più importante sia per l’aerodinamica che per la termoregolazione. Ci sono maglie e pantaloncini sempre più sottili e traspiranti. Magari i corridori si allenano con qualcosa di leggermente più pesante per poi indossare appunto quei capi leggeri in corsa?

No, questo devo dire che non ci è capitato. Piuttosto si evita di avere tutte quelle accortezze che si hanno invece in gara. Quei comfort a vantaggio dell’atleta per il caldo appunto.

Quali?

Penso alle “ice socks”, le calze con i cubetti di ghiaccio, che il corridore posiziona normalmente nella regione cervicale dentro la maglia. Oppure all’attenzione che lo staff dedica alla temperatura delle borracce, che sono sempre fresche. Sono portate ad una temperatura tendenzialmente controllata all’interno dei frigo box che abbiamo nelle macchine. Penso alla temperatura sul bus… Tutte cose che non si curano durante gli allenamenti quando i ragazzi non hanno il supporto dello staff. Quindi in allenamento l’acqua sarà un po’ più calda, non avranno il ghiaccio da mettere sulla schiena, non riposano in ambienti ideali… Sono piccole cose che mettono il corpo sotto stress. Stress, che al contrario cerchiamo di evitare o ridurre al minimo durante la competizione.

Tutti i team, qui la Groupama-Fdj, quando fa caldo in corsa distribuiscono le borracce e le calze di ghiaccio
Tutti i team, qui la Groupama-Fdj, quando fa caldo in corsa distribuiscono le borracce e le calze di ghiaccio
Una curiosità dottore, perché quelle calze col ghiaccio si mettono nella zona cervicale? C’è una motivazione specifica?

Perché è una delle zone sicure, non reca danni all’intestino o ad altre parti sensibili. E’ anche una zona che fa percepire un maggior senso di freschezza. E poi la questione è anche molto pratica: questi ragazzi sono in bicicletta, quindi di fatto non abbiamo poi tutti questi punti dove metterle. La zona cervicale pertanto è una posizione comoda dove metterle. Senza contare che, banalmente, il ghiaccio che si scioglie cola verso la parte bassa della schiena e l’area interessata al fresco si allarga e quella gocciolina dà una piccola scossa. Talvolta queste calze vengono posizionate anche anteriormente, sul petto. Ma questo va parecchio a discrezione del corridore.

Quindi ci si abitua al caldo non tanto con allenamenti specifici, quanto togliendo quei rimedi che riducono lo stress.

Esatto.

E invece alla lunga per controbattere il caldo è importante recuperare bene. Vediamo spesso che si immergono nelle nelle vasche di ghiaccio…

Esatto, recuperare bene aiuta in tutto ciò. Per quel che riguarda le vasche di ghiaccio è importante farle nell’immediato post tappa. Basta immergersi per pochi minuti. Si tratta di un’immersione pressoché totale, lasciando fuori ovviamente solo la testa.

L’acqua a che temperatura è?

Le temperature sono basse ma non bassissime. Solitamente siamo un po’ sopra i 10 gradi. Il ghiaccio serve ad abbassare la temperatura dell’acqua che si ha a disposizione.

È molto importante per il recupero dal caldo trovare temperature adeguate al rientro negli hotel. I massaggiatori impostano l’aria condizionata sui 20 gradi
E’ molto importante per il recupero dal caldo trovare temperature adeguate al rientro negli hotel. I massaggiatori impostano l’aria condizionata sui 20 gradi
E quanto ci stanno?

Sui 5′-6′. Quando non si ha la fortuna di avere una vasca di ghiaccio, è ancora più importante che sia ben accogliente il bus.

Ci spieghi meglio…

Al rientro sul bus i corridori devono fare una doccia non particolarmente calda, anzi… Oltre a questo il bus ha una temperatura abbastanza fresca e adottiamo una strategia simile anche negli hotel. Ai ragazzi viene fatta trovare una temperatura definita in modo che l’impatto iniziale sia di un certo tipo, fino a che non vanno a dormire. Per questo gli chiediamo di mantenere l’aria condizionata accesa. Aria che poi devono spegnere nel corso della notte.

Di che temperature parliamo?

Sui 20 gradi, anche se poi dipende un po’ anche dalla temperatura esterna (più è alta e più si alza quella interna, ndr). Quindi direi tra i 20 e i 22 gradi.