Il Team UnoX, di matrice norvegese e danese, continua a far parlare di sé. I corridori si mettono in mostra nelle corse importanti, ma anche la dotazione tecnica è motivo di dibattito. Non in ultimo il casco utilizzato dagli atleti per le prove contro il tempo.
Che piaccia oppure no, è un’espressione della ricerca della massima efficienza e di sicuro la gratificazione estetica non è il primo fattore che è stato considerato. O meglio, il design è funzionale alla prestazione ed è il risultato dei dati raccolti nella galleria del vento. Entriamo nel dettaglio del casco sviluppato da Sweet Protection, Mips e proprio dalla UnoX.
Lo zampino di Mips
C’è anche lo zampino svedese, perché Mips non è solo un sistema di protezione che aumenta il potere di slittamento del casco in caso d’impatto, grazie alla distribuzione delle forze negative, ma è anche una parte attiva in fatto di sviluppo, presa di coscienza della sicurezza ed è un marchio che nasce nel polo universitario di Stoccolma.
UnoX e la Formula1
Il team UnoX rappresenta in questo caso il veicolo dei test sul campo, il collegamento con Mips porta anche all’utilizzo di tecnologie aerodinamiche normalmente impiegate in ambito motoristico con la F1.
«Quando si lavora e si ricerca il miglior risultato possibile a questi livelli – dice Casper Von Folsach, Performance Manager e coach del Team UnoX – è fondamentale azzerare le variabili in gioco, o comunque avere il maggior controllo possibile su di esse. Inoltre è fondamentale tradurre la potenza espressa sui pedali, trasformandola in velocità. La più grande variabile del binomio bicicletta/corridore è proprio quest’ultimo ed è difficilmente controllabile. Ma si può intervenire sugli equipaggiamenti indossati dall’atleta ed il casco è un punto critico.
«Questo casco porta con sé un’innovazione incredibile – prosegue Folsach – per via della ricerca e per gli ingenti investimenti che sono stati fatti nello sviluppare una serie di tecnologie, soluzioni che saranno utili anche in futuro per l’evoluzione di altre categorie. Il Redeemer V2i utilizzato dai ragazzi del Team UnoX ha l’obiettivo primario di convogliare i flussi d’aria attorno alla testa, limitando gli effetti negativi che si generano con l’impatto sulle spalle e contro il torso».
Lo stack anche per i caschi
Lo stack, termine che si riferisce ad una quota geometrica della bicicletta e molto utilizzato negli ultimi anni, identifica l’altezza da un punto A ad un punto B. Nel caso del casco, un ridotto valore dello stack sta a significare un’altezza frontale ridotta, con una conseguente riduzione della superficie che impatta contro lo spazio.
«Il design complessivo del Redeemer Mips – ancora Folsach – è ottenuto anche grazie all’impiego di materiali con densità diverse. La forma permette al corridore di sfruttare le potenzialità del prodotto -continua Folsach – e di trovare sempre il perfetto allineamento anche in caso di vento laterale. In questo modo si minimizzano gli effetti negativi del drag e la performance non è mai sacrificata, c’è sempre un vantaggio. Quest’ultimo è difficile da quantificare, perché la vita reale e molto differente dalla galleria del vento».
Il bypass per l’aria
Al centro del casco c’è un vero e proprio buco che prende il nome di Laminar Flow Bypass. Non è un canale di ventilazione, ma ha il compito di aumentare l’efficienza aerodinamica complessiva, anche quando spira il vento laterale: la situazione peggiore. Non solo: il foro e i due canali interni, destro e sinistro, diventano dei convogliatori che aiutano a mantenere la posizione più efficace della testa e si comportano come una sorta di acceleratore.
Come è costruito
Il casco Redeemer V2i adotta una calotta ottenuta grazie ad una laminazione multipla di policarbonato, materiale mai usato in precedenza. Ha diversi spessori in base alle zone ed è combinato con del tessuto in carbonio pre-preg. Internamente è inserita la slitta Mips della categoria Air Node. L’ancoraggio del Mips è dedicato e sviluppato in modo specifico, così come i piccoli pads (imbottiture). Comprende una visiera con delle prese d’aria superiori per una corretta espulsione dell’umidità.
Lo sviluppo del Redeemer V2Vi Mips di Sweet Protection è iniziato nel 2019 e ha debuttato alla Volta ao Algarve 2023. Come vuole il protocollo UCI, anche questo casco deve essere reso disponibile per il pubblico. Sarà sul mercato nel corso dei mesi autunnali del 2023, ad un prezzo (ancora da definire nei dettagli) di 450 euro. In aggiunta abbiamo posto un paio di quesiti a Thomas Laersen Roed, senior Designer di Sweet Protection.
Quali sono le risorse impiegate per sviluppare il progetto Redeemer?
Abbiamo investito oltre 100 ore con i moduli CFD, al pari degli studi aerodinamici utilizzati in F1. C’è stata una scansione 3D completa degli atleti e ogni dato raccolto, anche nelle fasi successive ai test, è stato sovrapposto ad altri.
Quale è stata la parte più difficile da sviluppare e quale da produrre?
In termini di sviluppo la geometria complessiva del prodotto ha richiesto un impegno non tracurabile, perché ha toccato diversi aspetti, alcuni dei quali mai affrontati in precedenza. In fatto di produzione ci sono diverse criticità, perché anche in questo caso, per alcune parti del casco sarà una sorta di prima, come ad esempio la fascia di carbonio frontale. Questo significa variare anche delle convinzioni produttive.
Quanto pesa il Redeemer?
Dipende dalla taglia, ma comunque il valore alla bilancia di riferimento è di poco superiore ai 400 grammi.