Selle SMP lancia la versione Gel della famiglia VT, ovvero le selle corte dell’azienda veneta. Viene mantenuto lo scafo sagomato che caratterizza questa categoria di prodotti, ma l’inserimento del gel offre un feeling paragonabile ad una sella piatta. E’ una sella facile, comoda e un po’ per tutti.
Non solo, perché il gel è automodellante, non scalda e sembra avere una sorta di memoria di forma. L’abbiamo provata.
L’inserto nelle zone strategiche
L’ampio canale centrale e il naso che si rivolge verso il basso: due segni distintivi e iconici di tutte le selle di Selle SMP, ma anche il posizionamento del cuscinetto in gel, per nulla banale. Questo inserto è sotto il rivestimento (che sembra di velluto e quasi impalpabile) e copre buona parte delle due sezioni della VT20C Gel e si spinge anche verso i due punti di appoggio dove l’ischio appoggia e scarica le pressioni.
Quali sono i vantaggi che si percepiscono una volta in sella? Certamente il comfort e una morbidezza apprezzabile, ma anche stabilità e distribuzione ottimale di pesi e pressioni. Il gel è consistente, fattore che limita “l’effetto molla” quando si affrontano delle asperità e magari si va sullo sterrato. L’abbiamo apprezzata in un contesto gravel, dove si sfruttano a pieno le sue potenzialità.
Come è fatta
Abbiamo provato la versione con telaio in acciaio AISI (è disponibile anche la versione in carbonio) e con una larghezza di 144 millimetri. Si parte dallo scafo che è in nylon e caricato al carbonio, non è piatto ed è sagomato. Ha due depressioni posteriori, nella zone più larghe. Ha un’imbottitura di livello medio, con i due inserti (separati tra loro) di gel. Il design del prodotto si basa su una evidente sagomatura e dalle due parti laterali che scendono in maniera importante verso il basso. Non c’è nessuna scocca a vista.
Come si monta sulla bicicletta
Rispetto alle selle più “tradizionali” della gamma, quelle che prevedono delle depressioni pronunciate, la Selle SMP VT20C Gel è più facile da montare, da mettere in bolla e anche nei termini di approccio. Noi, ad esempio, l’abbiamo posizionata perfettamente in linea con l’orizzonte, soluzione che a nostro parere permette all’utilizzatore di sfruttare tutta la superficie di appoggio.
Sella robusta e corposa anche nel peso L’apertura del canale cambia a seconda delle zone L’evidente sagomatura della sella Come vuole la tradizione, 100% fatta in Italia
A chi si rivolge
Una sella che si rivolge agli amanti dell’endurance, delle selle comode e che hanno un’imbottitura omogenea e con uno spessore medio, ma la vediamo particolarmente efficiente in ambito gravel. Non solo, perché l’inserto in gel così strutturato dissipa e sostiene al tempo stesso, quasi non fa percepire il canale di scarico al centro. Per chi spinge schiacciandosi sulla sella e sfruttando anche il pavimento pelvico, questo fattore può essere molto positivo. Il prezzo di listino di questa versione è di 169 euro.
I nostri feedback
E’ una sella che invita fin da subito ad una seduta posteriore, ovvero scaricata verso il retro, invitando ad usare la parte larga della sella. E’ morbida, ma non è una sella che fa sprofondare la seduta e proprio dove c’è l’inserto in gel, il sostegno è evidente. Questa combinazione di fattori non è da far passare in secondo piano. Offre dei vantaggi nelle fasi di spinta, fa scaricare il peso verso il retro della sella e della bicicletta e il canale con i “binari” morbidi aiuta a piegarsi verso il basso senza punti di pressione.
Perché il gravel
Sembra la sella perfetta per chi vuole andare sullo sterrato, ma senza inventarsi nulla. Scriviamo questo perché offre un feeling immediato, dissipa parecchio e tende a far rimanere incollato il corridore alla sella, limitando si sobbalzi e la conseguente “perdita” della pedalata.