Della prima edizione della Serenissima Gravel, la corsa organizzata da Pozzato e vinta da Alexey Lutsenko, vi abbiamo già raccontato. Ora, invece, ci vogliamo concentrare sulla bici del corridore dell’Astana. Quasi per ironia del destino Wilier aveva presentato pochi giorni prima la Rave SLR bici dedicata al Gravel che Alexey ha utilizzato per la Serenissima. A raccontarcela ci pensa Gabriele Tosello meccanico dell’Astana Premier Tech.
Nessuna rivoluzione più comfort
«Il telaio ha geometrie simili a quelle da strada – ci dice Tosello – devo dire che in Wilier hanno mantenuto un assetto molto competitivo. Il carro posteriore e l’avancorsa sono più lunghi per permettere di montare dei copertoni fino a 42 millimetri. La serie sterzo è un po’ più alta, si parla di mezzo centimetro, ma non ha causato problemi di misure, anzi ha fornito più stabilità sull’avantreno così Alexey ha potuto spingere al massimo».
I corridori hanno utilizzato la misura di bici che usano su strada?
Assolutamente, le bici ci sono state consegnate giovedì ed i corridori le hanno provate immediatamente così da darci un primo feedback. Anche perché poi il giorno dopo ci avrebbero già corso, insomma, un battesimo di fuoco.
Come si sono trovati?
Molto bene, il primo impatto è stato subito positivo, la caratteristica di non cambiare le misure ed il posizionamento in sella ci ha avvantaggiato. Per questo abbiamo già chiesto a Wilier di poter utilizzare la Rave SLR anche per Strade Bianche e Parigi-Roubaix per il prossimo anno.
Vi ha particolarmente impressionato allora…
Oltre a non dover cambiare le misure, quel che ci ha colpito maggiormente è la capacità del telaio di assorbire le sconnessione del terreno, il che è un vantaggio enorme. Il peso è maggiore rispetto alla Wilier Zero che utilizziamo tutto l’anno ma alla fine in queste gare il peso non conta.
Passiamo all’assetto, abbiamo visto molti monocorona, ma voi no, perché?
Avevamo la possibilità di provare in anteprima il nuovo Dura Ace a 12 velocità e quindi l’abbiamo colta al volo. Le scelte erano 54-40 o 52-36 per la guarnitura anteriore, mentre il pacco pignone era il classico 11-30, abbiamo optato per la compact (52-36 ndr). La monocorona abbiamo visto che non era la scelta migliore, i corridori sviluppano una velocità troppo elevata per usarla al meglio, diciamo che è più una scelta cicloturistica.
Subito uno stress test per il nuovo Dura Ace…
Diciamo di sì – dice ridendo Gabriele –
I copertoni utilizzati?
La scelta è ricaduta sui Vittoria Terreno, sezione da 35 millimetri. Anche in questo caso c’è stata una novità per noi: abbiamo usato per la prima volta dei tubeless.
Come mai non li avevate mai provati?
Su strada non avevamo la necessità di usarli, invece, su gare del genere sono fondamentali, lo abbiamo visto anche sulla bici di Colbrelli alla Roubaix. Pensiamo di riproporre i Vittoria Terreno in accoppiata al telaio Rave SLR alle prossime Strade Bianche e Roubaix. Magari non sezioni così grandi ma con un 30 millimetri, massimo 32 millimetri, queste da 35 diventerebbero troppo complicati da spingere sui tratti di asfalto.
Vi siete “adattati” facilmente?
Per le pressioni ed il montaggio non ci sono stati problemi, abbiamo gonfiato i copertoni a 2,7 o 2,8 bar. La cosa più complicata su cui abbiamo chiesto un piccolo aiuto per i dosaggi è il liquido da inserire all’interno del tubeless.
Lo userete anche in futuro?
La tecnologia e lo sviluppo spingono in quella direzione, ma è anche giusto così, soprattutto in gare con terreno sconnesso. La pressione è più bassa grazie all’utilizzo del liquido ed in più è auto sigillante sulle micro forature…
Per quanto riguarda freni e manubrio?
I freni erano gli stessi di sempre, diametro da 160 millimetri all’anteriore e 140 millimetri al posteriore. Il manubrio era quello da strada.