C’è tanto orgoglio italiano nelle parole di Paolo Bisceglia, Sales Manager alla Miche, l’azienda veneta che da quattro anni fornisce la trasmissione per le biciclette azzurre della pista. Anche per loro sta arrivando il momento tanto atteso, quello delle Olimpiadi. Qualcosa vi avevamo già raccontato, oggi andiamo oltre. Siccome non c’è dettaglio che non vada curato alla perfezione davanti a un appuntamento così importante, siamo venuti a vedere in cosa consista il loro lavoro accanto alla nazionale italiana.
«E’ cominciato tutto – racconta Bisceglia – da una serie di riunioni con Marco Villa e gli altri tecnici della Federazione. Si è definito il materiale di cui avrebbero avuto bisogno in base alle loro esigenze e alla nostra produzione interna. In sostanza si è concordato che avremmo fornito tutto ciò che riguarda la trasmissione. Quindi pedivelle, corone, movimento centrale, catene, pignoni. Non le ruote. Siamo rimasti in pochi a produrre materiale da pista, per cui quello che per altri può essere una nicchia per noi è un settore molto importante».
Movimento calettato
Il racconto di Bisceglia procede. Miche aveva già sviluppato un tipo di pedivella che si integra con il perno del movimento grazie ad una calettatura, non con il solito sistema del perno quadrato.
«In questo modo – spiega – riusciamo ad ottenere grandissimi risultati in termini di rigidità e aerodinamica, di cui gli atleti sono soddisfattissimi. Normalmente la nostra produzione arrivava a corone da 58 denti, su richiesta della Federazione abbiamo sviluppato una linea chiamata Sei Giorni con corone da 59 a 63 denti».
Due pignoni
Allo stesso modo, l’attenzione della nazionale si è concentrata sui pignoni, che Miche produce in due tipologie. Ci sono quelli con attacco calettato, che consentono il cambio degli ingranaggi senza smontare ogni volta tutto e non danneggiando la filettatura. E ci sono quelli tradizionali, integrali. Nonostante i continui cambi di rapporto e nonostante nella nuova fornitura siano previsti anche ingranaggi con attacco calettato, la scelta della Federazione ricade su pignoni integrali.
Catene speciali
Immaginate una gara in pista, qualsiasi sia la specialità. Oltre al fronte dell’aerodinamica, per il quale la nazionale può ormai vantare un pacchetto completo e super efficiente, l’altro motivo di attenzione è quello della riduzione degli attriti. Ragioni per cui la catena riveste un’importanza primaria.
«Miche non produce catene – spiega Bisceglia – ma abbiamo fatto svariati studi per la messa a punto della catena migliore per i pistard. Si tratta di catene che vengono sottoposte ad un utilizzo intensivo e senza grande lubrificazione, perché vengono sgrassate in continuazione e oliate al minimo. E’ stato fatto un lavoro importante. Non immaginate di avere a che fare con la classica catena per bicicletta. In realtà si tratta di un componente molto più vicino a quelli utilizzati sulle moto, con una struttura tutta particolare. Si tratta comunque di articoli che devono far parte della produzione, affinché siano utilizzabili alle Olimpiadi».
Power Meter da pista
Tra le novità per quanto riguarda la fornitura alla nazionale, proprio su indicazione delle squadre è stato sviluppato un misuratore di potenza anche per le bici da pista, integrato nella guarnitura. Si chiama Attiva.
«Qui la complicazione – prosegue Bisceglia – sta nel fatto che il fattore Q della bici da strada sia superiore al valore per una bici da pista. Per cui abbiamo dovuto lavorare molto sugli ingombri e sul movimento centrale per ottenere un fattore Q in linea con le biciclette da pista. Ne è venuto fuori un componente compatibile con tutti i nostri ingranaggi».
Tutto registrato
Dopo averne sentito parlare in un paio di passaggi, approfondiamo invece il discorso legato alla libertà di utilizzo dei materiali per le gare olimpiche. Ci eravamo già accorti di attenzioni particolari al momento di mettere appunto i manubri per gli inseguitori, poiché è necessario che i materiali che saranno utilizzati a Tokyo siano stati già inseriti nell’apposito registro depositato nel 2019.
«Stesso discorso – spiega Bisceglia – per quanto riguarda i nostri materiali. Non ci sarebbe più modo di introdurre delle novità tecniche, perché manca il tempo tecnico per la registrazione. Per cui andranno a Tokyo con i materiali che hanno avuto in dotazione fino ad oggi. Questo però non significa che l’evoluzione si fermi. Per cui da un lato le squadre sono contente del livello raggiunto con pedivelle e ingranaggi, mentre noi continuiamo a lavorare e fare step importanti ad esempio per la catena».
Orgoglio tricolore
Fornire il materiale alla pista azzurra per le Olimpiadi, fa capire a chiare lettere Bisceglia, è sicuramente motivo di vanto.
«Miche è un’azienda orgogliosamente italiana – spiega – che produce in Italia i suoi articoli. Per cui l’orgoglio di equipaggiare la nazionale è enorme, mentre non saprei dire quale possa essere il ritorno commerciale. Come spiegavo in precedenza, ci sono poche aziende al mondo specializzate nella produzione di componenti per la trasmissione per le bici da pista, per cui abbiamo veramente molte richieste ed è difficile capire quante derivino dalla vetrina azzurra. Inoltre, al di là del fatto che la pista sia in crescita, questi articoli si applicano anche in altri contesti, come ad esempio il single Speed».
Le corone Sei Giorni, create per la nazionale, da 59 a 63 denti Il movimento non ha il perno a testa quadrata, ma una calettatura che aumenta la rigidità Ecco i pignoni dotati di filetto, preferiti dagli azzurri Ma per la trasmissione la nazionale ha anche a disposizione i pignoni dotati di supporto
Spedizione azzurra
L’ultima curiosità resta tuttavia (giustamente) disattesa. Dopo aver parlato nei giorni scorsi con Giuseppe Archetti, meccanico della nazionale della strada, del materiale che porteranno in Giappone, Bisceglia non sa dirci quanto materiale viaggerà per la pista.
«Bisognerebbe chiederlo ai loro tecnici – sorride – perché se dovessero portare tutto quello che gli abbiamo fornito negli ultimi anni, avrebbero bisogno di un container. Ogni anno si integra il materiale, ma non credo che porteranno tutto, di una cosa sono certo però. Per quanto riguarda la trasmissione, sono equipaggiati di tutto punto».