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Tag: Sella Prologo

Come si sceglie la sella? Il parere di Trentin e Pernsteiner

Alberto Fossati
16.02.2022
7 min
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La “ricetta magica non esiste” e le indicazioni di base, la biomeccanica e i fattori soggettivi devono collimare. Quali sono i criteri da considerare quando si sceglie una sella? Cosa dobbiamo tenere bene a mente quando pedaliamo per evitare problematiche alle zone sensibili del nostro corpo?

Abbiamo domandato a due atleti che si allenano per 30 ore (e oltre) alla settimana e autorevoli anche nelle valutazioni tecniche: Matteo Trentin (UAE Team Emirates) ed Hermann Pernsteiner (Team Bahrain Victorious), molto differenti anche nella struttura fisica. Trentin ha una struttura muscolare importante e potente, il corridore austriaco è il tipico scalatore, più esile e leggero. Entrambi, pur militando in squadre diverse, utilizzano selle Prologo.

  • Matteo Trentin in azione sul pavé, il corridore trentino è dotato di una struttura muscolare importante
  • Hermann Pernsteiner, al contrario di Trentin ha un fisico minuto, tipico degli scalatori
  • Trentin in azione sul pavé, il corridore trentino ha una struttura muscolare importante
  • Hermann Pernsteiner, al contrario di Trentin ha un fisico minuto, tipico degli scalatori
Può risultare banale, ma consideriamo l’ampia scelta dei prodotti sul mercato. Quali sono i criteri con i quali viene scelta la sella?

TRENTIN: «Senza dubbi, il primo fattore da considerare è la comodità, questa deve essere sopra a tutto. Il mercato attuale offre tante possibilità e molta scelta, anche per le differenti categorie di prodotti, ma il comfort deve essere in cima alle valutazioni. Un altro aspetto è il design del prodotto. Non è corretto scegliere una sella solo perché ci gratifica esteticamente. Non è detto che una sella super performante sia ottimale e adatta alle proprie esigenze».

PERNSTEINER: «Per la scelta della sella adeguata alle mie esigenze, utilizzo dei criteri personali. Non ho una struttura fisica imponente, ho il bacino stretto e appoggi ischiatici ridotti. Diciamo che ho il tipico fisico da scalatore e sono leggero. Preferisco una sella non eccessivamente morbida, anzi piuttosto dura. Associo questo fattore alla stabilità che riesco ad ottenere dalla sella. Inoltre non amo le selle eccessivamente larghe».

Il posizionamento della sella comporta una serie di operazioni, necessarie al benessere e alla ricerca della performance (foto Magneticdays)
Il posizionamento della sella comporta una serie di operazioni (foto Magneticdays)
Conta maggiormente una valutazione biomeccanica, oppure la soggettività?

TRENTIN: «Entrambe le cose, ma l’ultima parola e una sorta di verdetto finale deve essere legato alla soggettività. E’ giusto avere dei riferimenti ed è altrettanto importante avere una posizione in bici corretta, tanto comoda, quanto proficua. Quando si parla di sella, si entra in un argomento molto delicato, dove la soggettività ha un grande peso e valore nelle scelte finali».

PERNSTEINER: «La mia esperienza mi ha insegnato che la soggettività ricopre un ruolo fondamentale nella scelta di un componente importante come la sella. E’ ovvio che sono necessari dei riferimenti e oggi la tecnologia di valutazione ci aiuta in questo. Però l’ultima parola è sempre quella delle sensazioni e dei feedback personali. Se non si è comodi su una sella è necessario cambiare».

Per Trentin non esiste la “soluzione che va bene per tutti”: la sella deve essere adatta alle esigenze personali
Per Trentin la sella deve essere adatta alle esigenze personali
Quanto tempo è necessario per abituarsi alla sella?

TRENTIN: «Se la sella è buona, adatta alle proprie caratteristiche ed esigenze, il feeling è immediato e sono sufficienti un paio di uscite tranquille per trovarlo. Se è necessario adattarsi, se la sella porta a fare movimenti strani e continui, allora non va bene ed è meglio provare qualcos’altro. Partendo sempre dal presupposto, come detto in precedenza, che anche una buona messa in sella è un aspetto fondamentale. Da non tralasciare».

PERNSTEINER: «Sono convinto che per abituarsi ad una sella ci vogliono almeno due o tre settimane. Bisogna prendere il proprio tempo per avere il giusto feeling e valutare in modo soggettivo i diversi fattori che entrano in gioco».

L’austriaco del Team Bahrain predilige selle strette e piuttosto dure, in grado di offrire feeling e stabilità (foto ChalyLopez Team Bahrain)
L’austriaco predilige selle strette e dure, per feeling e stabilità (foto ChalyLopez Team Bahrain)
Quali sono i campanelli di allarme che permettono di capire che non è la sella adatta alle proprie esigenze?

TRENTIN: «Quando il componente non è adatto si generano pressioni varie, fin dalle prime pedalate. E questo fa drizzare subito le orecchie. Da lì, se insistiamo si può generare una serie di fattori negativi concatenati tra loro. Inoltre mi preme dire che pedalare non deve essere una sofferenza e una buona seduta contribuisce al piacere di stare in bici. Avere una buona messa in sella aiuta a spingere e ad esprimersi nel modo più corretto».

PERNSTEINER: «Quello che ho notato, a livello personale è che una sella non adatta a me influisce in modo negativo sull’espressione della potenza: a un certo punto mi viene a mancare. Lo noto dalle sensazioni e anche grazie all’ausilio del power meter. Poi ci sono fattori legati alla difficoltà di pedalare, dolori generalizzati e problemi di fitting, che si riflettono su scompensi fisici».

Il setting del mezzo è una delle operazioni più delicate d’inizio stagione: coinvolge atleti, biomeccanici e meccanici (foto Team Bahrain/Prologo)
Il setting del mezzo è un’operazione delicata: coinvolge atleti, biomeccanici e meccanici (foto Team Bahrain/Prologo)
Nell’arco della stagione, ma anche tra l’inverno e il momento delle gare, cambi la posizione della sella?

TRENTIN: «Sì, posso fare piccoli aggiustamenti, più che altro dovuti all’usura della sella ed è importante capire quando è il momento di cambiarla».

PERNSTEINER: «Non cambio mai posizione. Magari piccoli aggiustamenti, questione di qualche millimetro e preferisco tenere la sella leggermente scaricata sulla parte frontale, a prescindere dalla stagione».

Con o senza foro?

TRENTIN: «Personalmente preferisco il foro. E’ un cardine dal quale non voglio prescindere».

PERNSTEINER: «Non utilizzo le selle con il foro e con il canale di scarico. Le ho provate, ma le trovo più flessibili, inoltre quando è capitato di provarle mi sposto parecchio pedalando e non mi trovo a mio agio».

Con o senza, trovi delle differenze sostanziali?

TRENTIN: «Uso le selle con il buco di scarico ormai da tanti anni e la sua presenza, mi aiuta a scaricare molto la pressione perineale. Per me è un vantaggio, che si riflette in modo positivo quando bisogna stare in bici per tante ore. Considerando che noi ci alleniamo per 30 ore alla settimana, la sella non è un semplice dettaglio» .

PERNSTEINER: «Credo che ci siano aspetti personali, ma essendo leggero e non avendo problematiche di pressioni, la sella senza il canale mi offre delle sensazioni migliori».

  • Una Prologo Scratch M5 per Trentin, quindi una sella corta
  • Il modello Zero C3 con gli inserti CPC, la sella scelta da Pernsteiner
  • Una Prologo Scratch M5 per Trentin, quindi una sella corta
  • Il modello Zero C3 con gli inserti CPC, la sella scelta da Pernsteiner
Quale modello utilizzi?

TRENTIN: «Prologo, che è sponsor del team. Io utilizzo la Scratch M5 Pas, quindi una sella corta. Il feeling è stato immediato fin dalla prima volta che l’ho utilizzata e da quel momento sono rimasto su questo modello, senza variazioni anche nel corso della stagione».

PERNSTEINER: «Uso la Prologo Zero C3 CPC. Mi trovo bene con lo shape di questo prodotto e con gli inserti CPC che offrono un maggiore grip, rispetto ad una sella tradizionale. Trovo dei benefici in diverse situazioni, ad esempio quando piove e passiamo molte ore sotto la pioggia. Il CPC aumenta la mia stabilità. Posso dire inoltre che nel corso di una stagione cerco di non cambiare la sella che ho sulla bici delle gare e su quella da allenamento ne cambio un paio, ma sempre dello stesso modello».

Le indicazioni fornite dai pro offrono degli spunti utili per la scelta del prodotto più consono alle proprie esigenze (foto Prologo)
Le indicazioni fornite dai pro offrono degli spunti utili per la scelta del prodotto più consono alle proprie esigenze (foto Prologo)
Hai detto che la sella è un argomento delicato. Un tuo consiglio utile che possono sfruttare gli appassionati di bici e gli amatori in genere?

TRENTIN: «La scelta della sella giusta non prevede la formula perfetta e una ricetta magica che va bene per tutti. Non esiste un solo prodotto che è perfetto per tutti i ciclisti. Il comfort quando ci sediamo diventa anche sinonimo di benessere. Quando stiamo comodi pedaliamo più forte e più a lungo, quando siamo scomodi la performance non è ottimale».

PERNSTEINER: «Una sella deve essere confortevole prima di tutto e il comfort diventa anche un fattore soggettivo. Quello che è perfetto per me, può non esserlo per qualcun altro. Bisogna essere in grado anche di fare delle piccole valutazioni sulle proprie esigenze e caratteristiche. Comunque una sella non deve dare problemi e deve garantire sempre una buona fluidità in tutti i movimenti».

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Prologo rafforza la collaborazione con Basso e Contador

Luciano Crestani
26.08.2021
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È davvero forte il legame che lega Prologo a Ivan Basso e Alberto Contador. Nella loro lunga carriera professionistica, ricca di prestigiosi successi, entrambi hanno potuto contare sul supporto delle selle Prologo. Basso e Contador hanno inoltre fornito la loro collaborazione all’evoluzione tecnica di diversi modelli di selle fornendo feedback e suggerimenti importanti.

Aurum Zevra, la specialissima prodotta in serie limitata (solo 21 esemplari)
Aurum Zevra, la specialissima prodotta in serie limitata (solo 21 esemplari)

Prologo e la nuova Aurum Zevra

Una volta scesi di sella e iniziata l’attività di manager che li ha portati alla creazione della Eolo – Kometa, per Basso e Contador è stato naturale rivolgersi a Prologo come partner tecnico delle Aurum in dotazione al loro team.

Nelle scorse settimane è stato presentato un nuovo modello corsa. Si tratta della Zevra, una bici dal design unico e soprattutto dalla disponibilità limitata dal momento che saranno realizzati solo 21 esemplari. Non si tratta di un numero scelto a caso in quanto ha un significato molto importante nel mondo del ciclismo professionistico. Sono infatti 21 le tappe che compongono il Tour de France, il Giro d’Italia e la Vuelta di Spagna. Unendo i palmares di Basso e Contador possiamo vedere che tutte e tre le corse sono state da loro conquistate nell’arco della loro carriera. Contador può addirittura vantarsi di aver ottenuto la “triplice corona”, ossia di aver vinto tutti e tre i Grandi Giri.

Ogni modello è autografato da Basso (da una parte) e Contador (dall’altra)
Ogni modello è autografato da Basso (da una parte) e Contador (dall’altra)

La firma di Contador e Basso

Ogni telaio presenta la firma di Alberto Contador e Ivan Basso su entrambi i lati del tubo orizzontale, nonché un distintivo con il numero dell’edizione (da 01 a 21) scelta dal cliente. Ogni modello sarà assemblato a mano presso lo stabilimento di Pinto, la città natale di Contador.

E sempre restando su questa bici, aggiungiamo una curiosità. Il nome di Zevra con la “V”, ha origine e radici latine poiché è così che la zebra veniva chiamata nella lingua degli antichi romani.

La sella prologo Scratch M5
La sella prologo Scratch M5

Una Prologo speciale

A rendere ancora più speciale ciascun modello è la sella in dotazione alla Zevra. Si tratta del modello Scratch M5 con una fantasia custom che richiama la particolare livrea del telaio. L’anima e il rail in carbonio la rendono leggerissima. Pesa solo 129 grammi senza che questo possa andare a comprometterne il confort.

La Scratch M5 è stata infatti sviluppata insieme al Politecnico di Milano per garantire la massima innovazione tecnologica attraverso il Multi-Sector-System, un sistema di diverse “isole” di schiume fra loro separate, ognuna con la propria densità, per adattarsi ai diversi movimenti del ciclista.

Prologo

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Prologo, la Scratch M5 CPC con standard da Formula 1

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La Scratch M5 CPC di Prologo vuole offrire lo standard più alto che una sella possa permettersi di garantire in termini di comfort e prestazioni. Per ottenere questo risultato, Prologo ha riportato sui propri prodotti la tecnologia CPC (Connect Power Control), già utilizzata in Formula 1. Si tratta di un sistema che garantisce comfort e performance grazie all’assorbimento delle vibrazioni. Inoltre protegge muscoli, tendini e tessuti molli dalle sollecitazioni della strada, essendo posizionata in punti fisiologicamente strategici. Tra le qualità più interessanti troviamo la nano-struttura, realizzata grazie a uno speciale polimero conico 3D che riesce a ridurre la fatica muscolare e soprattutto diminuisce la temperatura che si genera nella zona di contatto, facilitando il flusso d’aria.

Il profilo molto filante della Prologo Scratch M5 CPC
Il profilo molto filante della Prologo Scratch M5 CPC

Prologo e il Sistema PAS

Osservando attentamente la sella, non può sfuggire lo spazio interno aperto, ovvero il sistema PAS (Perineal Area System). E‘ un canale studiato per migliorare la circolazione sanguigna riducendo i picchi di pressione e i conseguenti intorpidimenti dovuti al contatto prolungato con lo spazio centrale della sella. E’ estremamente performante, permette al ciclista di assumere posizioni aerodinamiche senza il rischio di scivolare, grazie all’efficace grip. Il prezzo consigliato al pubblico è di 167 euro.

prologo.it

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