Chiudiamo questa triade dell’utilizzo del potenziometro con il terzo profilo, lo scalatore. Il grimpeur chiamato in causa è Gianmarco Garofoli. Qui cambia ancora l’approccio e cambia sia per la caratteristica, ma forse anche per l’età, nettamente più bassa rispetto ai primi due. Il corridore della Soudal‑Quick Step ci dà degli spunti davvero interessanti.
Questo è il ciclismo dei numeri, come visto, e con Garofoli questo aspetto viene esaltato. Interessante sia l’approccio verso il fine stagione che con i numeri veri e propri e ancora l’utilizzo del potenziometro quando la strada sale.


Gianmarco, si parla sempre dell’uso del potenziometro e dei watt, ma poi realmente un professionista come lo usa?
Ormai da molti anni è diventata una parte integrante della bicicletta. Un professionista lo usa sempre, dall’allenamento alla gara, in qualsiasi momento. Soprattutto sull’allenamento è fondamentale.
Più della gara secondo te?
Secondo me sì, molto più della gara. Lì vince il primo. In allenamento l’obiettivo è allenarsi bene, non è semplicemente andare a tutta. Serve qualcosa che ti permette di migliorare. Certi giorni è importante anche riuscire ad andare a quel ritmo che appunto ti allena ma non ti finisce.
Come per Maestri tu devi sia tirare per un capitano, sia attaccare: che differenze ci sono in tal senso?
Quando devi tirare per un capitano hai già tipo un ritmo prestabilito, concordato prima del via o qualche momento prima in cui devi entrare in azione. Poi dipende anche in che momento della corsa devi tirare. Perché magari se devi controllare una fuga, ovviamente guardi il potenziometro per controllare i tuoi valori, ma ti gestisci parecchio anche in base a come la fuga va.


Cioè?
Più la fuga va forte e più tu devi andare forte. Più la fuga va piano e più devi calare. Mentre se l’obiettivo è mettere in difficoltà gli altri corridori facendo un ritmo molto forte, sai che magari devi fare la salita a 6 watt/chilo per un determinato tempo.
Quindi osservi il rapporto potenza/peso e non i watt assoluti?
Esatto, il rapporto wattaggio/peso secondo me è molto importante, soprattutto quando sei in gara e stai facendo un’azione corale di squadra. Ti devi confrontare e allineare ai tuoi compagni perché magari chi deve tirare con te pesa 10 chili di più. E il modo migliore per trovare un dato che vada bene per tutti è il rapporto potenza/peso. Ai Paesi Baschi ad esempio in salita dovevo lavorare con Maximilian Schachmann che pesa circa 10 chili più di me e lui mi dava il rapporto potenza/peso da rispettare.
Ti capita mai in allenamento ma anche in gara se ti stacchi, di perdere concentrazione e andare più piano di quanto pensi? Di guardare i watt e di essere basso?
Normalmente, quando uno si stacca, perlomeno io, non guarda più i wattaggi. Cerco di salvare più energie possibili e di non andare fuori tempo massimo. Quindi il potenziometro lo guardi magari per non andare troppo forte. Mentre se ti stacchi e stai ancora lottando per un piazzamento, è sempre importante mantenere la concentrazione alta. In questo caso il potenziometro è un’arma a doppio taglio.


Perché? Spiegaci meglio…
Perché magari sei in fuga da solo, inizi la salita, sei super motivato e l’attacchi troppo forte. Sai che quella scalata durerà 30’ e tu l’approcci con i tuoi wattaggi sui 5’. No, no, altroché: il potenziometro è importante anche ai fini della concentrazione, ti fa correre con la testa, ti fa stare sempre sul pezzo. Anche se scatta qualcuno capisci subito se puoi seguirlo o se invece è meglio rispondere in altro modo.
E tu Gianmarco hai notato delle differenze tra questa fase della stagione, ossia la fine, e l’inizio?
Dal mio punto di vista, io sono un po’ un atleta di fondo, che poi ancora devo scoprirmi nel lungo termine, quindi a fine stagione andavo quasi più forte che all’inizio. L’unica differenza tra l’inizio e la fine della stagione secondo me è dal punto di vista mentale: se sei un po’ più scarico, sei un po’ meno motivato o se invece sei ancora carico. Oggi secondo me un atleta è difficile che veramente sia finito, sia completamente stanco. Puoi essere completamente stanco ma più di testa, secondo me, che di gambe.