Arretramento al minimo: selle avanti per cercare più watt

16.08.2023
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Selle sempre più avanti e arretramento sempre minore. Non è la prima volta che più o meno indirettamente parliamo di questo argomento, ma ritrovandoci in mezzo al gruppo ci si rende conto nel concreto quanto questa tendenza sia forte. E vada a crescere.

Abbiamo notato selle il cui carro era tutto spostato in avanti. In alcuni casi abbiamo visto persino reggisella con l’off-set al contrario, cioè con la curva rivolta verso lanteriore. E quando le stesse selle non erano del tutto avanti o il corridore era molto alto, utilizzava il telaio più piccolo fra le due misure tra cui poteva scegliere.

Più corti

Alle nostre sensazioni abbiamo fatto seguire le testimonianze di un paio di meccanici e un massaggiatore.

«I biomeccanici – dice Maurizio Da Rin Zanco, meccanico della UAE Emirates– oggi cambiano le posizioni. Io sono un meccanico ed eseguo quel che mi dicono gli atleti e le schede che mi fanno avere i biomeccanici, non saprei dire un perché preciso e specifico. Ma i biomeccanici hanno numeri e sensori, secondo cui è meglio cambiare e ridurre l’arretramento.

«E così noto anche corridori che per dieci anni hanno utilizzato la stessa messa in sella, adesso pedalano “più corti”. Tim Wellens, per esempio, è arrivato da noi quest’anno e dopo molto tempo ha cambiato la posizione. Ed è più corto».

«Mi capita di fare interventi anche durante l’anno. In generale il baricentro si è spostato in avanti e in qualche caso allungo anche l’attacco. In tutto ciò i brevilinei si trovano meglio, mentre i corridori più altri “scompensano” un po’ e non hanno un super feeling con la guida. Almeno così riferiscono gli atleti, però spingono di più e quindi mantengono ugualmente questa posizione nuova».

Meno di 5 cm

Fausto Oppici, meccanico della Soudal-Quick Step, entra ancora più nel dettaglio: «E’ sicuramente vero che le posizioni sono cambiate e che si pedala molto più sulla pedaliera, ma almeno da quel che vedo io a seguito di questo avanzamento non sono cambiate le lunghezze degli attacchi manubrio. C’è proprio una posizione più raccolta, più compatta. Queste sono le indicazioni che ci arrivano dalle schede che ci vengono proposte ad inizio anno dai biomeccanici».

Ma di fatto quanto è cambiato l’arretramento? E’ sempre delicato parlare di numeri, ma lo stesso Oppici prova a dare una stima. Secondo lui fino a qualche anno fa magari si era sui 7-8 centimetri, oggi si è scesi a 5 centimetri. «E – aggiunge Oppici – anche di meno. Sempre più spesso si arriva a 4 centimetri».

Va da sé che la vecchia regola del ginocchio in linea con l’asse del pedale quando questo era in avanti parallelo al terreno è ormai acqua passata.

Ma perché si pedala più avanti? Per spingere di più, chiaramente. Si vanno a reclutare altri watt da esprimere sui pedali. Ma tutto ciò ha un costo. Un costo muscolare. Con un arretramento maggiore si utilizzano di più più i grandi muscoli, su tutti il quadricipite, ma anche il grande gluteo.

La posizione è un po’ meno comoda e infatti emergono determinati dolori. Ne avevamo parlato con Fred Morini.

Germano “simula” la posizione in bici. L’incontro fra gli indici è il bacino, fulcro delle leve superiori (busto) e di quelle inferiori (gambe)
Germano “simula” la posizione i bici. L’incontro fra gli indici è il bacino, fulcro delle leve superiori (busto) e di quelle inferiori (gambe)

Muscolatura posteriore

Cosa succede al fisico dunque con queste posizioni più compatte? Restiamo in casa Soudal-Quick Step e a risponderci è il massaggiatore Yankee Germano, che tra l’altro pedala molto e ama sperimentare. Pertanto la sua esperienza è doppia.

«Le posizioni più corte – spiega Germano – portano ad utilizzare di più i muscoli come il quadricipite, ma chiamano in causa anche il bicipite femorale (il muscolo posteriore della coscia, ndr). Molto più che in passato. Chiudendosi di più gli angoli questo muscolo è chiamato ad un accorciamento e un allungamento maggiori.

«Non a caso rispetto a qualche anno fa lo devo trattare di più. Lo trovo più contratto, in quanto ha svolto un lavoro maggiore. E la stessa cosa vale, seppur in modo minore, per il gluteo».

Ma non è tutto. Germano fa un’analisi più generale e molto interessante che riguarda l’intera posizione più raccolta. Con arretramento minore e attacchi manubrio della stessa misura, il corridore “si alza” e questo comporta dell’altro.

«Anche le muscolature della schiena e degli addominali sono chiamate ad un diverso lavoro – va avanti Germano – Io sono appassionato di meccanica, ho fatto anche degli studi in merito. Con le posizioni più corte e pedalando più sulla pedaliera, il bacino che in questo caso è il fulcro delle leve, è meno stabile.

«Prima stando più allungati e distesi sul tubo orizzontale, tutto il corpo era più stabile, la sua “base d’appoggio” era maggiore e certa muscolatura poteva restare più sciolta. Adesso per mantenere la stessa stabilità i ragazzi chiamano in causa di più addome e schiena. E infatti ci lavorano di più».