Tonelli e l’obiettivo di vincere, prima di spiccare il volo

22.07.2022
5 min
Salva

Appuntamento all’ora di pranzo, perché poi Tonelli dovrà andare nella sede Deda a sistemare le nuove ruote di cui è tester con altri due compagni. C’è qualcosa da sistemare nella tensionatura dei raggi, mentre la scorrevolezza è eccellente. Quando non si corre, si provano i materiali e così anche l’estate passa meglio, in attesa di riattaccare il numero sulla maglia. Provando a riprendere il filo del terzo posto al Sanuario di Castelmonte al Giro, quando il bresciano di 29 anni (avrebbe compiuto i 30 due giorni dopo) si piazzò terzo alle spalle di Bouwman e Schmid, dopo aver battagliato a testa alta in salita con un gruppo di corridori WorldTour.

Tonelli terzo al traguardo del Santuario di Castelmonte, due giorni prima del suo 30° compleanno
Tonelli terzo al traguardo del Santuario di Castelmonte, due giorni prima del suo 30° compleanno

L’esempio di Cattaneo

La stagione sta andando bene e vari segnali fanno capire che si potrebbe essere sulla porta di un salto di qualità. Il ragionamento verte su questo e su cosa sogni effettivamente un corridore di 30 anni che corre in una professionale come la Bardiani-CSF-Faizanè.

«Finora in questa stagione – dice Tonelli, in apertura al via del Giro da Budapest (foto Bardiani-Csf) – mi do un sette e mezzo. E’ partita bene. E’ venuto qualche piazzamento in gare WorldTour (si è piazzato 4° nella sesta tappa del UAE Tour, ndr) che non mi aspettavo. Cosa sogno magari è proprio un posto nella categoria più alta, prendendo ispirazione da Cattaneo che c’è tornato a 31 anni. Più che un sogno potrebbe essere un obiettivo».

Il Giro d’Italia è stato un crescendo: il terzo posto a Castelmonte è venuto nella 19ª tappa
Il Giro d’Italia è stato un crescendo: il terzo posto a Castelmonte è venuto nella 19ª tappa
Ripartiamo da quel terzo posto al Giro, allora?

Venivo da due settimane ad attaccare. Centravo la fuga, però non andavamo mai all’arrivo. Quel giorno il gruppo era numeroso e si è scremato. Mi preoccupava Vendrame, che è molto veloce. Mi sono staccato sulla penultima salita, il Kolovrat, perché non sarei riuscito a tenerli se avessero continuato con quel ritmo folle. Invece dopo un po’ si sono calmati e sono rientrato a 3 chilometri dallo scollinamento. E a quel punto avevo due soluzioni: staccarli o aspettare la volata.

E’ finita in volata, in effetti…

Ho provato per due volte ad attaccare, ma mi hanno preso. E a quel punto c’è stata la volata, con il Garibaldi disegnato male e quell’ultima curva che ha tradito Vendrame. Nella mappa c’era scritto che si entrava in un ampio parcheggio, invece la strada chiudeva troppo e l’abbiamo sbagliata tutti. A me non sarebbe cambiato molto, Vendrame ci ha rimesso la vittoria.

Al UAE Tour, Tonelli ha centrato il 4° posto nella sesta tappa, vinta da Vacek
Al UAE Tour, Tonelli ha centrato il 4° posto nella sesta tappa, vinta da Vacek
In salita a testa alta, pensi di poter limare ancora qualcosa per migliorare?

Qualcosina si può migliorare, perché ho 30 anni ma credo di avere ancora delle potenzialità da esplorare. Penso che alla Sanremo ho fatto la Cipressa in fuga dopo sei ore di gara con un tempo non troppo lontano dai migliori. Non credo di essere un corridore sfruttato. Questo sarà il terzo anno su 8 di professionismo in cui chiuderò con più di 70 giorni di gara, che è il bilancio di quasi tutti, mentre io all’inizio sono sempre stato sui 50-60.

Qual è il tuo ruolo alla Bardiani?

Posso essere protagonista in ogni gara e quando ci sono, faccio il regista. Roberto (Reverberi, ndr) parla con me e sta a me fare in modo che le tattiche vengano come le abbiamo progettate. In questo momento in cui stanno aprendo forte al progetto giovani, hanno anche diversi corridori di esperienza come Modolo e Battaglin che sono usciti dal WorldTour. Io credo in questi otto anni di aver fatto tutto quello che potevo.

Guardando il calendario, hai fatto anche una bella attività.

Ho corso tanto e quasi tutte gare WorldTour. Mi hanno trattato decisamente bene. Siamo rimasti stupiti di aver corso Harelbeke, De Panne e la Gand. Stavo bene, quasi ero certo, una volta arrivato l’invito, che avrei partecipato. Se fossi stato in una WorldTour, sarebbe stato certo che la squadra avrebbe partecipato, ma poi sarebbe stato più difficile per me essere convocato. Però correre nel WorldTour è un obiettivo. La differenza potrebbe essere che adesso, invece di essere qui a lavorare per il Giro di Danimarca, saremmo a parlare della Vuelta…

Ecco, appunto, cosa prevede il menù per la seconda parte di stagione?

Danimarca, poi Tour du Poitou Charentes e Tour of Britain. E l’obiettivo è che arrivi finalmente la vittoria. Aver fatto terzo al Giro è una bella cosa, ma vincere sarebbe stato meglio. In Gran Bretagna nel 2018 feci un secondo posto e misi la maglia di leader, è una corsa in cui mi trovo bene. E poi in generale mi piacerebbe arrivare in condizione al finale di stagione. Per ogni cosa che possa saltar fuori. Da un risultato importante al mostrare a Bennati che io ci sono.