Slongo e i giorni olimpici di Elisa: dal Giro alla crono di domani

27.07.2021
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Paolo Slongo mette a segno un altro colpo. Dopo i tanti trionfi con Nibali, a Tokyo arriva il bronzo con Elisa Longo Borghini e, incrociamo le dita, potrebbe non essere finita. Eppure la piemontese era uscita da un Giro Donne non troppo positivo, ma nel finale della gara olimpica ha mostrato il colpo di pedale dei giorni migliori.

La medaglia di bronzo della Longo Borghini
La medaglia di bronzo della Longo Borghini

Doppia uscita “anti-sonno”

Ma come è stata la metamorfosi della Longo Borghini dalla corsa rosa a quella olimpica? A spiegarcelo è proprio Slongo, preparatore della Trek-Segafredo, che ha continuato a seguire Elisa anche a distanza, con una preparazione minuziosa, fatta di dettagli e accortezze al “millimetro”.

«La gara nel finale si è messa meglio di come era stata. Ed Elisa è stata brava a raccogliere quel bel risultato. Un medaglia olimpica, ragazzi…», dice con commozione Slongo.

«Siamo partiti per il Giro Donne vedendo come si metteva. Dopo la seconda tappa abbiamo capito che non si sarebbe potuto lottare per la classifica e così abbiamo provato a fare del lavoro per le Olimpiadi, specie nelle due fughe in cui è entrata. In quelle occasioni Elisa ha accumulato tanta fatica che gli è servita.

«Quando è tornata a casa ha staccato un po’, soprattutto di testa. In bici è uscita sempre. Faceva dalle due alle tre ore a sensazione. Niente lavori. Poi il 17 è partita e il 18 è arrivata a Tokyo. Quei due giorni sono stati di “riposo” totale. Dal 19 ha ripreso a pedalare. Per farla adattare al fuso orario le facevo fare la doppia uscita. Ma la seconda era davvero una passeggiata. Più che altro non doveva stare in camera, altrimenti il sonno prima o poi ti prendeva. Doveva riuscire subito “a prendere la notte”, superando il problema del fuso orario».

Gli azzurri del ciclismo non alloggiano nel villaggio olimpico, ma fuori Tokyo. Tuttavia meglio non stare troppo in camera per smaltire il fuso
Gli azzurri del ciclismo non alloggiano nel villaggio olimpico, ma fuori Tokyo. Tuttavia meglio non stare troppo in camera per smaltire il fuso

Sensazioni a confronto

La Longo Borghini in Giappone faceva quindi due ore la mattina e un’oretta e mezza al pomeriggio. Al mattino faceva un po’ meno proprio perché sapeva che sarebbe riuscita.

«Nei primi due giorni a Tokyo ha solo pedalato. Poi ha iniziato ad inserire dei piccoli lavoretti: Sfr, lavoro intermittente come per esempio 2×5′ facendo 20”-40”… un qualcosa che simulasse la gara. E anche il giorno prima della corsa ha fatto un paio di medi. Meglio partire un po’ “stanca” e non con il cuore che sale troppo velocemente. Cosa che poteva essere fuorviante». 

La gare (strada e crono) si avvicinano e la tensione sale. Elisa ha determinate sensazioni, che sono diverse da quelle dei dati che invia a Slongo.

«Lei diceva di non sentirsi super, ma io vedevo che reagiva bene. Abbiamo analizzato la gara ieri e chiaramente i dati sono legati allo strano andamento tattico che si è visto. Se la polacca in fuga non si fosse staccata le olandesi non si sarebbero svegliate e addio medaglie. Addio anche per Elisa.

«Invece sull’attacco ho visto che andava. Non erano i suoi migliori valori assoluti, ma con quel clima e quella temperatura si livellano molto. I valori vanno contestualizzati. Faccio un esempio. Un corridore ha 400 watt alla soglia, ma se dopo tre settimane scala il Ventoux con il caldo e ne fa 370 non vuol dire che è andato piano».

Elisa nella crono del Giro del Giro d’Italia Donne
Elisa nella crono del Giro del Giro d’Italia Donne

Verso la crono di domani

Slongo ha ripetuto con Elisa Longo Borghini quel che riuscì a fare a Rio 2016 con Nibali: vale a dire arrivare al meglio nel giorno X.

«Il Gap di Elisa rispetto al Giro si è livellato parecchio. E infatti chi ne aveva di più nel finale erano proprio Elisa e la Van Vleuten. Anche per questo sono speranzoso per la crono. Dati alla mano, analizzando anche le altre, stimiamo possa arrivare tra il 5° e 8° posto, ma appunto vedendo come è andata su strada…

«Il percorso della crono è abbastanza duro, ma meglio così che tutto piatto. E’ un po’ meno per specialiste. Le olandesi sono di nuovo le favorite, ma occhio anche alle americane».

In questi giorni giapponesi, la Longo Borghini ha già usato la bici da crono. Lo ha fatto anche in qualcuna delle uscite pomeridiane.

«E lo stesso ha fatto dopo il giorno in cui ha fatto la distanza. Dopo la prova in linea ha usato soprattutto la bici da crono ovviamente per trovare il giusto feeling. Trek ha fornito le bici nuove prima del Giro. Elisa ha svolto dei test in pista. Avevano cambiato il manubrio. Adesso è un po’ più lunga. Se prima i gomiti erano a 90°, ora l’angolo è un po’ più aperto. Ma per il resto le misure sono quelle del Giro Donne».