La si vede in poche occasioni, ma spesso può far vincere o perdere un grande Giro, certamente è sinonimo di velocità e rigidità. Stiamo parlando della ruota lenticolare. Ma come si costruisce una ruota così particolare? Lo abbiamo chiesto a Davide Guntri, Responsabile per i Team di Deda Elementi.
Poche al giorno
Quando si parla di ruote lenticolari si pensa alle cronometro oppure alle prove in pista, ma certamente è uno strumento poco utilizzato dalla maggior parte dei ciclisti.
«E’ una ruota particolare, molto difficile da costruire e che richiede anche molto tempo – inizia a spiegarci Davide Guntri – se ne fanno al massimo 2 o 3 al giorno. La difficoltà maggiore sta nel fatto che non avendo i raggi quando esce dallo stampo deve essere già dritta, perché dopo non ci puoi fare più niente».
Fogli di carbonio molto vicini
E come tutte le cose complicate c’è un procedimento preciso da seguire.
«Ci sono due stampi, uno per la parte destra e uno per la parte sinistra – continua Guntri – la parte interna della ruota è quella più lunga da fare. In pratica viene messa una serie di fogli di carbonio molto vicini l’uno con l’altro. Poi si inserisce un anello di carbonio tutto intorno alla ruota, che sarebbe la pista frenante. Una volta si faceva in alluminio ma oggi è tutto in fibra. Questa prima fase di lavorazione è quella che conferisce rigidità alla ruota. Una volta ultimata, si mette tutto in forno per 40/50 minuti».
Mozzi standard
Tirate fuori dal forno, inizia un’altra fase che è quella dedicata al mozzo.
«Il mozzo viene inserito all’interno della ruota – ci dice Guntri – applicando della colla bicomponente sia nel lato destro che sinistro e poi viene avvitata la flangia nella parte sinistra. A questo punto si rimette la ruota in forno per 20 minuti in modo da far seccare la colla».
Ma i mozzi delle lenticolari sono specifici? «Usiamo dei mozzi che hanno lo stesso meccanismo di quelli che usiamo per le ruote standard da strada. In questo modo si possono riparare più facilmente in caso di problemi».
Finitura esterna
Arrivati a questo punto si passa all’ultima fase di lavorazione.
«Per terminare si stendono dei fogli di carbonio sulla parte esterna – continua a spiegarci Davide Guntri – in Deda Elementi usiamo del carbonio con finitura 6K. Mentre per la parte interna usiamo il carbonio T700. Fatta la finitura esterna la ruota è pronta».
Sempre più piatte
Abbiamo chiesto se la lenticolare deve avere degli angoli precisi da rispettare oppure se ci possono essere delle differenze fra un modello e un altro.
«Le nostre lenticolari sono piatte e la tendenza è quella di appiattirle sempre di più – ci spiega il Responsabile di Deda Elementi – facendole piatte sono più rigide. Inoltre, risultano più filanti anche perché sono più in linea con il telaio. Una volta erano più bombate, ma adesso con gli studi di aerodinamica si è deciso di appiattirle».
Lenticolare tubeless
Deda Elementi è stato uno dei primi marchi a produrre la lenticolare con il freno a disco e come abbiamo appena visto è molto attenta alle innovazioni tecniche. Quali novità ci potranno essere sulla lenticolare?
«Stiamo valutando di fare una lenticolare tubeless, che al momento non c’è. Abbiamo visto che con questo tipo di pneumatici si ha una scorrevolezza maggiore e si può risparmiare qualche secondo su una cronometro»