Team nuovo, sella nuova: la scelta di Ackermann

14.01.2022
4 min
Salva

Quando un professionista approda in un nuovo team, i fattori “del cambio” da considerare sono molti e diversi tra loro. Ci sono i nuovi compagni di squadra, c’è il nuovo staff e le “abitudini” che devono essere “immagazzinate e fatte proprie”. C’è l’aspetto operativo e i vari programmi che vengono stilati in accordo con lo stesso team, con il quale si costruisce la stagione agonistica, obiettivi e di conseguenza gli allenamenti. E poi ci sono i nuovi materiali, dalla bici ai singoli componenti, che siano la sella o il manubrio: ovvero gli strumenti di lavoro dell’atleta.

Giuseppe Archetti, meccanico storico della nazionale e della UAE
Giuseppe Archetti, meccanico storico della nazionale e della UAE

Abbiamo chiesto a Giuseppe Archetti, meccanico di grande esperienza nell’UAE Team Emirates e ci siamo focalizzati su un importante ingresso, quello del tedesco Pascal Ackermann e di come il corridore sceglie la sella, che nel caso del team di Gianetti è fornita da Prologo.

Cosa succede quando arriva un nuovo corridore ed è necessario metterlo in sella?

All’atleta viene fornita una serie di prodotti e al tempo stesso i biomeccanici del team lo affiancano e lo assecondano nelle sue scelte. Si parte comunque da una panoramica e da una serie di valutazioni dei materiali che utilizzava in precedenza.

Archetti con Ackermann. Il corridore si è mostrato competente nelle scelte e valutazione dei nuovi materiali (foto Team UAE)
Ackermann si è mostrato competente nelle valutazione dei materiali (foto Team UAE)
Quindi si utilizza una sorta di storico dell’atleta?

In un certo senso è così. Noi abbiamo dei biomeccanici con il compito di valutare la posizione adeguata che l’atleta deve utilizzare quando è sulla bicicletta. Questo passaggio comprende anche la scelta della sella giusta. Il passaggio tiene conto anche di una sorta di confronto con i vecchi materiali utilizzati dal corridore, nel caso sia un nuovo arrivo, come nel caso di Pascal.

Nel caso specifico di Ackermann, su quale modello di sella è ricaduta la scelta?

Noi utilizziamo Prologo e il modello che è stato scelto è la Dimension 143. Ci sono state alcune prove ed hanno interessato vari modelli. La scelta finale è stata quella. Inoltre posso dire che già al secondo raduno abbiamo ricevuto degli ottimi riscontri e feedback dal corridore in merito alla scelta. Non solo, perché in base alle scelte fatte, lo stesso atleta fornisce dei feedback del prodotto che vengono riportati a Prologo e devo dire che l’azienda è piuttosto attenta a questo aspetto.

Per Ackermann una Prologo Dimension 143 (foto Prologo)
Per Ackermann una Prologo Dimension 143 (foto Prologo)
Voi come meccanici e i biomeccanici del team, utilizzate gli strumenti di valutazione Prologo?

Ci sono alcuni fattori che vengono fatti collimare. I biomeccanici utilizzano dei loro riferimenti, che però trovano una sorta di riscontro con le strumentazioni e i prodotti Prologo. Non di rado c’è anche un confronto diretto con l’azienda.

Tornando invece ad Ackermann, quanto tempo ha impiegato il tedesco a trovare la sella giusta? Più in generale, quanto tempo è necessario, mediamente, per far si che un corridore trovi il prodotto ideale alle sue esigenze?

Dipende, perché la sella è componente molto soggettivo e davvero particolare. Ci sono corridori che si prendono più tempo e spendono molte ore prima di arrivare ad una decisione, altri invece scelgono la prima sella che provano e la tengono per il proseguo della stagione. Ackermann è stato veloce, considerando che non aveva utilizzato Prologo nelle stagioni precedenti, a conferma di una buona sensibilità e capacità tecnica. In una fase di assestamento, come nel caso di Pascal, il merito è anche dei biomeccanici che hanno indirizzato il corridore nel modo giusto e dell’azienda che fornisce i materiali, con un ampio range di scelta.

Altezza sella e arretramento, i valori che usa Ackermann sono “standard”, oppure sono piuttosto “spinti”?

Prendere ad esempio un solo corridore è complicato, perché rispetto a 20 anni addietro, le posizioni utilizzate oggi sono tutte estreme. Ma è giusto dire che tutto è cambiato, corridori, materiali e modo di pedalare.

Quante selle vengono fornite ad un atleta nel corso di una stagione?

Ogni corridore ha 7 bici e si parte da questa fornitura. Nel momento in cui si è optato per una sella e un modello preciso, la base è il montaggio della bicicletta. L’atleta riceve “lo strumento di lavoro” completo nelle sue parti. Tutto quello che è dato in seguito è frutto della gestione del materiale da parte del team, oppure dell’azienda che fornisce dei nuovi materiali da provare e da sviluppare.