Sagan al Catalunya per costruire il Fiandre

24.03.2021
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Uno come Sagan, che riesce a scollinare 12° sul Poggio e poi a fare quarto in volata dopo 300 chilometri, è davvero così indietro di condizione? Tornando da Sanremo era questa la domanda che frullava nella testa e la risposta più plausibile era che la classe dello slovacco sia tale e tanta che, con la necessaria esperienza, Peter fosse riuscito a restare nascosto fino al momento giusto e poi avesse stretto i denti. Se fosse stato davvero bene, avrebbe seguito gli scatti in prima persona e magari avrebbe rilanciato. Perciò, visto che in questi giorni “Peterone” sta correndo la Volta a Catalunya e con lui c’è il suo allenatore Sywester Szmyd, fare il punto della situazione in vista delle classiche servirà a dare la giusta dimensione a uno dei protagonisti più attesi. Che malgrado il passaporto, percepiamo come uno di noi: italiano acquisito per trascorsi e filosofia.

Per correre il Catalunya ha rinunciato alla Gand-Wevelgem, vinta nel 2018
Per correre il Catalunya ha rinunciato alla Gand-Wevelgem, vinta nel 2018
Cinque settimane fermo a Gran Canaria: quanto hanno inciso?

Potete immaginare che non siamo riusciti a fare tanto. Ma Peter ha la mentalità vincente e ho pensato anche io che alla Sanremo abbia avuto una buona gamba, tanto da fare la volata con dei numeri molto buoni. Però si vede che manca l’altura, che a lui giova tanto. La Tirreno gli ha dato una prima… passata di intensità e qui al Catalunya vogliamo metterci il resto.

E’ vero che l’ha deciso lui?

Non so con chi abbia parlato e chi abbia fatto l’annuncio. So invece che all’inizio della Tirreno, mi ha chiamato Enrico Poitschke, il capo dei direttori sportivi, e mi ha detto che c’era questa possibilità. Io ne ho parlato con Peter che si è detto d’accordo e abbiamo immaginato un percorso di avvicinamento al Nord diverso dal solito, per rimediare a quel periodo di sosta.

Pensi che si possa arrivare al Fiandre ugualmente bene?

Come quando non si andava in altura. Abbiamo perso 5 settimane di lavoro, bisognerà fare tutto bene. Nel primo ritiro a Peschiera, era freddo per fare certi lavori. Invece a Gran Canaria eravamo nella fase dei lavori specifici e Peter ha dovuto fermarsi.

A 31 anni la condizione si trova facilmente?

Il tempo passa per tutti, anche per lui. Ce ne siamo accorti l’anno scorso al Tour e per tutta la stagione. Mentre i più giovani sono entrati in forma rapidamente, a noi è servito proprio il lavoro del Tour per arrivare al Giro con una forma vincente. Perciò è chiaro che per entrare in condizione impiega più di quando aveva 21 anni e dopo l’inverno era subito vincente in Australia. Oppure quando faceva una settimana di vera vacanza dopo le classiche, poi andava in California e vinceva la classifica.

Alla Tirreno (qui con Fabbro), Peter ha messo nelle gambe la prima intensità di stagione
Alla Tirreno ha messo nelle gambe la prima intensità di stagione
In una corsa come il Catalunya si riesce a fare qualche lavoro specifico, oppure il semplice correre alla fine risulta allenante?

E’ così dura, che… basta correre. Non è di quelle corse in cui hai la tappa che si va a spasso e puoi programmare dei lavori di intensità. Qui l’intensità te la impongono gli altri. Abbiamo provato a fare la tappa per lui il primo giorno e mi aspetto che stia sempre meglio. Il percorso è duro, ma non siamo qui solo per allenarci. Come detto prima, Peter ha la mentalità vincente e vuole essere comunque protagonista.

Si poteva rischiare dopo la Sanremo di andare diretti in Belgio per Harelbeke e Gand-Wevelgem?

Non valeva la pena cambiare il programma avviato alla Tirreno, perché quel quarto posto a Sanremo può significare tutto e anche niente. In Belgio a quel punto saremmo andati per giocarci le corse, ma se uno come Peter non è almeno all’85 per cento, sarebbe andato a prendere batoste dalle quali non si sarebbe ripreso. E il primo weekend non sarebbe stato utile per il Fiandre e la Roubaix. Stiamo lavorando per questi obiettivi e per il resto della stagione. Non ci interessa trovare una condizione rapida che duri poco.