Il Kask Wasabi è il primo casco della gamma con una cover che slitta dal basso verso l’alto e viceversa. E’ un meccanismo che identifica il prodotto ed ha una valenza tecnica ben precisa, ovvero personalizzare il flusso d’aria nella sezione frontale e cambiare la temperatura nella zona della nuca. Wasabi ha un design e un DNA propri. Lo abbiamo provato e questi sono i nostri feedback.


Difficilmente paragonabile
Non si tratta solo di argomentare un casco per la bici, ma di snocciolare le diverse particolarità di un casco tecnicamente molto interessante. Kask Wasabi fa collimare il design aerodinamico ad un concept protettivo che riduce e/o consente l’aumento della temperatura interna di 1,5°. Questo avviene con una soluzione meccanica e grazie alla calotta superiore. Quest’ultima scivola verso il retro (e verso l’anteriore basso) con un semplice gesto e con una pressione ridotta della mano. E poi ci sono le imbottiture, morbide e con uno spessore importante, con la superficie a contatto della pelle (o dei capelli) che è in Lana Merino. Questa soluzione garantisce una termoregolazione migliore, rispetto ai pads tutti sintetici. La cura dei dettagli e alcune soluzioni di alto livello, lo rendono vicino agli altri della gamma Kask, al Protone e all’Utopia, ma non accostabile in fatto di performances.
Quando la calota è ribassata, chiusa, nessuna feritoia compare nella sezione frontale Invece, quando la cover è rialzata, frontalmente compaiono una grossa “bocca” e un’asola più piccola in alto La parte interna, ben curata e con le imbottiture che seguono uno schema preciso, anch’esse ben fatte e applicate in modo perfetto
Quando la calota è ribassata, chiusa, nessuna feritoia compare nella sezione frontale Invece, quando la cover è rialzata, frontalmente compaiono una grossa “bocca” e un’asola più piccola in alto La parte interna, ben curata e con le imbottiture che seguono uno schema preciso, anch’esse ben fatte e applicate in modo perfetto
Il protocollo Kask WG11
E’ un acronimo che identifica il sistema di valutazione dei test d’impatto, una procedura alla quale sono sottoposti i prodotti Kask. Si inizia proprio con l’assemblaggio che avviene con tre parti ben distinte e poi unite tra loro. Il mold interno è un blocco unico, compatto e ben protetto grazie alla calotta esterna e a quella inferiore perimetrale. Questa soluzione è favorevole anche alla longevità tecnica della zona interna. Nell’insieme si ha anche un casco ben rifinito ed estremamente curato nei dettagli. Il design arrotondato fa il resto, perché aumenta il potere di scivolamento e distribuisce le forze negative che si generano in caso d’impatto.
Le nostre impressioni
A nostro parere “relegarlo” al solo utilizzo stradistico è riduttivo, perché conferma la sua versatilità in diverse fasi.
- Quando la slitta è abbassata, la testa è protetta dal freddo, dall’aria in entrata e non si ha quella sensazione di raffreddamento che passa dalla nuca al collo. Al tempo stesso sono rare le occasioni nelle quali il calore aumenta in modo esponenziale, perché le feritoie superiori e posteriori non bloccano lo scambio dell’aria. Questo è un fattore da considerare per un eventuale impiego in un contesto off-road, gravel e ciclocross. Si, lo abbiamo utilizzato anche nel cx, beneficiando del posteriore arrotondato, senza code e spigoli, che limitano le interferenze quando si corre con la bici in spalla. Anche la zona sopra le orecchie non crea compressioni, così come i due punti a ridosso della zona sfenoide.
- Quando la cover è sollevata si apre un’ampia “bocca”, alla quale va aggiunta un’asola superiore. L’insieme sembra voler comprimere l’aria aumentando la velocità del flusso, rispettivamente verso la fronte e la nuca. In aggiunta ci sono le comode imbottiture (quella centrale più grande è impercettibile), che tengono la parte rigida del casco ben sollevata. A nostro parere mancano due “garage” per inserire le aste degli occhiali. Eccellente il sistema di regolazione della taglia, che si sviluppa grazie alle fibbie con la chiusura a buckle (il cinturino in eco-pelle è un valore aggiunto non da poco, perché oltre al resto non trattiene il sudore) e alla gabbia posteriore, regolabile su tre posizioni: altezza, orizzontale e perimetrale.
La gabbia posteriore dalla quale si sviluppa il sistema di sicurezza e ritenzione, ampiamente regolabile Il rotore è micrometrico, preciso e agisce su un filler perimetrale che adatta la taglia del casco La sezione posteriore del Kask Wasabi. Con la calotta ribassata si vedono le asole superiori per la fuori uscita di calore e umidità
La gabbia posteriore dalla quale si sviluppa il sistema di sicurezza e ritenzione, ampiamente regolabile Il rotore è micrometrico, preciso e agisce su un filler perimetrale che adatta la taglia del casco La sezione posteriore del Kask Wasabi. Con la calotta ribassata si vedono le asole superiori per la fuori uscita di calore e umidità
In conclusione
Scriviamo di un casco da 300 euro (prezzo di listino). Il prezzo non è di quelli popolari, ma è pur vero che la qualità del Kask Wasabi è superiore alla media della categoria. Il suo design “tuttotondo” è funzionale alla sicurezza e alla performance, ma deve piacere e deve essere capito. In parallelo abbiamo un casco che una volta indossato è compatto, perfettamente aderente, con quel fit che non ha punti di pressione ed è ampiamente regolabile. Uno dei vantaggi di questa sua forma è la capacità di “vestire” l’utilizzatore, che non è per forza e solo l’agonista e il professionista. Il comfort è quel valore aggiunto che, ti aspetti quando la ventilazione è completa, ti colpisce in maniera molto positiva quando la calotta è ribassata ed il casco è chiuso e non si tratta di limitare esclusivamente l’ingresso dell’aria fredda.











