I tubeless hanno delle peculiarità, sono utilizzati anche in ambito ciclocross, perché agli atleti piace sperimentare e perché le aziende spingono forte su questa tecnologia. Per gli agonisti, per chi ricerca una resa tecnica ai massimi livelli il tubolare resta ancora oggi il riferimento.
Per meglio contestualizzare il confronto tra le due famiglie di pneumatici e per farci argomentare qualche malizia, ci siamo rivolti a Simone Samparisi. Simone è General Manager del Team SMP di cui tra gli altri fanno anche parte i fratelli Nicolas e Lorenzo. Il partner tecnico è Challenge.


Avete accesso a tutta la gamma Challenge, tubolari e tubeless ready?
Sì, abbiamo in dotazione tutte le coperture cx che l’azienda ha inserito nel catalogo ufficiale. L’utilizzo vero e proprio è legato prima di tutto alle gare, alla tipologia dei percorsi e terreni, anche alle preferenze, diverse soprattutto tra Nicolas e Lorenzo.
Chi tubeless e chi tubolare?
Lorenzo utilizza i tubeless Challenge ormai da due anni, Nicolas rimane con la preferenza verso i tubolari.


Il tubeless può avere un futuro nel ciclocross?
E’ una tecnologia e una famiglia di coperture che abbiamo investigato e cercato di approfondire il più possibile, per diverso tempo ed in contesti differenti. Non ci siamo fermati alle prime difficoltà, ma credo che ci sia comunque un grande gap da colmare rispetto al tubolare.
Spiegaci meglio…
Utilizzare e sfruttare appieno un tubeless nel cross è più complicato, perché non è conveniente scendere al di sotto di determinate pressioni, altrimenti si rischia di stallonare lo pneumatico dal cerchio. Il tubolare permette di scendere anche 0,5 bar in situazioni estreme, ma dove lo pneumatico garantisce grip. E’ un esempio estremo, è fattibile e rende molto bene l’idea, a mio parere, di cosa stiamo parlando.


I tubolari nel cross restano un must?
E’ così. Un tubolare nel cross ti offre la certezza del risultato e nel corso di tanti anni, di diverse evoluzioni, anche la scelta si è ampliata offrendo tante alternative. Pensiamo alle carcasse sintetiche, a quelle in cotone, fino ad arrivare alla seta, senza poi dimenticare le mescole e tassellature. Il tubeless nel ciclocross è una tecnologia relativamente nuova che però ha il limite della pressione di utilizzo. Resta il fatto che montare un tubeless in alcune situazioni può offrire dei vantaggi. Mi viene in mente la neve di Vermiglio di due anni addietro.
Lorenzo usa i tubeless abbinati agli inserti?
Assolutamente sì e non è solo una questione di sponsor. Utilizza un modello run-flat che offre un aiuto al sostegno dello pneumatico, evita che quest’ultimo vada a sbattere in modo controproducente sul cerchio. In caso di foratura o perdita eccessiva di pressione permette di arrivare ai box.


All’inizio hai parlato di investigazione della tecnologia. Ci puoi spiegare?
In ambito ciclocross abbiamo affrontato l’argomento tubeless anche per praticità, visto che corriamo anche nella mtb dove esiste solo il tubeless. Ben coscienti della novità tubeless nel cross abbiamo cercato di avere quanti più dati possibili per valutare ed avere dei confronti reali tra tubolari e tubeless. Avevamo approcciato anche un discorso di telemetria, poi abbandonato per le tante variabili in gioco. Una gara di ciclocross cambia ogni volta, non è una pista in asfalto.
Esiste ancora la stagionatura degli pneumatici, considerando anche i tubeless?
Tutti gli pneumatici andrebbero conservati in ambiente secco e per quanto possibile con temperatura controllata, quantomeno costante, senza sbalzi eccessivi. L’umidità ha una grande importanza e influisce sull’integrità dello pneumatico.


Per concludere. Tubeless nel ciclocross, sì o no?
Sì, ma come detto in precedenza ha dei limiti anche se spicca per praticità ed eventuali costi ridotti, rispetto ai tubolari. Ma in fatto di performance mi piace fare un paragone. Un tubeless da ciclocross è al pari di una gomma da Superbike, il tubolare resta lo pneumatico da MotoGP, dove tutto è al limite per cercare un resa tecnica ai massimi livelli e senza compromessi.