Il gravel ed il ciclocross sono due universi paralleli, tecnicamente molto vicini e diametralmente opposti in fatto di approccio. Ma molto sta cambiando anche in questo senso. Gravel e ciclocross: si tratta di andare sullo sterrato con una bicicletta che, concettualmente, sembra da strada. Quest’ultima considerazione, se pur banale, permette di comprendere l’accostamento tecnico dei due segmenti ed è facile capire che gli stessi possono convivere.
Differenze e dettagli da valutare
Il presupposto è la storia delle due discipline. Da una parte il ciclocross, sport antico e ancorato alle tradizioni (lo è stato per tanti anni), anche per quanto concerne la tecnica della bicicletta. Dall’altra il gravel, con un’interpretazione più moderna e aperta. Come mettere a confronto la strada e la Mtb.
Nel gravel sono confluiti un po’ tutti: dagli stradisti ai crossisti, dai biker agli enduristi, agonisti e semplici appassionati, fino ad arrivare ai neofiti. Ognuno di loro ha portato idee e contaminazioni, più o meno valide, necessarie e talvolta inutili.
Focalizziamoci sulla bicicletta, sulle geometrie e sulle chiavi di lettura che interessano il mezzo meccanico. Ed ecco la prima differenza che è necessario considerare: qual è l’obiettivo? L’agonismo e le competizioni, oppure il viaggio e l’experience?
Non è raro trovare la trasmissione Shimano GRX Di2 anche in ambito Ciclocross Lachlan Morton è un atleta versatile: amante del gravel, qui con una Topstone di Cannondale (foto peterofthespoon)
Road endurance e gravel
Volendo fare un accostamento, il gravel (quello originale, quello delle tante ore in sella dove è meglio essere autosufficienti) ed il bikepacking occupano la stessa posizione delle bici road endurance. Il focus principale sono il comfort e il piacere di stare sulla bicicletta. Protagonisti sono la guida rilassata, l’experience ed il viaggio.
Non si tratta di biciclette di second’ordine, semplicemente non hanno l’agonismo come obiettivo primario. Tecnicamente queste bici hanno il rake delle forcelle proteso in avanti (tra 4,5 e 6 centimetri, in base al marchio e alla taglia) e angoli dello sterzo più aperti (per gli amanti dei numeri, una media tra 69,5 e 70°). La stessa tubazione dello sterzo è più alta (aumenta lo stack, ovvero la quota verticale misurata tra la battuta superiore dello sterzo ed il movimento centrale), in modo da non obbligare a schiacciarsi eccessivamente verso il basso.
Una delle caratteristiche delle biciclette gravel è il carro posteriore più lungo e un passo totale maggiorato. Però queste biciclette si possono usare in modo gratificante anche nelle gare più lunghe ed esigenti. Lachlan Morton insegna.
Una delle caratteristiche comune a molte gravel è il fodero drive-side curvato verso il basso La Wilier Rave che ha vinto la prima edizione della Serenissima Gravel, un’altro bell’esempio di quanto il gravel sia “sfruttabile” a 360°
Una delle caratteristiche comune a molte gravel è il fodero drive-side curvato verso il basso La Wilier Rave che ha vinto la prima edizione della Serenissima Gravel
Ciclocross e gravel racing
Ma come spesso capita, l’agonismo e le competizioni, quel DNA racing che è insito nel ciclismo diventano una sorta di spartiacque. Ad esempio per lo sviluppo dei “progetti bici”. Sempre più aziende intraprendono questa strada, perché, al di là delle opportunità ed esigenze di mercato, le soluzioni mutuate dall’una e dall’altra parte (le contaminazioni per l’appunto) sono utili ad entrambe le categorie.
- Si tratta di biciclette che talvolta utilizzano il medesimo frame-kit e la grossa variabile è l’allestimento.
- Rispetto alle gravel originali hanno uno stack ridotto; significa che obbligano ad una guida più bassa e aggressiva.
- Hanno un reach inferiore, perché sono più compatte; ovvero sono più agili, rapide e briose.
- Nel complesso si tratta di bici con geometrie compatte e una ciclistica race oriented.
- Hanno un’altezza da terra che potremmo quantificare con una media di 28 centimetri (più o meno, con la variabile del brand e della taglia), quindi simili ad una bici cx di vecchio stampo. Certamente utile a saltare gli ostacoli senza il pericolo di impattare con il movimento centrale.
- Hanno un angolo delle sterzo più chiuso e un rake della forcella aperto, a favore di guidabilità e stabilità.
- E poi agevolano il passaggio degli pneumatici “ciccioni” fino a 40/45, talvolta 47c. Impensabile per una bici da ciclocross delle generazioni precedenti.
Cannondale SuperSix Evo, nelle versioni CX ed SE, uguali nel design e nelle geometrie, differenti nell’allestimento. Cannondale SuperSix Evo SE
Cannondale SuperSix Evo, nelle versioni CX ed SE, uguali nel design e nelle geometrie, differenti nell’allestimento. Cannondale SuperSix Evo SE
Verso il futuro della bicicletta
Specialized con la nuova Crux, Cannondale con l’ultima SuperSix EVO CX e SE, ma anche Wilier con la Rave SLR, ci offrono una sguardo anticipato di quello che vedremo in un futuro prossimo, nel gravel race e nel ciclocross, ma anche in quel settore road. Perché le immagini della Serenissima Gravel sono ancora fresche e nitide. Se è vero che prima di tutto contano le gambe, il cuore e i polmoni, ma anche la testa, è pur vero che abbiamo imparato che il mezzo meccanico può fare la differenza, considerazione che è stata proprietà della mtb per troppi anni. Il gravel ha portato delle nuove soluzioni e il ciclocross le ha fatte proprie, ma pure il segmento stradale non è stato a guardare.