Ci sono due squadre nel grande giro ad utilizzare biciclette Liv: quella ufficiale nel WorldTour, in cui corrono Sofia Bertizzolo e Soraya Paladin, e la Monex Pro Cycling di Katia Ragusa e patron Maurizio Fabretto. Eppure non tragga in inganno il fatto che tali bici siano in mano ad autentiche guerriere, perché nella filosofia Liv le gare sono l’ultimo dei pensieri.
«La mia Liv Langma è una signora bici – commenta una Katia Ragusa sorridente all’alba delle gare in Belgio – che ho in mano da un paio di mesi e con cui mi trovo benissimo. Prima volta con i freni a disco e una geometria particolare. Devo ancora trovare il giusto assetto, ma quando scatto, la sento che mi segue. Non è un peso da portare via. Va bene in pianura e anche in salita».
Giorno di quasi primavera a Bassano del Grappa, davanti al Bike Hotel Alla Corte che gentilmente ha acconsentito a fare da set a questo incontro tecnico con la ragazza vicentina.
Filosofia Liv
Ne parliamo da un po’ con Marta Villa, di Liv Italia, quando ci rendiamo conto che lo scopo del settore femminile di Giant è quello di diffondere l’uso della bici piuttosto che creare schiere di nuove atlete con il numero sulla schiena.
«Le ragazze del team WorldTour – dice – sono il modo per Giant di tenere un piede nell’agonismo di alto livello, non avendo più la squadra maschile. Inoltre le squadre sono un faro per far vedere in giro il prodotto e per il suo sviluppo, anche se Liv non è orientata sulla performance. Sono bici sviluppate da ragazze per ragazze, ma senza nessuna velleità agonistica. Se gli uomini che comprano la bici da corsa sognano di emulare Nibali e Van der Poel, le nostre clienti vogliono andare in bici per stare bene. Tanto che quando uscì il modello Langma, prevedemmo anche una versione super top di gamma da quasi 9.000 euro, che però non fu confermata, visto che non si vendeva».
I numeri del boom
Come tutte le aziende inserite nella nostra inchiesta di mercato (Giant non è stata interpellata soltanto perché non fornisce più le bici a team WorldTour, ma ne avrebbe pieno diritto), anche per Liv la riapertura delle porte dopo il lockdown di marzo 2020 ha significato un aumento consistente delle vendite e di riflesso l’insorgere di problemi legati alle consegne, in linea con quelli degli altri.
«Dati alla mano – prosegue Marta Villa – c’è stato un incremento delle vendite soprattutto con l’elettrico e in una fascia di donne sopra i 35 anni che magari non aveva mai praticato ciclismo o al massimo usava la bici in modo non così assiduo. E poi è anche aumentata la richiesta di gravel, con il nostro modello Devote, che sta andando benissimo».
Langma Disc
Il modello Langma che Katia Ragusa ci sta illustrando è davvero una signora bici, come una signora atleta è la ragazza di Breganze, che lo scorso anno è arrivata seconda al campionato italiano vinto da Elisa Longo Borghini.
Il telaio è compatto e realizzato con tubazioni Advanced-Grade Composite. I tubi hanno diametri esigui e la rigidità viene ottimizzata da geometrie studiate accuratamente. La singolarità del triangolo principale, che forse risponde alle esigenze di comfort più che alla ricerca della prestazione, è l’altezza del tubo di sterzo. Al punto da consigliare quasi una misura più piccola (se non fosse per il successivo problema di lunghezza) per riuscire ad abbassarsi al massimo come vuole di solito chi corre. La sagomatura dei tubi e il fatto di non ricorrere a diametri tondi fa sì che la bici sia anche piuttosto aerodinamica e rigida, grazie al movimento centrale PowerCore che conferisce grande rigidità nella zona della scatola.
«La vera sorpresa – spiega Ragusa – sono i freni a disco. Mi rendo conto di quanto si stacchi meglio in discesa, sono un bel vantaggio. La geometria è particolare, per cui mi trovo benissimo, ma devo anche entrarci in totale confidenza. Ad esempio, penso che per trovare la posizione perfetta e scendere come piace a me, metterò un attacco manubrio negativo.».
Non solo Langma
Le bici alla Monex Pro Cycling sono arrivate per l’intercessione della filiale messicana di Liv, dato che il team ha affiliazione proprio laggiù. Le ragazze di Fabretto hanno quasi tutte il modello Langma, ma le più veloci sono state dotate dell’Enviliv Advanced, che magari pesa di più in salita, ma nelle corse veloci è davvero un’arma vincente.
«Fra le caratteristiche di Langma – spiega ancora Marta Villa – c’è quella di disporre di telai moto piccoli, XS o addirittura XXS e la Monex ci ha chiesto proprio un paio di bici così piccoline».
Le bici del team di Fabretto sono montate con lo Shimano Ultegra e quasi tutti componenti Giant. La sella invece è Prologo Dimension 143.
Domani Katia Ragusa e la sua Liv Langma saranno impegnate nella Gand-Wevelgem: 143 chilometri da Ieper (in realtà) fino allo stesso traguardo degli uomini.