Mentre i professionisti si preparano per affrontare l’ultima settimana del Giro e oggi si godranno il secondo giorno di riposo, gli under 23 si preparano al Giro d’Italia di categoria. Quest’anno la corsa partirà l’11 giugno da Riccione e si concluderà il 18 a Pinerolo. Abbiamo così voluto andare a spiare il lavoro di una delle squadre che parteciperanno al Giro Under 23. Bussiamo in casa Bardiani-CSF-Faizanè, ad aprire la porta c’è Pino Toni, coach che sta lavorando con il team di Rossato.
Parola d’ordine: programmazione
«I nostri under sono in altura a Livigno ormai da qualche giorno – dice Pino – alcuni in precedenza sono stati anche sull’Etna. Con il fatto che gli under in Bardiani possono fare solamente gare internazionali abbiamo preferito optare per fare dei carichi di lavoro. La differenza con i pro’ è che correndo meno, possono essere gestiti meglio e quindi programmare i lavori. Questo ci permette di poter far crescere i ragazzi con calma ma soprattutto di averli sempre sotto osservazione».
Un calendario differente
Una domanda che potrebbe sorgere spontanea è quanto differisca l’attività che gli under fanno in Bardiani rispetto a quella di una squadra under 23…
«Non serve correre tutte le domeniche per crescere e migliorare di condizione – riprende il coach – anzi. Quello che fa davvero la differenza è il calendario che siamo riusciti a costruire per questi ragazzi: tante corse a tappe e periodi di due settimane senza corse per avere il tempo giusto per lavorare in allenamento. Se si corre tutte le domeniche non si lavora mai in settimana e questo non permette di fare tutto quel che c’è da fare.
«Vi faccio l’esempio di Marcellusi: lui la differenza l’ha fatta quest’anno perché ha avuto un salto di qualità anche nelle corse che è andato a fare. Ha gareggiato all’Antalya, all’Istrian Trophy ed alla Carpathian Race, tutte corse a tappe all’estero. Fare tanti giorni di corse a tappe ti permette di creare la condizione, di adattarsi allo sforzo. In gara i corridori trovano motivazione, hanno condizioni psicologiche differenti rispetto all’allenamento. L’adrenalina è il più grande antidolorifico che esista, ti permette di spingere oltre i tuoi limiti, cosa che non riesci a fare in allenamento. Tra correre una volta a settimana o fare 4 giorni di corsa cambia anche il valore del TSS (Training Stress Score) perché tiene conto anche della vicinanza degli sforzi».
L’allenamento specifico
Come detto i corridori della Bardiani, guidati da Rossato, sono a Livigno per prepararsi al Giro Under 23. Alla luce di queste considerazioni cosa cambia nell’allenamento e nell’avvicinamento alla gara?
«In questi giorni – racconta Pino – si sta lavorando in altura, i ragazzi fanno allenamenti specifici sulla forza, parametro che in gara tendono a perdere leggermente. Si fanno dei lavori sulla resistenza ma con meno ore, si fanno dei volumi un po’ inferiori di allenamento. In una giornata tranquilla si fanno al massimo 5 ore, in una più dura con dislivello sui 3.000 metri se ne fanno 3 di ore. La media di dislivello sui 10 giorni è 22.000 metri, si fanno pochi fuorigiri, quelli si fanno in corsa. Fondamentalmente in questi giorni si tratta di fare un richiamo di preparazione. Questi giorni servono principalmente ai ragazzi per capire a che livello sono rispetto ai propri compagni così da vedere da soli quali potranno essere le priorità all’interno della squadra durante il Giro».
«Una volta scesi – riprende – faranno qualche gara per mettere il ritmo corsa nelle gambe, se si lavora bene ne bastano un paio. Andranno al De Gasperi e alle Strade Bianche di Romagna».
Un Giro bello tosto
La scelta di andare a prepararsi a Livigno da parte della Bardiani non è casuale, infatti i ragazzi guidati da Rossato hanno approfittato per visionare la tappa numero 3, e le considerazioni non sono mancate.
«Rossato mi ha chiamato, è andato a vedere la tappa con partenza da Pinzolo e arrivo a Santa Caterina Valfurva». Il tono del coach si fa più serio. «Non mi sembra normale fare una tappa così dura. Si parla di fare corse rapportate alla preparazione del ragazzo e con la loro maturazione e poi metti una tappa da quasi 5.000 metri di dislivello? E’ un Giro molto duro, nel fare la squadra siamo un po’ “impiccati” perché i corridori da schierare sono 5 e noi ne abbiamo 6. Uno dei due primi anni, probabilmente Pinarello, lo farà. Sinceramente, se avessimo avuto ancora Trainini, Pinarello lo avremmo lasciato a casa.
«Una volta – racconta – quando si chiamava Giro Bio i primi anni non lo facevano nemmeno. Abbiamo corso tanto all’estero, ma una tappa con tanto dislivello non l’avevamo ancora trovata. E’ anche una questione di rispetto verso tutte le squadre che partecipano, tanto chi vince una tappa del genere la vince anche con 1.000 metri di meno…».
La squadra c’è
«Andremo al Giro con le migliori intenzioni, i corridori li abbiamo e punteremo a fare bene, Marcellusi potrà puntare a qualche tappa. Abbiamo ambizioni di classifica: c’è Martinelli, Nieri sta crescendo, avremo il velocista spagnolo. Ci sarà anche uno dei primi anni, come detto più Pinarello che Pellizzari. Sarà comunque una buona esperienza per loro. I due stanno crescendo bene, hanno corso con i pro’ e nelle gare 1.2. Il ritmo in corsa non sarà tanto differente rispetto a quando ci sono le squadre continental straniere o le development dei vari team WT. Sarà un bel banco di prova, vedremo poi chi ci sarà. Le convocazioni spettano a Rossato e Bruno Reverberi».