La gravel secondo me: Mattia De Marchi e la sua Basso Palta

24.09.2024
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MISANO ADRIATICO – Spesso parliamo di gravel. Su bici bici.STYLE lo facciamo più in ottica di viaggi e avventure, ma poi ci sono anche i campioni, i professionisti di questa disciplina. E uno di loro è Mattia De Marchi, del Team Enough.

Con il friulano, oggi scendiamo nel dettaglio tecnico e scopriamo com’è la bici gravel di un pro’. Come è settata. E che rapporto ha l’atleta con la sua bici. Mattia lo abbiamo incontrato all’Italian Bike Festival, ospite del suo sponsor tecnico, Basso Bikes. E questo è quel che ci ha raccontato…

Mattia De Marchi (classe 1991) durante una delle sue avventure (foto Instagram – @hrrypwll)
Mattia De Marchi (classe 1991) durante una delle sue avventure (foto Instagram – @hrrypwll)
Mattia, partiamo proprio dalla tua bici. Qual è?

Ho due Basso Palta con due configurazioni diverse, principalmente nel gruppo: da una parte la monocorona, dall’altra la doppia. In particolare per la doppia sto testando il nuovo wireless di Campagnolo. Lo sto usando anche fuoristrada ed è un’evoluzione del classico Ekar. Riguardo all’elettronico ci sono pro e contro.

Cioè?

L’elettronico adesso è una necessità. In certe situazioni la sua facilità di cambiata è fondamentale: banalmente basta schiacciare un bottoncino per cambiare e tutto diventa più facile. Di contro devi essere un po’ più delicato. Mentre il cambio meccanico se ben mantenuto difficilmente ha dei problemi e si romperà, l’elettronico porta con sé sempre un filo d’incognita.

Qui la foto “da catalogo” della Basso Palta, quella che invece Mattia aveva portato all’IBF aveva i segni di tante battaglie
Qui la foto “da catalogo” della Basso Palta, quella che invece Mattia aveva portato all’IBF aveva i segni di tante battaglie
Dilaga la monocorona, però tu stai testando anche la doppia: perché?

Per esigenze di rapporto. Nel gravel si sta andando sempre più veloci nel settore agonistico, pertanto si ha l’esigenza di avere una gamma di rapporti molto più ampia rispetto ad un paio di anni fa. Avere rapporti con un determinato sviluppo e giro catena è fondamentale.

E poi qual è l’altro componente importante a cui dedichi parecchia attenzione?

Le gomme. La tendenza vuole sezioni più larghe. Ormai nel 90 per cento delle gare si usa una gomma da 45 millimetri. E questo succede anche in America, dove paradossalmente per noi europei non è necessario usare qualcosa di tanto largo perché il loro è un gravel molto più scorrevole, molto più veloce, meno cattivo e meno tecnico rispetto al nostro. In qualche caso negli Usa stanno usando addirittura gomme da mountain bike…

Mattia sta utilizzando sia la doppia che la monocorona: qui ecco la sua Palta con la mono (da 44 denti)
Mattia sta utilizzando sia la doppia che la monocorona: qui ecco la sua Palta con la mono (da 44 denti)
Le 650b, insomma le 27,5”?

Non solo, anche le 700, le 29”, ma comunque con sezione da 45 millimetri in su. Test alla mano, sembrano essere più veloci, nonostante un peso maggiore. Nei prossimi anni secondo me, anche nel settore dei copertoni vedremo degli ibridi tra il gravel classico e la mtb. Inizialmente si pensava che la scelta migliore potesse essere un copertone veloce e leggero, adesso invece predomina l’esigenza di avere qualcosa di sicuro, che ti permetta di non avere forature a prescindere dal livello tecnico del terreno.

Perché?

Adesso se fori hai perso la gara, invece qualche anno fa se foravi avevi il tempo di riparare e magari anche di tornare davanti. Ora il gravel è più “esasperato”. Si va talmente forte che appena hai un problema sei out. Anche il livello delle gare si è alzato.

Oltre alla gomma da 45 millimetri usi anche il liner?

Dipende dalle situazioni. Quando ci sono molte feed station e c’è più possibilità di cambiare gomme non lo metto. Ma può capitare di metterlo anche se le feed zone sono tante perché il terreno è molto accidentato. In quel caso metto il liner, la mousse, per non pizzicare. Altrimenti incrocio le dita!

Le gomme Pirelli Cinturato Gravel M da 45 mm: una delle scelte più gettonate da De Marchi
Le gomme Pirelli Cinturato Gravel M da 45 mm: una delle scelte più gettonate da De Marchi
Sfidi la sorte!

E’ vero che il gravel professionistico è sempre più una gara di velocità, però io resto fedele al vecchio motto. E il mio primo obiettivo è comunque portare la bici all’arrivo. Per questo parto con tutto il necessario per certe riparazioni, mentre altri che hanno un pensiero diverso dal mio partono col minimo indispensabile. E sono in assetto super leggero.

Quindi si va verso una copertura più robusta ed unica?

Direi di sì. Con Pirelli ci sto lavorando. L’idea è proprio quella di avere un copertone un po’ meno veloce ma più sicuro e più resistente. Ma non è facile perché se lo rendi più resistente poi la guidabilità non rimane proprio la stessa. Per lavorare bene il copertone infatti si deve deformare, ma se lo si vuole più robusto automaticamente la sua carcassa diventa più rigida. Serve il giusto compromesso. Per ora lo standard che prima era il 40 millimetri è il 45 come detto. Si sta vivendo la situazione che avvenne su strada con il passaggio dal 25, al 28 e ora al 30 millimetri. Il professionista stradista che si avvicina al gravel ancora mette il 40-38 millimetri, mentre chi come me fa gravel tutto l’anno tende al 45 millimetri.

Per il resto cosa deve essere presente sulla tua bici?

Partiamo dal manubrio. C’è stata un’evoluzione pazzesca sugli accessori, rispetto ai telai forse c’è più margine per migliorare. Il manubrio integrato aiuta e l’ergonomia adesso è un fattore importante. So che Basso ci sta lavorando.

Il friulano dà importanza a componenti come il manubrio integrato: questo risponde ad esigenze di peso, di aerodinamica e comfort
Il friulano dà importanza a componenti come il manubrio integrato: questo risponde ad esigenze di peso, di aerodinamica e comfort
Qual è il vantaggio dell’integrato nel gravel?

Banalmente il peso: è un po’ più leggero rispetto al classico set attacco + piega. E poi dà meno problemi con le vibrazioni. Non devi stare tutti i giorni a rivedere il serraggio delle viti e il manubrio non si sposta con un colpo. Come detto Basso sta lavorando sull’ergonomia del manubrio. Un appoggio sicuro, una campanatura ad hoc…

Passiamo alla tua posizione…

E’ una questione molto personale. A me piace pedalare molto alto di sella. Sui social sono stato persino criticato per avere la sella troppo alta, cosa che nel gravel non è usuale.

In effetti ci spiazza un po’. Alla luce di ciò che misure di pedivelle usi?

Per ora 172,5 millimetri, ma ammetto che in casa ho delle pedivelle da 165. L’idea è di provarle, però il problema è che ci vuole tempo per adattarsi, per fare dei test. Anche l’aspetto delle pedivelle è personale. Insomma: non è che Pogacar vince perché ha le pedivelle da 165. Io comunque quest’inverno vorrei fare alcuni test di questa misura.

Le velocità sono sempre più alte e di conseguenza cambiano anche le bici e gli assetti (foto @chiara_redaschi)
Le velocità sono sempre più alte e di conseguenza cambiano anche le bici e gli assetti (foto @chiara_redaschi)
Cosa non deve assolutamente mai mancare sulla tua bici, Mattia?

Il borsello con il necessario per tornare a casa. Ho una borsetta di Miss Grape abbastanza grande sull’orizzontale: è aero e s’intona con la bici. Lì ci sono sempre un paio di camere d’aria, una falsamaglia, vermicelli, delle toppe… almeno in allenamento, poi in gara uno fa quel che vuole. E’ il discorso di prima. Ma anche in gara il necessario non mi manca mai.

Una o due borracce?

Sempre due e grandi. Anche qui c’è un mondo che si sta evolvendo. Oggi le feed station sono diventate numerose e in alcune gare, tipo Unbound, sono diventate quasi il clou della gara. Adesso serve assolutamente un piano di nutrizione se vuoi andare forte. Anche per questo a volte uso il camelback, che in linea di massima cerco di evitare per il suo peso. Anche questo delle borracce è un tema non da poco: cosa ci metto? Che forma devono avere?

Perché parli della forma?

Per l’aerodinamica. Oggi è importantissima nel gravel. Le velocità si sono stravolte in poco tempo e l’aerodinamica ormai conta moltissimo anche in questo settore.