Una settimana di curiosità tecniche al Tour de France

10.07.2023
7 min
Salva

Come consuetudine, dopo la prima settimana di Tour de France, che si è chiusa con il suggestivo colpo d’occhio sulla Canyon di Van der Poel dedicata al nonno Poulidor (foto di apertura), andiamo ad analizzare le curiosità tecniche e gli spunti che ci offre il palcoscenico della Grand Boucle.

La nuova BMC già notata al Delfinato e ora in dotazione a O’Connor e Cosnefroy, passando per le scarpe argento di Philipsen e i nuovi componenti della trasmissione Sram. E quella S-Works usata da Hindley in salita? Spunta anche una nuova Ridley e molto altro. Cerchiamo di entrare nel dettaglio.

Nuova BMC, la conferma

Se quella vista al Giro del Delfinato poteva essere una sorta di esca, oppure un antipasto e un modo per fare vedere la bici nuova, il fatto di vederla al Tour de France è una conferma. La sensazione è quella di una bicicletta tanto aerodinamica, quanto versatile e siamo sicuri anche piuttosto leggera, considerando le ultime produzioni BMC.

Spiccano i foderi obliqui del carro, piuttosto bassi e uniti al piantone da uno “zoccolo” di carbonio bello voluminoso, ma anche una forcella che nella parte alta si allarga tantissimo verso l’esterno. Ovviamente, dall’azienda svizzera non ci sono conferme, ma neppure smentite.

Uno Sram diverso

Le Cervélo S5 di Van Aert e Vingegaard le abbiamo notate con la monocorona anteriore, ma gli aspetti che hanno attirato la nostra attenzione sono stati il pacco pignoni, la colorazione del bilanciere posteriore e i manettini del corridore danese (non quelli di Van Aert).

Crediamo che la nuova piattaforma Sram Red AXS prenda dei contorni sempre più precisi. I comandi, come già sottolineato in precedenti pubblicazioni, hanno un’architettura molto simile a quella del nuovo Force, che a sua volta deriva dal Rival. Il cambio posteriore ha una colorazione scura, differente dalla livrea della versione attuale. I pignoni invece mostrano un’evidente lavorazione nella porzione interna del rapporto più agile, scavato e rastremato.

Nelle tappe più dure, in mano ai corridori della Arkea-Samsic si rivede la Specialissima
Nelle tappe più dure, in mano ai corridori della Arkea-Samsic si rivede la Specialissima

La Specialissima non passa di moda

Usata anche da Barguil al Giro d’Italia, durante le frazioni con un dislivello positivo importante, la Specialissima è utilizzata anche nel corso del Tour de France, ad esempio da Delaplace.

Questa bicicletta è la conferma di un progetto molto versatile e sfruttabile in diverse situazioni, con allestimenti diversi tra loro, pur non essendo “avveniristica” come la nuova Oltre RC e con concetti aerodinamici meno estremizzati.

Due scarpe interessanti

Le prime sono quelle tutte argentate di Philipsen, che in realtà corrispondono alle Shimano S-Phyre in dotazione a tutti gli atleti del Team Alpecin-Deceuninck, ma con una livrea dedicata al fortissimo velocista. Queste calzature hanno i rotori Boa in alluminio.

Molto interessanti le Q36.5 indossate da Jacopo Guarnieri (che purtroppo ha dovuto lasciare il Tour de France a causa di una caduta) e non sono le Unique tradizionali. Danno l’impressione di essere una nuova versione con la tomaia in tessuto knit, con la suola scaricata ai lati, mutuata dal modello classico.

I nuovi bollini applicati su telai e componenti
I nuovi bollini applicati su telai e componenti

Un secondo bollino UCI

Oltre all’adesivo applicato ai telai (sul piantone) che sancisce l’omologazione della bicicletta, compare un secondo bollino dell’UCI, posizionato in punti diversi a seconda della bici e del componente.

A tutti gli effetti è un chip, una sorta di anti-frode che troverà diverse collocazioni su biciclette e componenti. E’ logico pensare che in futuro potrebbe essere inserito all’interno dei materiali, a scomparsa.

Quella S-Works tutta nera

Difficile pensare ad una nuova versione della Specialized Tarmac. Le forme di questa bici tutta nera usata da Hindley sono del tutto accostabili a quelle della Tarmac normalmente utilizzata (con l’interno della forcella di colore rosso e con il retrotreno verde) e già vista in dotazione ad Evenepoel, prima al Giro d’Italia e poi al Tour de Suisse.

L’impressione è quella di una bici più leggera, grazie al mancanza della verniciatura, ma nessuno vieta di pensare che è stato utilizzato anche un layup differente del carbonio. Crediamo al tempo stesso che i tempi per una nuova Tarmac siano maturi. E poi la sella “non convenzionale” di Hindley, non è una S-Works, ma potrebbe essere una Fizik, o meglio, una versione 00 ricoperta e unbranded fornita al corridore australiano. Avevamo già notato questo componente nel corso del Giro d’Italia 2022.

E questa Ridley?

La sola scritta sulla tubazione obliqua, nessun logo sullo sterzo, aerodinamica si, ma non estrema come la Noah Fast. Alcuni corridori del Team Lotto-DSTNY, come ad esempio Pascal Eenkoorn e Florian Vermeercsh, stanno utilizzando una bici differente dalla Helium SLX e dalla Noah Fast.

Cosa notiamo? Una forcella che offre tanto spazio al passaggio della ruota, delle tubazioni non troppo grandi e voluminose, un carro posteriore ribassato. Ridley si appresta al lancio di un nuovo modello?

Esile e sfinata, categoria O2 VAM. Vedremo una nuova Factor pensata per gli scalatori?
Esile e sfinata, categoria O2 VAM. Vedremo una nuova Factor pensata per gli scalatori?

Una Factor mai vista prima

L’abbiamo notata nel corso del tappone pirenaico che, tra le altre vette, ha scalato il Tourmalet ed è stata utilizzata da Simon Clarke. L’idea è quella di una versione rinnovata del modello O2 (infatti il logo compare sul fodero basso del carro), bicicletta che comunque utilizza anche l’acronimo VAM.

La nuova bicicletta è piuttosto sfinata, soprattutto nelle sezioni posteriori e mediana, dove si nota un’orizzontale schiacciato. L’anteriore invece, se pur accostabile alla Ostro, per forme e design, è magro ed asciutto, con una forcella con gli steli sottili. Anche le ruote basse sono una chicca, nell’era dei ruotoni lo sono ancora di più.

Monocorona da 56

Utilizzata per la prima volta nella frazione con arrivo a Bordeaux, è stata vittoriosa a Limoges. Pedersen ha usato una trasmissione con la corona singola anteriore da 56 denti. Il diametro di questo “padellone”, che prende forza anche per il fatto che è “piena” è davvero impressionante. Il corridore danese è solito utilizzare i pignoni con scala 10/30 oppure 10/33.