Quanto vale Jonathan Milan? A quale livello atletico e tecnico è arrivato e sin dove potrà spingersi? Abbiamo letto il racconto di Bragato sul record del mondo dell’inseguimento e poi abbiamo letto le raccomandazioni che al friulano ha fatto Viviani per il seguito della carriera. Il 2025 sarà un anno dedicato interamente alla strada. Questo significa che la preparazione della pista, fatta di lavori specifici e palestra, sarà sostituita da altri protocolli. E’ un delicato equilibrio che la Lidl-Trek dovrà trovare e mantenere. Il Milan vittorioso degli ultimi due anni era figlio dell’asfalto e del parquet. In che modo si lavorerà?
L’uomo giusto per parlare di tutto questo è Mattias Reck, svedese che compirà a breve 54 anni, che dopo una breve carriera da corridore dal 2016 è diventato allenatore. E’ lui il preparatore di Milan, come pure di Mads Pedersen. A ben vedere i due corridori si somigliano quantomeno nell’attitudine ed è con grande curiosità che gli abbiamo rivolto alcune domande da cui emergerà che, nonostante un palmares a dir poco speciale, Jonathan Milan è ancora lontano dall’aver raggiunto il suo massimo.
Ci dica, Mattias, che idea si era fatto di Milan e in che modo lo ha approcciato? Avevate dei test precedenti oppure siete partiti da zero nel primo ritiro?
Io e la squadra seguivamo le prestazioni e lo sviluppo di Jonny già molto prima di ingaggiarlo. Avevo un’idea chiara su che tipo di corridore fosse e di come avrei voluto allenarlo, ancora prima di iniziare. Poi nel primo ritiro, il 23 dicembre del 2023, abbiamo fatto dei test. Prima uno step test indoor poi di resistenza su strada: ricordo che sono rimasto molto colpito dai suoi valori e da diverse aree. Ad esempio, un Vo2Max elevato per essere un velocista e una resistenza già molto buona nonostante si allenasse solo da 3-4 settimane.
Qual è la principale qualità atletica di Milan?
Ovviamente ha uno sprint incredibile. Ciò che lo rende ancora più speciale è che, pur essendo così alto e pesante per essere un ciclista, ha una spinta molto esplosiva e può mantenerla a lungo. Poiché ha un motore aerobico così potente, in combinazione con la sua elevata potenza anaerobica, può sostenere un ritmo molto intenso per molto tempo prima dello sprint. Se chi lo lancia non ha un’azione regolare, Milan ha la capacità di sopravvivere anche se deve uscire nel vento un paio di volte di troppo o troppo presto. Questa combinazione fra capacità anaerobica e aerobica molto elevata fa sì che Jonathan possa essere competitivo anche nelle classiche più dure, come abbiamo già potuto vedere quest’anno alla Gand-Wevelgem.
Durante lo scorso inverno e poi durante la stagione avete lavorato sulla crescita generale o principalmente su ciò di cui ha bisogno per gli sprint?
Principalmente sulla crescita generale, che in questo caso significa molta resistenza di base. I velocisti hanno sempre bisogno di molte ore, in combinazione con alcuni brevi intervalli ad alta intensità e sprint: quello che si definisce un allenamento piuttosto polarizzato. Questo è il punto di partenza. Poi, man mano che si procede, si vedrà quanto lavoro a media intensità (zon3/4, FatMax e soglia) proporgli perché possa diventare ancora più forte. La gente potrebbe pensare che un velocista faccia un sacco di allenamento per lo sprint, ma l’80-90% è un lavoro aerobico di base, il che significa praticamente un sacco di lavoro di resistenza. Poi si aggiungono alcuni interval training e forse 2 sessioni a settimana con allenamenti specifici per lo sprint, ma in percentuale è ancora molto poco.
Pensa che abbia davvero caratteristiche simili a Pedersen?
Sì, entrambi hanno un’elevata capacità anaerobica e aerobica. Sono uguali, ma comunque diversi all’interno della stessa area.
La sua struttura fisica gli consente di essere competitivo anche in gare più impegnative come il Fiandre?
Lo sviluppo futuro dovrà valutare con esattezza quanto Jonny sia in grado di affrontare le gare classiche più dure. Il Giro delle Fiandre degli ultimi anni ha avuto un livello di scalata estremamente alto, quindi non oso fare previsioni. Tuttavia, in gare come Sanremo, Gand-Wevelgem e Roubaix, Jonathan può essere presente.
Può avere nelle gambe i 3-4 minuti del Poggio e mantenere la freschezza necessaria per la volata di Sanremo?
Sì, può. Dipende da quanto si faranno forte Capo Berta e Cipressa, dal meteo (il vento contrario o a favore sul Poggio fa una grande differenza) e ci vuole anche un po’ di fortuna, naturalmente. E’ una scommessa che si può accettare.
Partendo da quanto visto nel 2024, la preparazione per il 2025 subirà dei cambiamenti?
In realtà non cambierò nulla, sarà sempre la stessa cosa. Correrà meno in pista e questo di per sé farà la differenza perché significa che quest’anno potremo aggiungere più resistenza specifica su strada.
Il lavoro in palestra sarà una parte importante?
Come stradista, con uno sprint già molto buono, di solito non mi concentro molto sul lavoro in palestra. Facciamo qualche esercizio in palestra alla fine delle uscite per lavorare sulla resistenza, ma per lo sprint puro Johnny secondo me non ne trarrebbe grossi vantaggi.
Lavorerete sulla gestione dello sforzo durante lo sprint, quindi anche sui rapporti da usare?
Sì, insieme a Johnny e al nostro reparto di ricerca e sviluppo abbiamo analizzato il suo sprint già lo scorso inverno. Con il suo scatto e l’elevata cadenza, ero curioso di vedere se potevamo andare ancora più in là con i rapporti o intervenire sulla lunghezza delle pedivelle. Alla fine abbiamo scoperto che poteva usare un rapporto superiore e mantenere comunque il suo giusto range di cadenza nello sprint. L’allenamento è una questione di fiducia. Abbiamo una buona collaborazione, lui si fida di me, io mi fido di lui ed è andata bene fin dall’inizio. Se il corridore non si fida più dell’allenatore, di solito è finita.
La sua predisposizione per lo sforzo solitario potrebbe renderlo competitivo nelle crono più lunghe dei semplici prologhi?
Sono sicuro che potrà avere un futuro anche facendo delle belle cronometro più lunghe, ma non è nulla su cui al momento dobbiamo concentrarci in modo specifico. Migliorerà in ogni caso, abbiamo dell’ottimo materiale, facciamo test aerodinamici, ha un motore forte e si allenerà molto nei prossimi anni. L’obiettivo deve essere quello di migliorare ancora di più i suoi punti di forza e non concentrarsi troppo su cose che non sono la massima priorità. Poi, naturalmente, arriverà il momento in cui un crono sarà ancora più interessante e potremo farne un obiettivo extra. A quel punto vedremo cosa sarà in grado di fare. Tuttavia, le crono più brevi, come quelle di 10-12 chilometri, possono già essere fatte ad un livello molto alto e si adattano al suo carattere! Il punto è che non possiamo concentrarci anche su prove di 35-40 km. Se lo facessimo, potremmo perdere troppo su altri fronti.
Che rapporto si è creato tra voi: insegnante-allievo o anche lui è in grado di dare un feedback che vi permette di calibrare il lavoro?
Jonny ha solo 24 anni, ma è già molto bravo nella comunicazione, è intelligente, sa cosa vuole e cosa serve. E’ concentrato e organizzato, questo è molto importante. Il ciclismo di oggi è esigente, se vuoi essere un grande campione devi essere in grado di pianificare e organizzare molte cose e costruire una buona squadra intorno a te. Lui ha già questa maturità, quindi sono sicuro che ha le carte in regola, non solo dal punto di vista fisico. Allo stesso tempo ha capito che non può essere coinvolto in tutto ciò che riguarda l’allenamento. A un certo punto, pur interessandosi, è bene potersi fidare dell’allenatore e fare quello che dice. E questo è il nostro modo di procedere. Lui si fida di me e può rilassarsi, fare il suo lavoro e concentrarsi su altre cose.