Ancora sul test del lattato. Riflessioni sulla posizione

09.12.2022
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Qualche giorno fa vi abbiamo proposto un articolo che riguardava il test sul lattato. Tra le varie domande poste a Michele Dalla Piazza, che spiegava appunto il test, si chiedeva se tra le variabili che influiscono sul test, e quindi sul lattato, ci fosse anche il fitting sulla bici, cioè la posizione.

E Dalla Piazza aveva così risposto: «La posizione sulla bici influisce sulla performance e tutto quello che gira intorno alla fase di sforzo. L’ideale sarebbe utilizzare la propria bicicletta collegata con un ciclosimulatore. Quando si utilizzano delle cyclette sarebbe importante riportare le proprie misure nel modo più fedele possibile».

Il massimo sarebbe riuscire a collegare la propria bici ai sensori e agli hardware del laboratorio per eseguire il test
Il massimo sarebbe riuscire a collegare la propria bici ai sensori e agli hardware del laboratorio per eseguire il test

Parola a Mariano

Questa riposta ha suggerito uno spunto di riflessione molto meno banale di quanto possa sembrare. La posizione corretta infatti influisce sul rendimento, vale a dire sui numeri del test? Oppure riguarda la produzione di acido lattico stesso perché magari con una diversa posizione cambia la circolazione sanguigna, o perché non si respira altrettanto bene?

Lo abbiamo chiesto ad Alessandro Mariano, esperto biomeccanico, il quale come sua abitudine non lesina chiarezza.

«E’ vero – spiega Mariano – la posizione incide sul test del lattato. Se vai a reclutare distretti muscolari diversi da quelli che usi solitamente, è chiaro che i dati sono falsati. E potrebbero essere anche falsati in meglio. Se si reclutano gruppi muscolari che non sono stressati e quindi più freschi, la concentrazione del lattato sarà inferiore».

Quando Mariano effettua le sue visite biomeccaniche tiene conto anche degli schiacciamenti delle vene: «Se il femore ha un angolo troppo chiuso, è chiaro che la vena iliaca non irrora in modo corretto».

Giro 2012, Purito Rodriguez 2° per soli 16″: nella crono finale di Milano arrivò 26° a meno di 2′ da Pinotti in oltre 33′ di sforzo
Giro 2012, Purito Rodriguez 2° per soli 16″: nella crono finale di Milano arrivò 26° a meno di 2′ da Pinotti in oltre 33′ di sforzo

Watt o millimoli?

Come dicevamo, c’è da fare una distinzione tra valori: i watt espressi e l’accumulo di millimoli di acido lattico. E’ un discorso di dati, più o meno buoni, o una produzione intrinseca di lattato?

«Entrambi – va avanti Mariano – ma probabilmente si tratta anche della produzione stessa, perché torno al discorso di prima: se usi muscoli meno allenati o più freschi, questi dati possono variare. In questo caso dipende anche dal tipo di test che si va a fare, perché come sappiamo ci sono diversi protocolli. 

«Se fai un test il cui protocollo è breve, in cui è previsto un picco massimo da lì a pochi minuti o secondi e la posizione è diversa, il risultato è diverso e quasi certamente migliore… per assurdo.

«E’ un po’ come quando vi ho raccontato che stravolgemmo la posizione di Purito Rodriguez prima della crono finale del Giro d’Italia. Fu una scelta estrema e azzardata che teneva conto di questa situazione. Volevamo fargli usare muscoli più freschi. E infatti, al netto che perse il Giro, lui fece la crono della vita».

Alessandro Mariano Fisioradi
Alessandro Mariano, biomeccanico di Mariano Engineering Cycling e Fisioradi, alle prese con il suo lavoro
Alessandro Mariano Fisioradi
Alessandro Mariano, biomeccanico di Mariano Engineering Cycling e Fisioradi, alle prese con il suo lavoro

Con la propria bici 

Mariano spiega poi che oggi l’atleta professionista tende a fare i test con la sua bici. Preferisce avere dati concreti piuttosto che usare un cicloergometro e avere dei dati in output più precisi (ipotizzando che un cicloergometro professionale sia estremamente preciso).

«E’ difficile stabilire quanto incida il cambio di posizione – chiarisce il biomeccanico – sinceramente non saprei. Non ho mai fatto certe comparazioni numeri alla mano, anche perché io curo solo la parte biomeccanica e mi piace dare risposte concrete».

E allora visto che si parla di posizione, cosa incide di più?

«Tutto è tutto legato. Se ti metto in bici e non guardo almeno i tre punti principali, cioè arretramento, altezza e tacchette, si scombussola tutto il resto. Se ne sistemo uno solo, ho modificato la situazione. Se arretramento, altezza e tacchette non vanno a collimare peggioro la situazione. Faccio un esempio, se tu hai la sella troppo indietro ed è anche bassa e io la alzo solamente, ho fatto peggio».