Con la versione aggiornata del Met Trenta 3K Carbon, Pogacar ha vinto il Tour de France 2025, il mondiale e l’europeo (solo per citare alcune vittorie). Il campione sloveno è solo la punta di una piramide di corridori ed atlete (Elisa Longo Borghini lo ha calzato vincendo il Giro d’Italia Woman) che hanno vinto indossando questo nuovo casco.
Met ha lavorato per rendere ancora più ventilato un casco che era già un riferimento, utilizzando in modo esponenziale la sua galleria del vento Tube. Entriamo nel dettaglio del casco Met.


Trenta 3K Carbon, cosa è cambiato?
Rispetto alla versione precedente adotta gli inserti in carbonio come un vero e proprio telaio portante. Prende il nome di 3K Airframe, non è un semplice vezzo estetico ed ha permesso di ottimizzare la distribuzione del mold EPS interno. L’obiettivo principale non era alleggerire il casco in termini di peso, ma renderlo più sicuro ed equilibrato, migliore distribuzione dell’EPS che ha influito anche su una migliore (aumentata) ventilazione, pur pagando qualche grammo in più.
Flusso d’aria migliorato del 16%. Sicurezza maggiore del 40%, un risultato straordinario certificato con le 5 stelle ottenute all’Istituto Virginia Tech. I dati relativi alla penetrazione dello spazio non sono variati in modo esponenziale, sempre facendo un confronto con la generazione Met più anziana, ma la calotta in EPS, completamente coperta dal policarbonato, rende il nuovo Trenta 3K Carbon ancor più resistente, longevo e protettivo. E’ stata cambiata la calzata, resa più rotonda.




Come è fatto
Oltre alla caratteristiche menzionate precedentemente, sono da sottolineare le 24 feritoie totali, tra aperture frontali, superiori ed estrattori posteriori. Le stesse aperture corrispondono a canali interni che veicolano l’aria in ingresso ed il casco non è schiacciato sulla nuca, i punti di contatto sono ridotti, a tutto vantaggio di una temperatura che non cresce in modo importante.
Le imbottiture sono sviluppate con Mips ed integrano l’AirNode. Il rotore micrometrico posteriore agisce sul filler laterale che si snoda lungo tutto il perimetro del casco. Significa avere pressioni ben distribuite a 360°.
















Gli altri dettagli da considerare
Perché un colore differente del mold EPS interno al casco? Lo abbiamo chiesto ad Ulysse Daessle, responsabile delle relazioni media di MET, ma anche figura molto importante ai fini del collegamento tra i team e l’azienda stessa.
«La scocca in EPS del nuovo Trenta 3K Carbon – ha spiegato – è realizzata a doppia densità, ma la soluzione è limitata solo alla parte posteriore. Abbiamo rastremato il materiale dove era possibile e calibrato la resistenza zona per zona, ottimizzando il fattore sicurezza».






La nostra prova, i nostri feedback
Una maggiore rotondità del fitting si percepisce appena il casco viene indossato. Un casco più rotondo, a nostro parere, si può tradurre anche in un comfort maggiore, ma il vantaggio principale arriva dal fatto che i punti di contatto con la testa sono ridotti, pur avendo in testa un casco che resta immobile. Significa avere tanta aria che entra e circola liberamente. Significa avere un casco che espelle in modo del tutto automatico il calore e l’umidità, minimizzando eventuali fastidi e l’aumento della temperatura.
Sempre ottima a nostro parere la gabbia posteriore di ritenzione ed adeguamento della taglia, con il rotore ed il filler perimetrale che stringe, ma non comprime. Le zone frontali e parietali della testa non subiscono pressioni, così come l’occipitale che è ben protetta, per nulla schiacciata.
Anche grazie alla calzata appena descritta ed un ingombro posteriore ridotto, il nuovo Met Trenta 3K Carbon offre una sensazione di leggerezza maggiore, quasi impercettibile in alcuni momenti. E’ oggettivamente bello da vedere e trasmette un’immagine relativa al fitting, piena e gratificante.