BikeExchange, visite mediche a fine stagione. Perché?

29.10.2022
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La notizia di per sé poteva passare abbastanza sotto traccia, ma ragionandoci sopra offre molti spunti di riflessione. Nei giorni dopo il Lombardia, il Team BikeExchange si è presentato in forze a Torino, per sostenere le visite mediche durate due giorni e qui è il nocciolo della questione: perché fare le visite a fine stagione, quando tutti i ragazzi (e le ragazze, c’erano anche loro) erano in procinto di partire per le vacanze?

Luigi Molino, responsabile del centro medico Riba
Luigi Molino, responsabile del centro medico Riba

Il fatto in sé dà spunto per considerazioni più generali, non tanto legate al team specifico, quanto alle scelte e alle differenze legate al periodo dell’anno. Per saperne di più abbiamo quindi interpellato chi ha diretto quegli esami, il dottor Luigi Molino responsabile medico dell’Istituto per le riabilitazioni Riba di Torino.

«La squadra si è presentata con tutto il suo organico – racconta – erano in totale una quarantina di soggetti da esaminare. Non erano proprio tutti perché so che alcuni erano ancora impegnati in gara e per loro si provvederà successivamente».

Come mai le visite sono state effettuate in un periodo così particolare?

Premettiamo che sono visite obbligatorie, che vanno effettuate una volta l’anno per l’ottenimento della licenza, che poi vengano effettuate a fine stagione o all’inizio di quella successiva non influisce dal punto di vista burocratico. Nel caso specifico è stato scelto questo periodo anche per avere un momento di confronto generale fra tutti gli effettivi del team, per parlare della stagione in via di conclusione e gettare già le basi della successiva. E’ una scelta, d’altronde bisogna anche tenere conto che trovare uno spazio per un appuntamento generale non è così semplice, considerando che una volta la stagione iniziava a marzo per concludersi a settembre, ora si va da gennaio a fine ottobre, di tempo ce n’è molto meno.

Le visite sono state estese al team femminile, qui è impegnata l’australiana Amanda Spratt
Le visite sono state estese al team femminile, qui è impegnata l’australiana Amanda Spratt
I valori però cambiano in base al periodo?

Non più di tanto perché parliamo di atleti che sono in attività pressoché quotidianamente. Ci sono fasi con valori performanti maggiori, questo è chiaro, ma non influiscono sulla valutazione che a noi serve. I valori di spirometria, di cardiologia di base restano quelli, se parliamo di capacità biometaboliche non ci sono variazioni importanti.

Che cosa si cerca attraverso questi appuntamenti?

Si fa il punto sullo stato di salute dell’atleta. In particolare si valuta la funzionalità cardiaca e polmonare. Si fa una valutazione approfondita che deve dimostrare che non ci sono patologie. Andiamo quindi a controllare l’integrità fisica dell’atleta, per questo poco importa che gli esami vengano fatti a fine o inizio stagione. La maggior parte delle squadre preferisce fare questi esami di gruppo a inizio stagione facendoli coincidere magari con il primo ritiro prestagionale, alla BikeExchange hanno invece scelto quest’altra via.

Entrando nello specifico, che cosa si fa con ognuno degli atleti?

Innanzitutto si procede a una valutazione generale in base all’esame obiettivo, si fa un esame completo del sangue e delle urine, poi si procede alla valutazione cardiologica attraverso un esame ecocardiografico e poi all’elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo. Questo cambia però nel caso degli atleti professionisti rispetto a chi pratica il ciclismo amatorialmente.

In che misura?

A differenza dell’amatore il test è massimale, nel senso che il corridore deve raggiungere almeno l’85 per cento della sua frequenza cardiaca basale. Non è uno sforzo di poco conto considerando che spesso si raggiunge anche una potenza di 500 watt e non è sempre semplice considerando che molti ciclisti sono per costituzione fisica bradicardici. Poi si procede con la valutazione spirometrica. Diciamo che per ogni atleta la sessione dura almeno un’ora, per questo ci organizziamo in modo da esaminare più atleti contemporaneamente, mentre uno fa un test l’altro affronta una parte diversa.

L’ingresso del centro torinese, in passato utilizzato dalla Bahrain e ora da molti ciclisti per le riabilitazioni
L’ingresso del centro torinese, in passato utilizzato dalla Bahrain e ora da molti ciclisti per le riabilitazioni
Ci sono altri team che si rivolgono a voi?

Per anni abbiamo effettuato le visite mediche del team Bahrain, con la BikeExchange siamo alla terza stagione (il punto in comune è il team manager Brent Copeland, passato dal Bahrain al team australiano, ndr). Per ora abbiamo scelto di concentrarci su di loro e su altri atleti che si rivolgono a noi però a titolo individuale, nel futuro contiamo però di accogliere altre squadre. Sempre in base ai loro tempi e alle loro scelte, per noi e anche dal punto di vista oggettivo non cambia nulla…