Rudy Project Egos, nuovo al Tour per la Bahrain Victorious

14.07.2022
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Per i più attenti non sarà una novità, per tutti gli altri è una piacevole sorpresa. Durante questo Tour de France, il Team Bahrain Victorious sta utilizzando il nuovo casco Egos firmato Rudy Project. L’azienda trevigiana ha infatti fornito in dotazione esclusiva il nuovo prodotto agli atleti in attesa che venga lanciato sul mercato a settembre.

Egos è un casco disegnato per fendere l’aria e farla scivolare al suo interno, realizzato per ottimizzare tutte le sue caratteristiche di ventilazione, comfort e sicurezza. La gamma Rudy Project ora vanta un prodotto top sotto tutti gli aspetti in grado di solcare i Pirenei e le strade francesi al fianco degli atleti professionisti. 

Il design è accattivante e studiato per fare della leggerezza e del comfort le sue caratteristiche dominanti
Il design è accattivante e studiato per fare della leggerezza e del comfort le sue caratteristiche dominanti

Morbidezza

La sicurezza non è il solo aspetto che rende questo casco un top di gamma degno della Grande Boucle. Il comfort su questo prodotto è impareggiabile anche grazie al sistema Dual Density. La calotta interna di Egos si distingue per la sua duplice funzione.

La forma permette una maggiore ventilazione nella parte superiore della testa, garantendo così una maggiore sensazione di comfort. Per questo elemento protettivo gli ingegneri hanno studiato un sistema d’areazione che favorisca la freschezza senza però andare a discapito dell’aerodinamica. La struttura invece è caratterizzata da una densità più morbida rispetto alla calotta interna, che assicura così un maggiore assorbimento degli urti ed un abbassamento del peso del casco.  

La calotta interna lavora in sinergia con quella esterna donando comfort di utilizzo in ogni condizione
La calotta interna lavora in sinergia con quella esterna donando comfort di utilizzo in ogni condizione

Sicurezza a 360°

Il mantenimento del casco in posizione durante l’uscita e soprattutto durante l’impatto è fondamentale per la resa complessiva d’efficienza di sicurezza. Grazie alla geometria del nuovo Ergo Devider, il ciclista è in grado di regolare una sola volta il lacciolo e mantenere così una posizione costante e “pulita” per l’intera uscita.

La nuova chiusura del lacciolo è pensata per essere più veloce e sicura grazie al un sistema di aggancio magnetico Fidlock, pratico e sicuro. Con queste due tecnologie implementate la sicurezza e il comfort sono stati migliorati ed elevati ad un livello successivo sotto tutti gli aspetti. Il peso si differenzia in base alla taglia: S (51-55cm) 230 grammi, M (55-59 cm) 250grammi, L (59-63 cm) 280 grammi. 

Il sistema di regolazione, permette attraverso il rotore di trovare il fitting perfetto
Il sistema di regolazione, permette attraverso il rotore di trovare il fitting perfetto

Aerodinamica intelligente

In gruppo si vedono forme e design di ogni tipo, l’efficienza aerodinamica spesso viene estremizzata a scapito di una freschezza d’utilizzo che soprattutto nei mesi estivi non deve essere trascurata. L’Egos dispone dell’Airframe Band, uno spoiler posizionato nella parte frontale a contatto con la fronte e nascosta dal casco. Questa banda permette di incanalare il flusso dell’aria all’interno agevolando così la ventilazione ed un raffreddamento ottimale della testa.

La struttura estetica è realizzata in simbiosi con quella interna in particolare con il Sistema Antiscalzamento RSR11. Questa tecnologia permette una calzata ottimale grazie alla struttura avvolgente e alle regolazioni micrometriche sia in altezza che in larghezza. A completare la sua intelligenza ingegneristica rivolta a comfort e sicurezza, Egos è dotato anche di una nuova imbottitura e di bugstop padding con retina anti insetti. Mentre per una maggiore visibilità sono presenti due adesivi riflettenti sulla parte posteriore. 

RudyProject

Team Bahrain al Tour

Rudy Project, ecco come nascono i caschi

07.12.2020
4 min
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Il casco è uno degli accessori più importanti, in quanto protegge la testa da urti o colpi che potrebbero portare a gravissime conseguenze. Per capire come nasce un casco abbiamo parlato con Alvise Rizzi Responsabile Comunicazione di Rudy Project.

Esperienza decennale

Il marchio italiano vanta una decennale esperienza anche nel mondo dei professionisti, una lunga storia che parte dai caschi crono pionieristici di Miguel Indurain negli anni 90 e poi Ullrich, i campionati del mondo di Ironman di Kona, e tanti altri fino al Team Bahrain oggi.

Ed è proprio dalla collaborazione con i professionisti che nascono alcune novità importanti che poi vengono messe sul mercato per tutti gli amatori.
«La collaborazione con i professionisti è importantissima – esordisce Alvise Rizzi – diciamo che i caschi che noi forniamo al Team Bahrain in questo momento sono due: Spectrum e The Wing».

Il primo è quello che i corridori usano nelle gare o nelle tappe normali mentre The Wing è il casco da cronometro.

Sviluppo complesso e lungo

«Il processo di sviluppo dei caschi è molto complesso e lungo – ci spiega Rizzi – si parla di 2-3 anni perché un casco performante deve essere sicuro e allo stesso tempo garantire ottime performance aerodinamiche, avere un design accattivante e, last but not least, deve essere vendibile sul mercato. Per trovare questo delicato equilibrio concorrono tanti fattori e tante professionalità diverse, motivo per cui realizzare un prodotto di questo tipo è molto complicato».

Pello Bilbao Cronometro
Pello Bilbao a cronometro con il casco The Wing
Pello Bilbao cronometro
Pello Bilbao nella cronometro di Valdobbiadene con il casco The Wing

The Wing nasce dai corridori

«Il The Wing nasce dalle esigenze di corridori – continua Alvise Rizzi – lo sviluppo avviene insieme a loro. In base alle loro esigenze si va a creare un casco con certe caratteristiche e che rispetti gli standard di sicurezza. E’ una questione fondamentale, quindi performance e sicurezza devono andare sempre di pari passo. Ogni casco deve avere tutte le certificazioni internazionali esistenti, c’è quella per il mercato europeo, quella per il mercato americano e quella per l’Australia. Noi cerchiamo di accontentare gli atleti nelle loro richieste, ma la sicurezza deve essere sempre massima ed è per questo che lo sviluppo del casco è un processo complesso. Ad esempio se vogliono la coda lunga o corta e da li si parte a progettare e testare passo a passo con i corridori seguendo i loro feedback e cercando di trovare la soluzione più performante».

Sempre per rimanere sulla Bahrain: «Il The Wing è nato su richiesta loro che volevano un casco molto performante da cronometro e l’averlo realizzato ci ha consentito di instaurare una relazione ancora più duratura con il Team». Il The Wing è un casco che ricerca la prestazione ai massimi livelli. E proprio per raggiungere i migliori risultati Rudy Project collabora con Swiss Side, una società che vanta 50 anni di esperienza in Formula 1 e dove grazie a vari studi nella galleria del vento è possibile sviluppare aerodinamicamente i caschi.

Mikel Landa al Tour de France con lo Spectrum
Mikel Landa durante l’ultimo Tour de France con il casco Spectrum

Iter diverso

Questo lavoro di studio, sviluppo e di test in galleria del vento è fondamentale per fornire un prodotto performante, ma anche per elaborare poi soluzioni di tecnologia e sicurezza che possano essere implementate sull’intera gamma di caschi.
«Lo Spectrum, ad esempio, è il nostro top di gamma road e nasce passando anche dai feedback dei corridori, ma deve avere una serie di caratteristiche che lo rendano perfetto anche per chi non pedala per la prestazione pura come nel caso del The Wing. Deve essere comodo, leggero e soprattutto sicuro. Per questo l’iter di sviluppo è diverso, in questo caso i feedback degli atleti servono a migliorare un casco che è destinato ad un pubblico molto più ampio rispetto a quello da cronometro».

Casco rotto Rudy Project
Uno dei tanti caschi danneggiati e ritirato da Rudy Project
Casco rotto Rudy Project
Uno dei tanti caschi danneggiati e ritirato da Rudy Project

Dalle cadute si impara

Rudy Project, inoltre, pone un accento particolare sulla sicurezza e per questo motivo ritira tutti i caschi che si sono rotti a causa di una caduta. Lo fa sia con i caschi dei corridori professionisti e sia con quelli degli amatori. Questo permette di studiare in quali zone sono più sensibili alla rottura e quali tipi di rotture avvengono più spesso: «In questo modo cerchiamo di capire quali sono le zone che devono essere rinforzate maggiormente per creare i caschi del futuro».