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VIDEO/Bennati sulla gravel? Guida come una… Jena

16.12.2020
3 min
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Dopo aver provato con Daniele Bennati la sua Wilier Filante, eccolo alle prese con la Jena, gravel della casa veneta. Un'insolita cavalcatura per il toscano che, da buon velocista e uomo del Nord, sui sassi era solito andarci con i tubolari da corsa. Ma le cose cambiano...

Bennati sulla gravel è una foto inusuale, anche se lui ammette che l’esercizio lo attiri parecchio. Dalle sue parti in Toscana le strade bianche abbondano. E anche se potrebbe passarci sopra con la bici da strada, il comfort e la sicurezza delle ruote più grosse e scolpite della Wilier Jena, che gli è stata consegnata dalla casa vicentina, sono un valore aggiunto tutt’altro che trascurabile.

Test nel Piceno

Il teatro scelto per il test sono le colline marchigiane nei dintorni di Ascoli Piceno, paradiso ciclistico già saggiato da Vincenzo Nibali che sulle stesse strade lo scorso anno girò i promo per la Regione Marche di cui è testimonial.

«Vi presento al mia Wilier Jena», inizia Bennati, poi la giornata prosegue mettendo alla prova la bici leggera e maneggevole, con geometrie che possono ricordare visivamente quelle di una bici da strada.

«Ma sbaglia – prosegue il toscano – chi pensa di poter riportare qua sopra le quote della bici da strada. Davanti è molto più alta, come è giusto che sia. Però di certo si tratta di una bici che si guida molto bene. Su strada il mio manubrio era da 42, questo nella parte bassa arriva a 50 e permette di impugnare la bici nella massima sicurezza».

Campagnolo Ekar, gravel, 2020
La Jena è montata con il Campagnolo Ekar per gravel
Sulla Jena, il Campagnolo Ekar

Solida ed essenziale

La bici, che abbiamo già visto tra le mani di Jerome Cousin alla conquista dell’Algarve, ha una grafica essenziale, come si addice a una bicicletta disegnata per avanzare su fondi sconnessi, costi quel che costi.

«Certo – prosegue Bennati – non mi avventuro su single-track estremi in cui la mountain bike avrebbe decisamente la meglio, ma di sicuro sono pochi i terreni in cui questa bici non possa portarmi».

Il telaio è realizzato in 5 taglie con l’impiego di carbonio monoscocca 60TON. Il tubo di sterzo ha, come diceva anche Bennati, un angolo più aperto che garantisce stabilità di guida anche sui terreni più impegnativi. Il carro invece è stato progettato per avere una spiccata risposta alle sollecitazioni, assorbendo buona parte delle vibrazioni provocate dai fondi sconnessi.

Daniele Bennati, Jena gravel Wilier Triestina, 2020
Foto ricordo a Casteltrosino, borgo medievale piceno
Daniele Bennati, Jena gravel Wilier Triestina, 2020
Foto ricordo a Casteltrosino, borgo medievale

Pignone a 9 denti

«Questa Jena – chiude Bennati, rimandando alla visione del video – è montata con il nuovo gruppo per gravel Campagnolo Ekar. Un gruppo 1×13 velocità, che ha un pignone minimo da 9 denti. Incredibile».

La presenza di 13 pignoni al posteriore ha reso possibile l’adozione della corona singola all’anteriore, che è un bel vantaggio nei contesti off-road dove lo sporco può sempre dare noie meccaniche.  I pacchi pignoni disponibili sono tre: 9-36, 9-42 e 10-44.